Non profit

MEETING. Federalismo fiscale si gioca sulla responsabilità

Calderoli, Formigoni e il sindaco di Bari, Emiliano protagonisti dell'incontro dedicato al federalismo fiscale prossimo venturo

di Antonietta Nembri

da Rimini

«L’aspetto interessante di questa legge è che essa nasce grazie a un dialogo costruttivo tra i diversi attori del territorio e non come un provvedimento calato dall’alto», ha detto Luca Antonini, vice presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, introducendo l’affollato incontro sul federalismo fiscale di oggi pomeriggio al Meeting di Rimini al quale sono intervenuti il ministro Roberto Calderoli, il presidente della Lombardia, Roberto Formigoni e il sindaco di Bari Michele Emiliano.
Coerentemente con questa affermazione, il ministro per la Semplificazione normativa Roberto Calderoli ha sottolineato l’importanza del dialogo costante sia tra maggioranza e opposizione sia con il territorio, «grazie al quale la legge è stata votata all’unanimità nella Conferenza Stato-Regioni». Secondo il ministro «la legge sul federalismo fiscale è l’esempio che sta crescendo un atteggiamento di responsabilità nei confronti delle riforme di cui il Paese ha un grande bisogno». Calderoni ha precisato che «decentrare le competenze a livello locale non è sufficiente, è necessario garantire agli enti locali l’autonomia impositiva. Bisogna collegare la tassazione con i servizi erogati, così che il cittadino è in grado di valutare dove e come vengono impiegati i soldi riscossi e gli amministratori possono migliorare la gestione e l’organizzazione del territorio».
Roberto Formigoni ha esordito affermando che «ogni regione deve avere la possibilità e il diritto di autogovernarsi, applicando modelli adeguati al proprio territorio». E ha proseguito precisando che per applicare il federalismo «è necessario seguire il principio di sussidiarietà, dove il sovrano di ogni azione amministrativa è il cittadino». Federalismo fiscale occasione per la rivincita della responsabilità? Per Formigoni l’Italia «è di fronte a una rivoluzione, quella del passaggio dal vizio alla virtù» e sul passaggio, nella ripartizione delle risorse, dalla spesa storica al costo standard ha aggiunto: «Non è possibile che l’amministratore di turno non si assuma le sue responsabilità». Da qui l’invito di Formigoni agli italiani a essere «i controllori dei propri amministratori, a stargli col fiato sul collo». Infine, sull’utilità del Partito del Sud, il presidente lombardo ha dichiarato che «i partiti nascono dal popolo e non dalle dichiarazioni di qualche leaderino. Il Mezzogiorno ha bisogno di ciò che serve all’Italia: politiche di sviluppo».
Da parte sua Calderoli ha affermato che «il partito del Sud non serve, ciò che occorre è una nuova forma di collaborazione tra Nord e il Mezzogiorno del Paese: il Sud può e deve essere sostenuto, anche con agevolazioni fiscali, però deve fare una seria autocritica, perché non è possibile che vi siano delle differenze così marcate con alcune regioni del Nord, per esempio sulla spesa sanitaria».
Il sindaco di Bari, Michele Emiliano, dopo aver spiegato che la sua città sta lavorando su questo tema già dal 2004, ha elencato alcuni risultati positivi raggiunti in questi anni: «Bari costa il 30 per cento di meno delle altre città metropolitane, la criminalità è minore che in altre grandi città del Nord, ha il maggior incremento nella raccolta differenziata e il numero dei dirigenti è passato da ottanta a trenta». Sulla nuova legge Emiliano ha osservato: «Il federalismo può essere un’opportunità, l’importante è che rispetto al Sud non si faccia di tutta l’erba un fascio: così come vi sono molte difficoltà da risolvere, esistono anche eccellenze da rispettare e valorizzare» e si è augurato che «con questa legge sia possibile per i comuni avere strumenti di autonomia impositiva».

 

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