Non profit

MEETING. Sicurezza alimentare la sfida del XXI secolo

Si è parlato di alimentazione con il ministro Zaia, mentre Luigi Campiglio ha denunciato come il 7 per cento dei minori si a rischio di povertà alimentare.

di Antonietta Nembri

da Rimini

La sicurezza alimentare è stata al centro di un incontro, questa mattina al Meeting di Rimini, cui hanno partecipato il ministro alle Politiche agricole Luca Zaia, Luigi Campiglio pro rettore e docente di Politica economica dell’Università cattolica del Sacro Cuore, Anna Lydia Sawaya, senior director della Cren di San Paolo del Brasile e Marco Lucchini, direttore della Fondazione Banco Alimentare onlus. Lucchini in particolare ha sottolineato l’azione che il Banco sta facendo per la sicurezza alimentare del nostro paese. «L’opera che noi abbiamo attuato in questi anni è stata prevalentemente finalizzata al controllo della qualità del cibo che è stata avviata tramite uno studio sulle abitudini alimentari degli italiani, che ci ha condotto a delineare tutti i tipi di dieta cui l’uomo prende parte. I controlli di qualità che abbiamo effettuato hanno consentito di ridurre il fenomeno del falso made in Italy e a rendere più genuina l’alimentazione dei nostri concittadini». Per Anna Lydia Sawaya «l’alimentazione è l’attività più importante per la sopravvivenza dell’uomo».

Il pro rettore della Cattolica ha posto l’accento sul fatto che oltre il 5 per cento delle famiglie «ha avuto problemi alimentari. Spesso sono le famiglie più numerose a evidenziare maggiori problematiche legate al cibo» Per Campiglio il problema è stato affrontato con superficialità anche a livello politico ragione per cui «sono sempre di più le famiglie che si rivolgono a livello strutturale alla cosa pubblica, manifestando situazioni di bisogno». Nella successiva conferenza stampa, poi il professor Campiglio ha evidenziato come esista un «5 per cento di famiglie in difficoltà alimentare e la percentuale sale al 7 per cento se si pensa ai giovani e ai minorenni: un dato preoccupante perché mangiare male da piccoli influenza negativamente le capacità cognitive delle persone».

Da parte sua il ministro Zaia che nell’incontro con i giornalisti ha definito il suo ministero «un ministero della guerra in tempo di pace», ha ricordato il sostegno dato al Banco Alimentare in tutta Italia «Spesso in Europa si tratta in problema alimentare con lunghi e faticosi negozianti, così noi rappresentanti del governo dobbiamo letteralmente pestare i pugni per far valere la nostra richiesta di attenzione al problema». Sulle speculazioni finanziarie sull’alimentazione ha sottolineato che «comprare prodotti speculativi sul cibo significa aiutare qualcuno a morire di fame. Io difendo la mia “multinazionale”, ossia i contadini, ciò per me significa difendere la cultura, la civiltà e l’alimentazione. Siamo riusciti a confiscare nei paesi esteri molti prodotti che venivano presentati come made in Italy e non lo erano. Un prodotto su dieci all’estero è un falso made in Italy: ci è capitato di trovare in Cina, per esempio, mozzarelle fatte con residui di mortadella che venivano vendute con marchio italiano».

Zaia ha definito molto positivo il mantenimento dei dazi sui prodotti agricoli e alla prossima riunione del Doha Round «pretenderemo che ci sia un elenco delle denominazioni, non accettiamo di entrare in un frullatore in cui mettendo il Brunello di Montalcino sarebbe uscito semplicemente vino rosso», il ministro ha inoltre sottolineato l’importanza della tracciabilità dei prodotti alimentari.

 


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