Formazione
MEETING. Una scuola che parla al futuro
Presentato, durante l'incontro la ministro Maria Stella Gelmini, il documento della CdO sulla scuola che parla al futuro. Al centro del dibattito l'educazione
da Rimini
Tifo da stadio per il ministro dell’Istruzione Maria Grazia Gelmini che è stata salutata alla fine del suo intervento anche da un improvviso “tu bighi”. Un’accoglienza non certo abituale per Gelmini abituata a ben altre accoglienze. Ma a Rimini la titolare di viale Trastevere ha non pochi amici, anche perché il suo ministero è al centro dell’attenzione da parte di un popolo, quello del Meeting che considera l’emergenza educativa la priorità del paese.
A fare gli onori di casa il presidente della CdO, Bernhard Scholz, che ha presentato le proposte per “Una scuola che guarda al futuro” della Compagnia delle Opere, un documento che vuole aprire al dialogo. Documento firmato da Diesse, Cdo Opere educative, Disal, Il Rischio educativo, Consorzio Scuole lavoro e associazione Portofranco che hanno redatto un manifesto che indica alcuni punti irrinunciabili per un miglioramento dell’offerta formativa. A illustrare il documento è stato Fabrizio Foschi, presidente di Diesse, «non solo un documento, ma è lo sviluppo di un’esperienza fatta da chi già opera nella scuola. Perché una scuola nuova esiste già, altrimenti questo sarebbe un documento inutile», ha esordito Foschi. «L’educazione attiva l’io. È importante che nella scuola ci siano dei fatti di educazione, perché un giovane che non è educato non apprende ed è la libertà di educazione cioè la valorizzazione di un soggetto che si assume la responsabilità di educare attorno al quale ricostruire la scuola», ha detto con forza ricordando anche episodi di soffocamento della libertà «ci sono collegi docenti in cui la libertà è soffocata da una collegialità asfissiante: questa no è libertà di educazione».
Nel documento vengono posti sei obiettivi: piena autonomia degli istituti scolastici, cui è legata una piena e attuata parità scolastica; sviluppo di una identità professionale di docenti e dirigenti; realizzazione di percorsi di studio flessibili e personalizzati in ambito didattico; messa in atto di ordinamenti (dalla scuola dell’infanzia a quella superiore) in linea con il principio di sussidiarietà; valutazione esterna delle scuole e, infine, abolizione del valore legale del titolo di studio.
Marco Paolo Nigi, segretario generale Snals ha posto l’accento sul fatto che una scuola seria «non spreca i talenti, le riforme non devono essere solo ingegneria. Mentre gli insegnanti hanno perso riconoscimento sociale mentre la società delega agli insegnanti sempre più compiti». Nigi ha parlato anche della necessità di andare alla radice delle cause della demotivazione che colpisce il corpo insegnante a favore del quale si dovrebbe intervenire anche a livello economico. Per quanto riguarda il documento della CdO lo ha definito «stimolante e condivisibile». La qualità della scuola dipende da molti fattori, ma la scuola è fondamentale per capire, ha concluso «quale paese vogliamo essere e quale società vogliamo costruire».
Le prime parole del ministro Gelmini sono state rivolte alla testimonianza che ha aperto l’incontro: una lettera scritta a un docente da una classe e letta da Franco Nembrini, un insegnante. Cuore della lettera il ringraziamento degli studenti al prof che «ci ha dato gli strumenti per vivere in modo diverso. Ora tocca a noi trovare l’ardire», passaggio che Nembrini ha sottolineato ricordando che i ragazzi si sono sentiti di qualcuno: l’educazione è un avvenimento e ci sono delle condizioni che favoriscono questo. «Dobbiamo occuparci di politica e di riforme, difendendo l’esperienza educativa che c’è» ha detto rivolgendosi ai tanti docenti presenti in sala e davanti agli schermi che hanno trasmesso l’incontro «dobbiamo occuparci di politica perché, come diceva qualcuno, è lei che si occupa di te. La politica deve occuparsi della scuola, non occupare la scuola», ha concluso.
Il ministro Gelmini ha detto che la testimonianza ascoltata era quella di «molti di noi che hanno avuto dei professori che sono stati maestri di vita. Parlare di educazione nella scuola è difficile e desueto. E quando ho posto l’accento sull’autorevolezza mi dicevano che era una cosa antiquata» ha ricordato la ministro. La titolare del ministero di viale Trastevere ha poi toccato un po’ tutti i problemi del mondo scolastico con una particolare sottolineatura alla formazione iniziale, alla carriera degli insegnanti, alla riforma scolastica e alla qualità della scuola. Si punti sollevati dal documento della CdO ha osservato che «se sulle linee di fondo c’è un’ampia disponibilità, è difficile la condivisione tra le parti sui singoli punti». Per quanto riguarda la riforma delle scuole superiori ha assicurato la sua entrata in pieno nel 2010.«A gennaio partirà l’orientamento e la formazione. Una riforma storica» ha detto sottolineando la necessità di mettere ordine nelle sperimentazioni e di potenziare l’inglese, le lingue straniere e la matematica. Arrivando ai temi della parità ha voluto sottolineare come «la scuola sia sempre pubblica» e cosa da non tralasciare «lo scorso anno grazie alla scuola paritaria lo stato ha risparmiato sei miliardi di euro. Occorre evitare contrapposizione e garantire a tutti una buona scuola per dare attuazione alla Costituzione» ha concluso ricordando che al momento manca ancora la parità di tipo economico. L’ultimo invito è stato rivolto alla platea «ho bisogno di tutti voi, dovete aiutarmi ad imparare: questa deve essere la legislatura della effettiva parità e dell’introduzione della carriera degli insegnanti». Mentre Nembrini al ministro ha chiesto di «interrompere quel patto che da 50 anni ha reso la scuola un ammortizzatore sociale, fatto sulla pelle dei nostri figli».
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