Formazione

Meeting, appello sulla libertà di educazione e insegnamento

Appello di fine legislatura presentato da Compagnia delle Opere educative, Agesc, Fidae e da altre associazioni di genitori e insegnanti

di Antonietta Nembri

Da Rimini “Libertà di educazione, libertà di insegnamento”. Questo il titolo di un incontro che nel suo sottotitolo recitava: Appello di fine legislatura. E proprio questo appello è stato al centro degli interventi di alcuni dei promotori e in particolare da Stefano Versari, presidente del Comitato per la Scuola della Società Civile. Dopo aver ricordato che la libertà di educazione appartiene al Dna della CdO, Franco Nembrini, presidente della Compagnia delle Opere Educative, ha ricordato che “il nodo dello statalismo illiberale sembra non sciogliersi nel nostro Paese. Ci sono stati degli interventi positivi, ma sono state come delle pezze dentro un contesto di statalismo illiberale”. Nell’esercizio concreto della libertà di educazione, l’Italia rimane agli ultimi posti della graduatoria mondiale “insieme alla Grecia, a Cuba e alla Cina”. Tema questo toccato anche da Antonio Perrone, presidente Fidae, “Nella legge 62/2000 mancava il passaggio dal riconoscimento di un pubblico servizio al pubblico finanziamento. Con il nuovo governo abbiamo affermazioni apprezzatissime che putroppo non sono state seguite da atti concreti”. Il primo appello, ha sintetizzato Nembrini, riguarda gli insegnanti: la classe docente deve vedere riconosciuta anche contrattualmente la propria specificità professionale, arrivando alla distinzione tra abilitazione e immissione in ruolo. Sempre sul mondo degli insegnanti, Rosario Drago, consigliere Miur, ha cercato di fotografare la situazione degli insegnanti e ha sottolineato il fatto che persiste “il degrado dell’immagine sociale dell’insegnante”. Così come l’autonomia degli istituti “non ha portato a una maggiore autonomia degli insegnanti. Invece, l’esercizio della professione deve dare spazio alla creatività”. “Non ci aspettiamo gli interventi riformatori prospettici e di sistema che avevamo auspicato”. Avendo come orizzonte la promozione del principio di sussidiarietà i promotori dell’appello sono convinti che sia ancora possibile realizzare alcuni “provvedimenti urgenti, per noi indifferibili”. Roberto Pasolini, presidente del Comitato politico scolastico non statale ha centrato li suo intervento sulla riforma del secondo ciclo d’istruzione che costituisce uno dei punti qualificanti della “riforma Moratti”, “riteniamo importante” ha detto, “che la riforma sia portata a compimento in questa legislatura; non possiamo più sopportare altri rinvii e incertezze che creerebbero solo confusione. Chiediamo un decreto snello che possa essere perfezionato e corretto dall?autonomia delle scuole”. Il presidente dell?Agesc, Enzo Meloni, ha ribadito che occorre “dare a tutti i genitori la possibilità di scegliere la scuola per i propri figli senza i vincoli economici a cui oggi sono soggetti. Le promesse fatte da questo governo purtroppo sono state in gran parte disattese”. Nell?appello si chiede: il rifinanziamento e rafforzamento normativo contributo per genitori delle scuole paritarie; risorse finanziarie per le scuole non statali “Nelle diverse leggi finanziarie di questa legislatura i capitoli di spesa concernenti le scuole non statali sono rimasti invariati; è una situazione che non si era mai verificata in precedenza: nel corso della precedente legislatura le risorse furono significativamente incrementate ogni anno”, si ricorda nell’appello. Le richieste proseguono con quella relativa alle risorse per l’integrazione degli studenti disabili; e all’approvazione proposta di legge n.2113. “Questa proposta di legge intende definire i “livelli essenziali” di cui all’articolo 117, lettera m), della Costituzione, che prevede, fra le materie nelle quali lo Stato ha legislazione esclusiva, la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale. Il PdL (primo firmatario l?onorevole Garagnani) consentirebbe dunque di limitare la discriminazione fra cittadini delle diverse regioni. Essendo già completato il percorso nelle competenti commissioni parlamentari” spiegano i firmatari “se ne chiede l’approvazione”. Le ultime richieste riguardano l?abolizione dell?articolo del 112/98 concernente i contributi alle scuole non statali; l?approvazione del Regolamento di delegificazione del T.U. 194; la formazione dei docenti; e infine l’approvazione del Decreto Legislativo sul secondo ciclo di istruzione “Con questo documento non abbiamo inteso delineare gli interventi prospettici che avevamo auspicato finalmente si realizzassero; abbiamo invece voluto indicare alcune azioni che riteniamo indilazionabili ed ancora realizzabili in questo scorcio di legislatura”, sono queste le ultime parole che chiudono l’appello. All’incontro di oggi al Meeting di Rimini era presente anche la sottosegretaria all’Istruzione Valentina Aprea.


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