Non profit

MEETING. Sacconi sul futuro del welfare

Il ministro Sacconi al Meeting parte dal Libro Bianco e ricorda che la riforma dovrà garantire la stabilità sociale e la fiducia della finanza internazionale

di Antonietta Nembri

da Rimini

La crisi del welfare è una crisi legata al suo successo, non al suo fallimento.Cita Lester M. Salamoi, vate americano della ricerca di nuovi strumenti di governo, Marco Biscella, giornalista del Sole 24 ore nell’introdurre l’incontro sul futuro del welfare, presenti il ministro Maurizio Sacconi, il vicepresidente del Senato Vannino Chiti e Lorenza Violini, docente di Diritto costituzionale all’Università Statale di Milano.

Per il vicepresidente del Senato il modello di welfare va cambiato non solo perché non è più sostenibile finanziariamente ma in quanto la società è cambiata «e quindi ha bisogno di risposte diverse che un welfare risarcitorio non è più in grado di dare, mentre una welfare society è più adeguata, purché si mantenga l’istanza universalista». Lorenza Violini da parte sua ha affermato che si può parlare con realismo del futuro del welfare, perché in diverse parti d’Italia c’è una ricchezza di esperienze e di riflessioni in atto che permette di affrontare la complessità senza paura.

D’accordo anche il ministro secondo il quale «la riforma del welfare delineata nei suoi principi dal Libro Bianco nasce come ogni riforma in una storia ed in una tradizione, per cui è importante coniugare questa riforma con i valori portanti di un popolo. La riforma dovrà essere fatta nel rispetto della stabilità della finanza pubblica per garantire la stabilità anche sociale e la fiducia della comunità finanziaria internazionale». Occorre incrementare il capitale umano e per far questo «dobbiamo promuovere e difendere la vita per limitare il calo demografico e far ridare all’Italia quel vitalismo economico e sociale che è stata la spinta essenziale della crescita del Paese dagli anni Sessanta in avanti».

Per il ministro Sacconi occorre «colmare il gap fra Nord e Sud del Paese, che è una vergogna per tutti noi e questo è possibile farlo attraverso un federalismo responsabile che non lasci il Sud da solo, ma lo renda responsabile dei propri atti». Tra le conseguenze inevitabili il commissariamento delle Aziende Sanitarie inefficienti e non virtuose, dove siamo accertati casi di malasanità. «Inoltre ci incontreremo con le parti sociali per trovare soluzioni alla conciliazione fra tempi di lavoro e tempi della famiglia, non avendo più a che fare con strutture lavorative di tipo fordiste», continua Sacconi che sulla formazione aggiunge: «Dovrà continuare per tutta la vita, per assistere il lavoratore durante le pause forzate dall’attività».

 


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