Mondo

Medio Oriente: nuova iniziativa di pace di Kofi Annan

Il segretario generale dell'Onu scrive in un documento la propria ipotesi di cessate il fuoco

di Gabriella Meroni

Il segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, ha messo a punto una nuova iniziativa di pace per il Medio Oriente destinata a porre fine agli oltre 13 mesi di violenze israelo-palestinesi e rilanciare il dialogo. A riferirne e’ il quotidiano israeliano ‘Ma’ariv’, secondo il quale il piano, ”Proposta per la ripresa dei negoziati di pace in Medio Oriente”, a firma del diplomatico insignito due settimane fa del Premio Nobel per la pace, e’ stato sottoposto all’attenzione dei diplomatici. Il documento impegna in una prima fase l’Autorita’ Palestinese ad impedire le violenze contro gli israeliani, compresi gli attacchi a partire dal territorio palestinese contro gli insediamenti, costringendola inoltre ad arrestare tutti i militanti ricercati in relazione alle violenze. L’Anp dovrebbe inoltre rilanciare la propria cooperazione in materia di sicurezza con Israele, sotto supervisione americana ed internazionale, ed affermare con chiarezza che ”gli atti di terrore e di violenza” sono da bandire e ”vanno contro gli interessi nazionali”. Esperti internazionali collaborerebbero con i palestinesi per identificare, denunciare ed impedire l’istigazione a sentimenti anti-israeliani attraverso i mezzi di informazione. In una seconda fase, Israele dovrebbe togliere l’assedio alle citta’ palestinesi e ripristinare la liberta’ di movimento per i palestinesi in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza. Le truppe israeliane inizierebbero il ritiro – entro le due settimane successive all’accettazione della proposta – per tornare alle posizioni occupate prima della ripresa delle violenze nel mese di settembre scorso. Israele dovrebbe inoltre devolvere all’Anp una parte del denaro raccolto attraverso le imposte. Questa operazione verrebbe completata nel corso della terza fase, che inizierebbe un mese dopo la firma della proposta di pace. Israele completerebbe allora il proprio ritiro sulle posizioni di partenza e congelerebbe ogni attivita’ di insediamento in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza. I negoziati ripartirebbero dopo il completamento della terza fase. Fino ad allora, un organismo internazionale avrebbe il compito di garantire la supervisione sull’attuazione degli impegni assunti. Ne farebbero parte rappresentanti di Stati Uniti, Unione Europea e delle Nazioni Unite.


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