Cultura

Meeting. Pisanu: “Alla Bossi-Fini serve il tagliando”

Il ministro dell'Interno giudica la proposta Buttiglione "un'utile provocazione" e dice: "Soccorrere i naufraghi è un dovere di tutti"

di A. Capannini

Rimini. Dal nostro inviato. Nella conferenza stampa che ha tenuto prima dell’inizio dell’incontro “Mediterraneo, si può convivere così?” il ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu ha toccato molti arogmenti, dal caso del terrorista Battisti (di cui oggi si è appresa la fuga in Francia) al pentimento di un’altra militante della lotta armata, la brigatista Bannelli ma ha parlato soprattutto di immigrazione, come poi ha fatto anche nell’incontro pubblico, dove ha ricevuto una calorosa accoglienza da parte del popolo del Meeting. In vista di approfondire gli argomenti trattati da Pisanu sull’immigrazione e che tratteremo nel prossimo numero di Vita magazine – che riprendono l’intervista che il neo commissario Ue Rocco Buttiglione ha rilasciato al nostro settimanale nel numero da questo venerdì in edicola ( http://www.vita.it/articolo/index.php3?NEWSID=46811) – riportiamo alcune delle sue dichiarazioni sul tema. “Una intelligente provocazione politico-culturale”. Così Pisanu ha definito la proposta avanzata dal neo commissario Ue Rocco Buttiglione di rivedere la normativa sull’immigrazione prevedendo la possibilità di conferire lo status di rifugiato per motivi economici. “Oggi – spiega al Meeting di Cl Pisanu – è noto in campo internazionale che rifugiato è colui che sfugge ad una persecuzione politica o ad una realtà di violenza. Se accettassimo la definizione di Buttiglione, allora non ci sarebbero più immigrati clandestini ma solo rifugiati, per cui si dovrebbe rivedere la legislazione internazionale ed anche recenti decisioni dell’Onu che nella conferenza di Palermo ha ribadito l’assimilazione del reato di immigrazione clandestina a quello di traffico di armi. Comunque, secondo Pisanu, la proposta di Buttiglione “può aprire discussioni interessanti e va salutata positivamente”. “Prestare soccorso a chi si trova in difficoltà in mare è un dovere a cui nessuno può sottrarsi” ha ribadito a chiare lettere il ministro dell’Interno a una nostra precisa domanda in merito. “Quando gli immigrati che arrivano nel nostro Paese sulle cosiddette carrette del mare sono in condizioni gravi e serve soccorso siamo obbligati a intervenire”. Secondo quanto ha spiegato il ministro “nemmeno la Marina Militare può sottrarsi a questo dovere. Si tratta di quanto stabilito dalle convenzioni internazionali che regolano la navigazione”. Questa regola – ha continuato – è purtroppo nota “anche al più scalcinato dei delinquenti che trafficano in esseri umani ed è nota anche a coloro che compiono questi viaggi della disperazione. Purtroppo tutti sanno, immigrati compresi, che anche solo il trovarsi su una carretta del mare vuol dire prima o poi ricevere soccorso” e quindi sbarcare nel nostro Paese. Concludendo il proprio intervento alla conferenza stampa il ministro ha voluto ricordare un dato: “Solo negli ultimi due anni abbiamo censito circa 1.167 morti nei viaggi della disperazione e Dio solo sa quanti saranno quelli di cui non siamo a conoscenza”. Sull'”accoglienza” che l’Italia riserva agli immigrati che tentano gli sbarchi sulla penisola “è facile fare confusione”, quando gli abbiamo chiesto di commentare la proposta del collega di governo Roberto Calderoli, neo ministro alle Riforme, di utilizzare la forza. “Quando gli immigrati arivano nelle nostre acque e si trovano in condizioni tali che bisogna prestare loro soccorso, noi dobbiamo intervenire – ha spiegato Pisanu – La Marina militare può intervenire anche fuori dalle acque territoriali ma solo in condizioni determinate. Ma se gli immigrati fossero in difficoltà allora anche la Marina avrebbe l’obbligo di prestare loro soccorso”. Secondo Pisanu anche “il più scalcinato dei criminali che sfrutta l’immigrazione conosce queste norme sa che imbarcando dei disgraziati su una carretta sgangherata questi saranno soccorsi”. Pisanu ha anche fatto un piccolo bilancio del fenomeno immigrazione in Italia: “Sono 1.167 i morti negli ultimi anni e sono solo una piccola parte. Dio solo sa quanti ne muoiono nella traversata del deserto e quanti ne muoiono nel Mediteraneo”. Il ministro dell’Interno si è anche soffermato sul problema delle quote, commentando le ultime polemiche legate ad un eventuale superamento delle stesse. “A proposito delle quote bisogna distinguere – ha detto – Quando si parla di quote in Italia ci si riferisce al numero dei permessi annuali per i lavoratori stagionali e si andrà avanti su questo piano. Per quello che riguarda le quote in Europa, io stesso avevo avanzato la proposta di contrattare quote di immigrati regolari con accordi stipulati con i paesi di origine per la lotta all’immigrazione clandestina. La proposta non è stata accolta, dai capi di governo euorpei, ma su questo argomento noi torneremo”.


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