Non profit

MEETING. Expo2015, si dovrà guardare a giovani e ambiente

Carlin Petrini, Giorgio Vittadini e Lucio Stanca protagonisti di un incontro sull'esposizione del 2015. L'appello di Vittadini per la salvaguardia del territorio e l'invito a utilizzare il Meeting per fare il punto annuale sull'avanzamento dell'Expo

di Antonietta Nembri

da Rimini

Si è chiuso con la proposta di Giorgio Vittadini che  fare ogni anno al Meeting la verifica nella marcia di avvicinamento al 2015, l’incontro che ieri sera lo ha visto protagonista con Carlin Petrini e Lucio Stanca Verso l’Expo 2015.

Il primo a prendere la parola è stato proprio il presidente di Slow Food che sul tema dell’esposione “Nutrire il pianeta: energia per la vita” ha ricordato come la manifestazione da attendersi non deve essere caratterizzata solo dalle performance infrastrutturali e di sviluppo urbanistico per Milano e la Lombardia, piuttosto il suo valore sarà nella «capacità di far riflettere il mondo sui problemi dello squilibrio alimentare del nostro tempo e di elaborare progetti concreti per porvi rimedio». Petrini ha anche ricordato che nel mondo un miliardo di persone sono sottoalimentate mentre un altro miliardo soffre degli eccessi nell’uso del cibo e inoltre che enormi quantità di alimenti vengono sprecate giornalmente. «C’è stata un’opera sistematica di distruzione della civiltà contadina da parte di forze dell’economia tese a favorire non la produzione del bene alimentare quanto la sua commercializzazione e il consumo, con esiti perversi di bassi ricavi per l’agricoltore, lauti guadagni all’intermediazione e costi elevati per il consumatore finale, che si ritrova in frigorifero prodotti inutili da buttare periodicamente per scadenza». Per Petrini “l’Expo dovrà condurre a un nuovo umanesimo, che collochi il rapporto con il cibo in una dimensione nuova che ponga obiettivi ambiziosi come il riconoscimento della sovranità alimentare di ogni popolo avviando concrete battaglie contro lo spreco degli alimenti».
La parola è passata poi a Lucio Stanca, amministratore delegato di Expo 2015 spa, che dopo essersi detto «quasi d’accordo con Petrini» ha voluto sottolineare con forza che questa grande manifestazione “è anzitutto un fatto di rilevanza nazionale e non riguarda solo Milano e la Lombardia. Tutto il paese sarà chiamato a concorrere alla sua preparazione». Stanca non vede poi contrapposizione tra l’esigenza di corrispondere adeguatamente al tema della manifestazione e le esigenze di predisporre una sede adatta e interessante ove richiamare il mondo intero a conoscere, dibattere i problemi dell’alimentazione e anche progetti di intervento. Inoltre ha sottolineato come l’Expo sarà un palcoscenico planetario per i temi della nutrizione e che la infrastrutture che saranno realizzate con sobrietà e dovranno essere la dimostrazione delle possibilità di coniugare sviluppo urbano e rispetto dell’ambiente. Tra le novità dell’Esposizione l’introduzione della cooperazione internazionale, «sulla quale abbiamo già iniziato a operare», ha inoltre ricordato che l’eredità sarà il Centro dello sviluppo sostenibile. «L’Expo non sarà una fiera di oggetti in mostra, ma un avvenimento di conoscenza delle diverse forme di agricoltura nel mondo, di scambi di esperienze di progetti nutrizionali: occasioni di coinvolgimento anche del volontariato e del vasto mondo del non profit». E il coinvolgimento dei giovani è stato un punto sottolineato anche con la ripresa della proposta emersa ai recenti Stati generali di un Erasmus per far venire in Italia i giovani.
A Giorgio Vittadini è toccato al termine tracciare uno scenario delle possibilità di sviluppo attraverso il tema nutrizionale dell’Expo, ma con l’attenzione all’integralità dell’uomo, pur nella varietà dei suoi rapporti con il lavoro, l’ambiente o la tecnologia. «L’Expo è una grande possibilità di ripensare e di esprimere chi siamo», sul rispetto dell’ambiente Vittadini ha sottolineato che «lo scempio dell’ambiente è anticristiano, la Creazione è di Dio, la natura non è mia, è in affitto». E dopo un riferimento allo scempio del territorio del nord Milano ha detto «adoro i grattacieli e la foresta intorno a Milano, in questo la penso all’opposto di Cementano». Ha altresì auspicato il ripristino dell’agricoltura, soprattutto con riferimento al Parco sud di Milano. Infine ha indicato tre punti perché l’Expo sia qualcosa che parta dalla coscienza di un’identità: il ripristino del territorio; un appello mondiale a discutere partendo dalle nostra ipotesi, «come avviene al Meeting dove c’è un’identità capace di dialogare»; ma soprattutto i giovani che sono il punto più sensibile.

 


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