Mondo
Medio Oriente: qui anche lacqua va da una parte sola
I 6500 coloni israeliani assorbono l80% delle risorse idriche. E' uno dei tanti, drammatici paradossi di quel grande ghetto chiamato striscia di Gaza
di Redazione
Prima del 1948 il villaggio di Gaza non era che una povera oasi piazzata in mezzo a una striscia desertica che non interessava nessuno. Poche tribù beduine vi facevano pascolare le loro magre greggi di capre. Nel 1948-1949, la striscia accolse d?improvviso circa 200mila rifugiati arabi cacciati dalla Palestina: allora quel territorio era sotto amministrazione egiziana e i rifugiati vennero ammassati in campi di fortuna. Nel 1967, in seguito alla vittoria nella guerra dei Sei giorni Israele occupò la Striscia, che nel 1993, in seguito agli accordi di Oslo, venne in parte restituita ai palestinesi, come base del futuro stato. Oggi il 60% del territorio è sotto amministrazione dell?autorità presieduta da Yasser Arafat. Il 40% restante è controllato da Israele e da Tsahal, il suo esercito.
Oggi nella Striscia, oltre ai coloni israeliani, abitano quasi 1.200mila palestinesi. Ma sono due mondi lontanissimi in tutti i sensi: gli israeliani hanno un reddito medio di 18mila dollari mentre i palestinesi sono a quota 800. I coloni ebrei hanno a loro disposizione l?80% delle risorse idriche del territorio, grazie alle quali hanno costruito modernissimi impianti per le coltivazioni agricole. Il più grande insediamento israeliano nella Striscia, Kfar Darom, è una distesa di serre luccicanti ed efficentissime, circondate dal deserto che Tsahal ha creato per ragioni di sicurezza, come racconta l?inviato di Vita in queste pagine, distruggendo ogni edificio nel raggio di parecchie centinaia di metri. Anche la pesca non è libera, perché tutti i porti commerciali sono sotto controllo di Israele. L?altro grande elemento di discriminazione a Gaza sono le strade. Israele infatti blocca tutte le uscite. Un cittadino, munito di tutte le autorizzazioni necessarie, che vuole attraversare la frontiera che lo porta in Egitto deve mettere nel conto cinque ore di controlli al check point israeliano.
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