Formazione
Meeting, Koll: la mia vita da celiaca
L'attrice racconta la sua esperienza di intollerante al glutine. L'associazione di celiaci: temiamo gli Ogm
“Un giorno a Sanremo per uno spettacolo teatrale, sono stata tre giorni senza poter mangiare”. Claudia Koll, stella della fiction italiana, ha raccontato ieri al Meeting di Rimini le sue traversie di celiaca. L’attrice in compagnia di altri 40 mila italiani soffre infatti di questa intolleranza al glutine che obbliga ad osservare una dieta rigida che escluda ogni amido. Una schiavitù alimentare che obbliga i malati ad una vita conviviale difficoltosa.
La Koll che ne soffre dall’età di 12 anni ha infatti voluto prestare la sua immagine all’Associazione italiana celiachia che, in Italia, si batte perchè la medicina di base ma anche la ristorazione tenga conto di questa patologia e delle sue ricadute sociali.
Sono infatti solo 250 in Italia i ristoranti che possono offrire ai propri clienti pietanze senza glutine e, come ha ricordato l’attrice, “i prodotti deglutinati spesso non si trovano neppure nei banconi della farmacia”.
Accanto a lei Edorardo Raspelli, celebre critico enogastronomico, che ha rivolto un appello in questo senso al mondo della ristorazione: “I nostri ristoratori hanno imporato ad essere tolleranti con le famiglie con bambini, è il momento che imparino ad accogliere anche quei bambini che hanno bisogno di mangiere piatti specifici”.
Il direttore di Celiachia Notizie Franco Lucchesi ha inoltre ribadito i timori dei celiaci riguardo la diffusione degli Ogm: “L’aumento esponenziale delle intolleranze potrebbe essere messo in realazione con la presenza, magari non segnalata, di prodotti transgenici”, ha detto, “ma ci preoccupa soprattuto il fatto che siano a base di soia e mais gli alimenti speciali per i celiaci: quelli che vengono dagli Usa sono la maggior parte e i malati sono così esposti anche a questo pericolo”.
Il presidente dell’Aic Adriano Pucci ha annunciato che la Congregazione dei Riti del Vaticano, dopo un lungo esame, sta per consentire l’uso di farine speciali, a bassissimo tasso di glutine, per le ostie. “I celiaci cattolici hanno infatti enormi difficoltà nell’accostarsi al sacramento della comunione e lo possono fare solo sotto la specie del vino”, ha ricordato Pucci.
Il presidente ha lanciato un appello ai medici di base perché imparino a riconscere questa patologia: “Stiamiamo che siano quasi 500 mila i casi”, ha detto, “ma quelli riconosciuti sono poche decine di migliaia”
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