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Mediterranea salva 43 naufraghi, ma il bimbo nato nel naufragio è ancora in Libia

Mare Jonio ha soccorso 43 persone tra cui donne e minori a 40 miglia a Nord di Zuara. Rimane ferma in mare tra Malta e Italia l’Ocean Viking con 118 migranti a bordo. Continuano i respingimenti verso i centri di detenzione in Libia: altri 184 riportati a Tripoli

di Alessandro Puglia

La Mare Jonio di Mediterranea Saving Humans ha soccorso 43 persone tra cui donne e minori che si trovavano a bordo di un’imbarcazione piena d’acqua, sovraccarica, a rischio affondamento. Il soccorso è avvenuto a 40 miglia a Nord di Zuara secondo quando riferisce l’Ong italiana che in questi giorni, alla sua ottava missione di monitoraggio “civile”, sta documentando quanto avviene nel Mediterraneo centrale dove cresce sempre di più il numero delle persone catturate dalla guardia costiera libica e respinte verso l’inferno dei centri di detenzione.

L’Oim (Organizzazione internazionale per le migrazioni) – dopo aver confermato il naufragio avvenuto tra il 26 e il 27 giugno con sei morti e un neonato nato a bordo del gommone che si stava per capovolgere – ha comunicato che sono stati altri 184 i migranti, tra cui 14 donne e 11 bambini, riportati a Tripoli dalla guardia costiera libica nelle ultime ore.

Immagini che vengono postate anche dalla guardia costiera libica sui propri profili social mostrando un’assistenza che appare inverosimile, considerando i rapporti delle Nazioni Uniti, delle maggiori organizzazioni internazionali e i racconti di quelle vittime che dopo aver tentato la traversata finiscono ancora una volta nelle mani dei trafficanti di esseri umani, esposti a ricatti e a torture di ogni tipo.

Tra i 93 respinti che erano a bordo del gommone nero di cui abbiamo appreso notizia grazie ad Alarm Phone e Mediterranea c’era un bambino appena nato che era riuscito a sopravvivere a quelle ore durante il naufragio. Mediterranea così come Alarm Phone aveva informato della presenza di navi militari europee in zona, comprese navi della Marina militare italiana. Così l’Europa ha permesso che quel neonato – che adesso non sappiamo più dove si trova – tornasse nell’inferno libico da cui era partito. Qualche giorno fa sapevamo che era in mare. E sì, poteva essere salvato.

Nel frattempo l’Ocean Viking da domenica mattina rimane in attesa tra le acque territoriali maltesi e italiane: “Finora non abbiamo ricevuto risposta dalle autorità marittime alle due richieste di un Pos per far sbarcare 118 persone soccorse il 25 giugno” comunica l’Ong europea.

*Nella foto di copertina l'immagine del neonato riportato in Libia insieme agli altri naufraghi il 27 giugno pubblicata sui social dalla Guardia costiera libica

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