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MEETING. Edizione record: si chiude con 800mila presenze
Appuntamento al Meeting 2010 intitolato "Quella natura che ci spinge a desiderare cose grandi è il cuore”
da Rimini
Record di presenze per il Meeting per l’amicizia fra i popoli che ha chiuso i battenti oggi con l’incontro di presentazione del libro di Luigi Giussani Qui e ora. «Non un rito, ma il riconoscimento che la genialità educativa di Giussani è alla base di tante opere e dello stesso Meeting», ha detto la presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli Emilia Guarnieri.
La kermesse riminese che si è svolta nell’anno della crisi economica ha visto quasi 800mila presenze, i padiglioni della fiera in questi sette giorni hanno visto tantissime persone che hanno combattuto con il caldo per poter ascoltare le testimonianze di personalità italiane e internazionali. Tantissime le presenze dall’estero, sia tra i relatori e ospiti provenienti da 57 paesi differenti, sia tra i volontari quasi 4mila con persone che hanno lavorato per il Meeting provenienti da decine di paesi, per non parlare dei visitatori. «È un modo di sottolineare la natura internazionale del Meeting», ha aggiunto Emilia Guarnieri durante la conferenza stampa conclusiva. Appuntamento tradizionale nel quale viene tracciato un primo bilancio dell’evento riminesi, ma soprattutto viene dato l’annuncio dell’appuntamento dell’anno successivo. «Nell’ultimo libro di don Giussani Qui e ora si legge che “l’uomo che agisca con un minimo di autocoscienza, agisce avendo un motivo ultimo” e per questo, il titolo del Meeting 2010 è “Quella natura che ci spinge a desiderare cose grandi è il cuore”». L’appuntamento quindi è per il prossimo agosto, dal 22 al 28, con il Meeting numero trentuno.
Parlando dell’edizione che si è appena conclusa Emilia Guarnieri ha sottolineato come l’acme si sia raggiunto con gli incontri che hanno visto come protagonisti don Julián Carrón e il filosofo Carmine Di Martino. «Diecimila persone in salone, più quelle che si sono assiepate davanti agli schermi della fiera hanno seguito un incontro su San Paolo, uno spettacolo questa realtà di persone che ascoltavano soprattutto se si pensa che il Meeting non è un convegno biblico. E questo è un segno del fatto che non esista una conoscenza che non sia anche partecipazione affettiva», ha continuato.
Quella che va in archivio è un’edizione che si è caratterizzata per la sua internazionalità: basti pensare all’incontro, presente il ministro Frattini, dedicato alle guerre dimenticate che ha visto quattro leader di altrettanti paesi africani dialogare di pace e sviluppo, poi l’ex premier inglese Tony Blair che è arrivato a confessare le ragioni della sua conversione al cattolicesimo: la scoperta del carattere universale della Chiesa.
Tanti i testimoni che hanno preso la parola in questi giorni: da Amparito dell’Ecuador, ai coniugi Marcos e Cleuza Zerbini di San Paolo del Brasile; Rose e Vicky di Kampala e poi ancora in carcerati di Padova e Mary Ann Glendon, ma ancora i filosofi Remi Bague e Fabrice Hadjadj, mentre i premi Nobel e gli scienziati John Mather, Charles Townes e Yves Coppens «hanno mostrato che cosa significhi “allargare la ragione”».
«Il Meeting ha proposto momenti di reale ecumenismo e dialogo costruito sulle radici che mettono insieme gli uomini», ha osservato ancora Guarnieri ricordando come il XXX Meeting di Rimini si sia svolto nel segno della sfida contenuta nel messaggio di Benedetto XVI «Non il distacco e l’assenza di coinvolgimento sono l’ideale da rincorrere, peraltro invano, nella ricerca di una conoscenze “obiettiva”, bensì un coinvolgimento adeguato con l’oggetto».
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