Salute

Meeting, “Greater” il reportage sul Meeting point

A Rimini il filmato di Emmanuel Exitu premiato da Spike Lee a Cannes

di Antonietta Nembri

da Rimini

Tra le “Storie del mondo”, la rassegna dei reportage del mondo che ogni sera vengono presentati al Meeting martedì sera è stata la volta di “Greater – sconfiggere l’Aids” dedicato al Meeting Point International, partner di Avsi a Kampala. La proiezione del reportage è stata un po’ il suggello della giornata che nel pomeriggio aveva visto Vicky e Rose protagoniste di un affollatissimo incontro ritrasmesso dai maxi schermi presenti nei padiglioni della fiera.

“Greater- sconfiggere l’Aids” è un filmato di quaranta minuti realizzato dal regista Emmanuel Exitu premiato da Spike Lee all’ultimo Festival di Cannes. Il filmato documenta l’opera di Rose Busingye, il meeting point in Uganda. «Se uno scopre di avere un valore, allora da valore anche agli altri e si prende cura di loro. Tutto, anche i vaccini saranno inutili se non si sa dare valore alla vita». È grazie a un abbraccio simile che l’esperienza intrapresa da Rose ha dato alle donne malate di Hiv la possibilità di ricominciare a vivere quando ormai tutto della loro esistenza sembrava non avere più un senso. «Quando ho scoperto che mio marito mi aveva strasmesso l’Hiv non solo a me ma anche al bambino che portavo in grembo mi è crollato il mondo addosso, era come se il mio corpo fosse corroso dall’acido tanto era forte il dolore che mi portavo dentro. Grazie all’incontro con Rose tutto è cambiato. Mi sono accorta che il mio valore non poteva essere determinato dal virus, io sono molto, molto più grande. La storia senza il valore non è nulla».

Strutturato in cinque episodi, il reportage racconta un continuo susseguirsi si storie inizialmente tragiche ma che sfociano sempre in una positività imprevista. Spesso nel documentario emerge nella malate la consapevolezza di dover morire ma anche la possibilità di vivere pienamente la vita. A testimonianza di questo stanno le piccole ma importanti attività svolte a Kampala come la Welcome House, abitazione destinata ad accogliere i bambini orfani delle donne sieropositive.
Il quarto episodio, in particolare, racconta della reazione delle donne di mamma Rose rispetto ai disastri provocati dall’uragano Katrina al quale non è rimasto indifferente nemmeno il Presidente degli Stati Uniti George W. Bush. Inizialmente Rose aveva proposto qualche minuto di preghiera per la difficile situazione delle famiglie di New Orleans, ma inaspettatamente la reazione delle donne è stata un’altra: «Quando tu ci hai incontrato non hai pregato per noi, ci hai aiutato concretamente. Noi vogliamo imparare a dare e ad amare come tu hai fatto con noi. Siamo noi ora a donare». I mille dollari raccolti tramite il lavoro di spaccapietre testimoniano il protagonismo di quelli che generalmente vengono considerati i poveri da aiutare.

Emmanuel Exitu a conclusione dell’incontro spiega lo stile usato per narrare queste storie, «come un reportage di guerra, è la realtà a parlare per me». Nell’incalzare delle domande la platea domanda delle reazioni che Spike Lee e “Hollywood” hanno avuto rispetto al film. «Io non voglio offrire allo spettatore verità preconfezionate, voglio sia lui stesso a trarre le sue conclusioni. Per questo ho rischiato molto con i primi piani. Che nulla sia artefatto si vede anche dai volti».

 

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