Welfare

Megavilla sequestrata ai clan diventa casa famiglia per minori

La megavilla, situata tra Roma e Formello, sequestrata ai clan, assegnata alla cooperatva sociale Sinergie (socia di Legacoop sociali Lazio). Per la prima volta prima dell'ultima condanna in Cassazione. A fine agosto è stata sede di un campo antimafia con Libera.

di Redazione

Diventerà una casa famiglia per minori la mega villa strappata alle mafie. E la sua assegnazione a una cooperativa per il suo riutilizzo sociale, per la prima volta, è stata fatta ancora prima dell’ultima condanna in Cassazione. Se il giudice del Tribunale di Roma avesse seguito l’iter tradizionale, la mega villa che si trova nel complesso residenziale di Castel De Ceveri, tra Roma e Formello, sarebbe rimasta statisticamente abbandonata all’incuria per almeno sei anni. Tra il 25 e il 31 agosto, invece, la cooperativa sociale “Sinergie” – aderente a Legacoop Lazio – ha organizzato insieme a Libera un campo antimafia.

La lussuosa villa (29 stanze, rubinetti in oro, natività a grandezza naturale, bagno turco e piscina) era stata sequestrata dagli agenti del Centro operativo di Roma della Dia, in seguito ad indagini disposte dalla Procura distrettuale Antimafia nell'estate del 2012. Grazie al maxi sequestro era stato sottratto a Roma un patrimonio del valore di venti milioni di euro a soggetti legati alla ‘ndrina dei Gallico di Palmi (RC) e alla holding Adonis – con varie sedi nel quartiere Coppedé e ai Parioli. L’iter che prevede la possibilità di riutilizzare i beni confiscati è stato cambiato. E l’immobile non è rimasto abbandonato all’incuria per sei anni.
«Tutto merito del Presidente della sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Roma, Guglielmo Muntoni, anche noto per aver sequestrato tutto il patrimonio appartenente a Enrico Nicoletti, esponente della banda della Magliana», ha spiegato Marco Carducci, presidente della cooperativa Sinergie, aderente a Legacoop Lazio. «La differenza, in questo caso, l’ha fatta lui. Ha voluto provare a capire insieme a Libera se sul territorio esistessero realtà in grado di riutilizzare il bene per scopi sociali, prima della condanna in Cassazione che è arrivata da poco».
Un’intuizione preziosa, un percorso inedito tanto che su questa esperienza, il Tribunale di Roma, la Regione Lazio, l’associazione Libera e varie associazioni di categoria hanno firmato un protocollo d’intesa che potrà consentire il riutilizzo dei beni prima della confisca.
La cooperativa sociale  “Sinergie” avrà la gestione della villa per quattro anni e vi insedierà una casa famiglia per minori in difficoltà. Nel frattempo, insieme a Libera, ha organizzato un campo antimafia al quale hanno partecipato giovani tra i 18 e i 20 anni che hanno dato vita ad attività di pulizia e manutenzione degli spazi interni ed esterni della villa.
«I ragazzi che hanno partecipato al campo antimafia, però, sono stati colpiti -piuttosto che dallo sfarzo – dalle difficoltà che devono affrontare coloro che devono gestire i beni confiscati», continua Carducci.
«Anche la nostra cooperativa ha subito delle pressioni nella fase di assegnazione ma – grazie al supporto di Libera – è riuscita a superarle.
Gli standard della burocrazia richiedono iter complicati. Anche la nuova formula sperimentata dal Tribunale di Roma dovrà ora ricongiungersi con i canoni dell’iter tradizionale».
Uno dei problemi importanti è la ricerca dei fondi per la ristrutturazione e l'adeguamento dei locali per il progetto sociale.
«Fortunatamente una mutua sanitaria con sede a Formello – la"MBA"- che ci ha donato 30mila euro e ci ha consentito di ristrutturare un terrazzo di 100 metri quadrati il cui pavimento era praticamente scoppiato e una parte degli spazi interni», ha detto Carducci. «Cerchiamo fondi esterni e puntiamo a raggiungere i 130mila euro per le ristrutturazioni».
 
«La cooperazione si conferma essere una leva potente per restituire alla comunità un bene frutto di attività criminali. Il lavoro che la cooperativa "Sinergie" si appresta a fare – una casa famiglia per minori in difficoltà – rappresenta una risposta alta della cooperazione in una fase così difficile e delicata. Ancora una volta, la cooperazione sociale è protagonista, scommette sull'inclusione sociale e sceglie di occuparsi di chi è in difficoltà», ha dichiarato il presidente di Legacoop Lazio, Stefano Venditti.
Mentre il presidente di Legacoop Sociali Lazio, Pino Bongiorno ha detto:  «Strappare un immobile all’illegalità e riportarlo nell’economia reale, dargli una funzione sociale, restituirlo alla comunità attraverso un servizio di pubblica utilità. È questo il ruolo importantissimo che ha assunto la cooperativa Sinergie nel momento in cui ha deciso di impegnarsi in questo progetto. Ha dimostrato grande senso civico e grande coraggio perché questa iniziativa è portatrice di una grande innovazione sociale. Infatti apre una strada nuova finora inesplorata nell’iter del riutilizzo dei beni confiscati alla mafia. La cooperativa Sinergie per far questo ha messo in campo quei valori che appartengono alla migliore tradizione cooperativa».
 


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