Politica

Mediterraneo Sarkozy nuota veloce

Lo ha annunciato nel suo primo discorso, in realtà era stato un punto della sua campagna elettorale. Ha lanciato l’idea di una Unione Mediterranea...

di Joshua Massarenti

«Voglio lanciare un appello a tutti i popoli del Mediterraneo per dire loro che tutto si gioca nel Mediterraneo, che lì vanno superati gli odi per lasciare spazio a un grande sogno di pace e di civilizzazione. Voglio dire loro che è giunta l?ora di creare insieme un?Unione Mediterranea».

Le parole pronunciate di Nicolas Sarkozy poche ore dopo il suo trionfo alle presidenziali hanno lasciato molti suoi nemici di stucco. Non fosse altro per l?immagine di ?primo sceriffo di Francia? che il nuovo inquilino dell?Eliseo si è accollato dopo le sue dichiarazioni choc contro l?immigrazione clandestina, la sua repulsione contro qualsiasi riparazione morale della Francia nei confronti delle ex colonie africane (in primis quelle situate sulla sponda Sud del Mediterraneo, nel Maghreb), o ancora per il suo viscerale attaccamento ai valori incarnati dall?identità nazionale? e dagli Stati Uniti d?America.

Quel discorso di Tolone
Ma basta riavvolgere il film della campagna elettorale francese più appassionante degli ultimi 25 anni per scoprire che l?annuncio di ?Sarko? non aveva nulla di sorprendente.

Tolone, 7 febbraio 2007. Dalla Costa Azzurra, il candidato dell?Ump lancia un primo, vibrante appello a favore del Mediterraneo: «Sono venuto qui, a Tolone, per dire ai francesi che siamo i figli di Socrate, di Alessandro, di Augusto, di un umile ebreo crocifisso per aver insegnato agli uomini ad amarsi gli uni con gli altri. Siamo anche i figli di Cordova e di Granada, i figli dei sapienti arabi che ci hanno trasmesso l?eredità dei Greci arricchendola. Il nostro grande torto è stato quello di aver voltato le spalle al Mediterraneo. È ora di riabbracciarlo attraverso la nascita di una Unione Mediterranea che possa rilanciare il dialogo euro-mediterraneo immaginato 12 anni fa a Barcellona ma che non ha raggiunto i suoi obiettivi».

Confermata nel corso del suo primo discorso da presidente di fronte a milioni di telespettatori, la proposta ha avuto il merito di riproporre al centro dell?attenzione un?area tralasciata dall?Unione europea a favore dell?Est europeo. «Era ora che un leader dell?Ue ribadisse con forza il ruolo cruciale che riveste il Mediterraneo per il vostro continente», sostiene da Tunisi Yamina Mathoulthi, responsabile di un programma di ricerca incentrato sul Maghreb come spazio economico emergente presso l?Institut de recherche sur leMaghreb contemporain.

Quattro gli assi portanti dell?Unione Mediterranea proposta da Sarkozy: la sicurezza collettiva contro il terrorismo e l?adozione di una politica migratoria selettiva; l?ambiente, «perché l?erosione delle risorse naturali ha per conseguenza la povertà, quindi la violenza e le migrazioni di massa»; il co-sviluppo, «fondato su un libero scambio condiviso e la creazione di una Banca mediterranea d?investimento simile al modello europeo»; infine, la cooperazione giudiziaria integrata per lottare contro la criminalità organizzata.

Basterà? «No», risponde Jean-François Bayart, ricercatore francese a Sciences- Po. «L?integrazione economica del Mediterraneo si scontra con il fatto che i Paesi arabi dell?area non commerciano fra loro, né con Israele, e che i loro scambi commerciali con i partner europei sono troppo deboli. Inoltre, la gestione dei processi migratori è incompatibile con la liberalizzazione economica».

Un piano B
Altro handicap: il sospetto che la proposta di Sarkozy non sia altro che un ?piano B? per risolvere il caso Turchia. Il presidente francese si è sempre opposto all?entrata della Turchia nell?Ue. «L?Unione Mediterranea», ne conclude Jawal Kerdoudi, presidente dell?Institut marocain des relations internationales, «si riduce a fermare i migranti e a convincere Ankara che il suo spazio naturale è il Mediterraneo, non l?Europa».

Finora Bruxelles non ha commentato la proposta di Sarkozy. Di sicuro, l?idea di un?Unione Mediterranea è destinata a rilanciare il dibattito sulle relazioni che l?Unione Europea intende instaurare con Paesi che chiedono da tempo strategie chiare per riappacificare e sviluppare un?area strategica per la stessa Europa.

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