Cultura

Meeting. “Non escludere valori cristiani da carta Ue”

Il dibattito sull'inserimento delle radici cristiane nel preambolo della Costituzione europea torna di attualità al Meeting

di Ettore Colombo

Rimini. Il dibattito sull’inserimento delle radici cristiane nel preambolo della Costituzione europea, che sara’ firmata a Roma il prossimo 26 ottobre, torna di attualita’ al Meeting di Rimini. Dopo la richiesta, avanzata ieri alla kermesse riminese da Cl, di sottoporre a referendum la Carta costituzionale dell’Unione, oggi di laicita’ dello Stato e della citazione dei valori cristiani al Meeting si e’ parlato in una tavola rotonda cui hanno preso parte il Primate cattolico di Irlanda, l’Arcivescovo Diarmuid Martin, il segretario generale del ministero degli Esteri, Umberto Vattani, ed il vicepresidente della comunita’ ebraica, Claudio Morpurgo. ”Lo Stato moderno – spiega mons. Martin – piu’ che dalla laicita’ dovrebbe essere caratterizzato dal pluralismo, nel senso che deve dare voce tanto al credente quanto a chi non crede, nel rispetto della persona umana e della integrita’ del Creato”. E, sottolineando di ”non negare la necessita’ di una separazione tra Chiesa e Stato”, il prelato dice: ”L’esclusione di fatto del riferimento ai valori cristiani nella Costituzione europea e’ stata dovuta a motivi poco validi e ad una reazione ideologica di alcuni Paesi. Comunque, che sia citato o no nella Costituzione, il contributo che i valori giudaico-cristiani hanno dato all’Europa nella sua storia e’ senz’altro enorme”. Claudio Morpurgo stigmatizza la ”enorme e terribile ondata di antisemitismo cui si assiste in Europa”, aggiungendo che ”le normative laiciste come la legge sul velo in Francia rappresentano dei mostri che vogliono nascondere una realta’ elementare: che il principale dei valori dell’uomo e’ quello religioso. E’ la religione – dice ancora il vicepresidente delle comunita’ ebraiche in Italia – che lega gli uomini e li fa stare in comunita’; la politica, invece, e’ solamente chiamata a mediare tra le istanze”. L’ambasciatore Vattani, uno dei protagonisti della lotta condotta dal nostro governo insieme con la Polonia per ottenere l’inserimento del riferimento alle religioni cattolica ed ebraica nella Costituzione europea durante il semestre italiano di presidenza Ue, riconosce al Meeting di Rimini, con la presa di posizione della scorsa estate, il merito ”di aver fatto sapere agli italiani che stava per essere approvata una Costituzione per l’Europa”. ”Il governo italiano – osserva – ha fortemente appoggiato quella rivendicazione fino a quando il negoziato si e’ concluso”. Secondo Vattani, ”l’attuale preambolo comunque fa riferimento al patrimonio culturale religioso ed umanista”, e l’articolo 51 della Carta comunque fa riferimento a tutte le confessioni religiose, per le quali viene garantita assoluta liberta’ e dignita”.


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