Mondo
Medio Oriente: il pacifismo israeliano rialza la testa
Due affollate manifestazioni a Gerusalemme e Tel Aviv e un manifesto di 53 militari dal titolo choc "Non sparo più"
di Paul Ricard
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Un migliaio di pacifisti israeliani hanno accusato domenica il premier Ariel Sharon di ?condurre il paese verso la catastrofe? in due sit-in a Gerusalemme e Tel Aviv. Rispondendo all’appello del movimento ?Pace adesso?, i manifestanti hanno innalzato cartelli e scandito slogan per denunciare il ciclo infernale delle ?eliminazioni da parte di Israele e di attentati da parte dei palestinesi?. ?Noi – hanno gridato – non vogliamo uccidere né essere uccisi per la colonizzazione ebraica nei Territori?. Davanti alla residenza di Sharon a Gerusalemme, circa 300 dimostranti hanno piazzato due bare, a simboleggiare le vittime israeliane e palestinesi delle violenze. A Tel Aviv, davanti al ministero della difesa, dei riservisti si sono uniti ad altri 700 manifestanti per raccogliere firme per una loro petizione: facevano parte del gruppo di 53 che hanno annunciato ieri che non indosseranno più la divisa israeliana, perché non sono più disposti ?a dominare un altro popolo: ad espellere, affamare, umiliare i palestinesi?.
Non sparo più, questo il titolo del manifesto promosso da 53 militari riservisti.
Ecco il testo del manifesto:
Noi, ufficiali e soldati combattenti di riserva di Tzahal, che siamo stati educati nel grembo del sionismo e del sacrificio per lo stato di Israele, che abbiamo sempre servito in prima linea, che siamo stati i primi, per ogni compito, facile o difficile che fosse, a difendere lo Stato di Israele e a rafforzarlo. Noi, ufficiali e soldati combattenti che serviamo lo Stato di Israele durante lunghe settimane ogni anno, nonostante l’alto prezzo personale che abbiamo pagato.Noi che siamo stati in servizio di riserva in tutti i territori e che abbiamo ricevuto ordini e istruzioni che non hanno niente a che fare con la sicurezza dello Stato, e il cui unico obiettivo la dominazione sul popolo palestinese.Noi che con i nostri occhi abbiamo visto il prezzo di sangue che l’occupazione impone su entrambe le parti di questa divisione.Noi che abbiamo sentito come gli ordini che ricevevamo stavano distruggendo tutti i valori di questo paese. Noi che abbiamo capito che il prezzo dell’occupazione la perdita dell’immagine umana di Tzahal e la corruzione dell’intera societ israeliana.Noi che sappiamo che i territori occupati non sono Israele, e che tutte le colonie sono destinate ad essere rimosse…Noi dichiariamo che non continueremo a combattere in questa guerra per la pace delle colonie, che non continueremo a combattere oltre la linea verde per dominare, espellere, affamare e umiliare un intero popolo.Noi dichiariamo che continueremo a servire Tzahal in qualsiasi obiettivo che serva la difesa dello Stato di Israele. L’occupazione e la repressione non hanno questo obiettivo. E noi non vi parteciperemo.
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