Cultura

Medio Oriente: i conti delle perdite non tornano

Di Seth Ackerman (FAIR). Perché nei notiziari di una famosa emittente americana il numero dei morti palestinesi è più o meno uguale a quello dei morti israeliani?

di Redazione

I servizi giornalistici della National Public Radio (NPR) americana sul conflitto israelo-palestinese sono stati bersaglio di critiche da ogni parte, soprattutto da quando è iniziata la seconda Intifada, nel settembre del 2000. Una delle accuse più frequenti lanciate sia dai filoisraeliani che dai filopalestinesi è che la NPR e altre emittenti minimizzano o ignorano atti di violenza compiuti ?dall?altra parte?. Un comunicato stampa diffuso il 12 agosto scorso da CAMERA, un osservatorio sui mezzi di comunicazione filoisraeliano e di tendenze conservatrici accusava per esempio la NPR di sorvolare sull?assassinio di un colono ebreo nel dare la notizia del funerale di un membro di Hamas ucciso dalle forze di sicurezza israeliane. Parallelamente, l?arabo-americano Ali Abuminah, critico verso gli organi d?informazione, ha attaccato il 20 agosto scorso la NPR per ?la superficialità, l?incoerenza e la totale insufficienza? dei servizi sui raid israeliani contro i palestinesi. Per valutare la fondatezza di queste affermazioni contrastanti, FAIR ha passato al vaglio i notiziari della NPR sugli episodi di violenza in Medio Oriente, contando le volte in cui l?emittente ha riferito di attacchi che hanno fatto vittime tra israeliani e palestinesi. La ricerca ha preso in esame tutti i giornali radio della NPR nei primi sei mesi del 2001. Per avere un?idea del metodo seguito da FAIR, oltre che per poter esaminare tutti i nostri dati, visitate il sito www.fair.org/research/npr-israel.html. Nel corso dei sei mesi considerati la NPR ha dato notizia dell?uccisione di 62 israeliani e 51 palestinesi. A prima vista il dato può apparire non eccessivamente squilibrato, ma poi si scopre che in quello stesso arco di tempo i morti israeliani sono stati 77 e quelli palestinesi 148. Questo significa un 81 per cento di probabilità che la morte di un israeliano venisse resa nota dalla NPR, contro un 34 per cento per la morte di un palestinese. Dei 30 civili palestinesi con meno di 18 anni rimasti uccisi, solo sei ? il 20 per cento ? hanno trovato posto nei notiziari della NPR, mentre la radio ha parlato di 17 delle 19 vittime israeliane minorenni, ovvero l?89 per cento. Nel periodo preso in esame il 61 per cento dei giovani uccisi nella regione erano palestinesi, ma solo il 26 per cento di quelli menzionati dalla NPR lo erano. A quanto pare, per l?emittente la morte di un minorenne israeliano è più degna di fare notizia di quella di un giovane palestinese. Un civile israeliano assassinato aveva più probabilità (84 per cento) di trovare posto nei notiziari della NPR di un morto appartenente alle forze di sicurezza israeliane (69 per cento). Per i palestinesi era il contrario: per gli uomini della sicurezza uccisi le chances di fare notizia (72 per cento) erano maggiori di quelle dei civili (22 per cento). La NPR ha parlato di 26 soltanto dei 112 civili palestinesi uccisi nei Territori Occupati nel periodo considerato; ma ha dato notizia di 21 dei 28 civili israeliani ? per lo più coloni ? uccisi nella regione nello stesso arco di tempo. Il fatto che la radio dia nei suoi servizi giornalistici all?incirca lo stesso numero di vittime tra israeliani e palestinesi può essere il tentativo di mettere sullo stesso piano le notizie sulle perdite delle due parti allo scopo di dimostrare equilibrio. I commentatori del network fanno spesso precedere i servizi da un veloce riassunto degli ultimi avvenimenti nel quale quasi sempre menzionano uno o due recenti attacchi contro i palestinesi e uno o due contro gli israeliani. Dopo aver visto i risultati dell?indagine di FAIR, il difensore civico per l?attività della NPR Jeffrey Dvorkin ha detto che ?non sempre l?equivalenza numerica è un modo per determinare l?onestà giornalistica, in Medio Oriente o altrove?. E ha aggiunto che quando parlano della situazione mediorientale i giornalisti della radio “si preoccupano sempre di sottolineare lo squilibrio nel conteggio delle perdite” tra israeliani e palestinesi. Ma è facile capire perché la NPR sia potenzialmente incline a presentare sotto specie di quasi equivalenza la matematica da mattatoio dei morti. L?emittente viene accusata di minimizzare la violenza di una parte e di esagerare quella dell?altra, e poter replicare dimostrando che nei suoi notiziari i morti israeliani sono numerosi più o meno quanto quelli palestinesi le riuscirebbe utile, le permetterebbe di dire che si limita a “raccontare come stanno le cose sui lati opposti del fronte”. Una copertura giornalistica di questo genere può servire a far tacere le critiche, ma non dà all?opinione pubblica una visione precisa di ciò che sta accadendo in Medio Oriente. Secondo l?associazione israeliana per la difesa dei diritti umani B?Tselem, i morti palestinesi sono stati 576, quelli israeliani 164, un rapporto di circa 3.5 a 1. Di fronte a una simile disparità, il fatto che la NPR abbia invece tenuto su un piano di sostanziale uguaglianza il numero delle vittime sembra riflettere più il timore di apparire antiisraeliana che la realtà.


traduzione di Cesare Pavone

Copyright © Fair.org – Vita.it,
Verbatim copying and distribution of this entire article is permitted in any medium,
provided this notice is preserved
More info sul copyright: Scatta l’ora del copyleft
Articolo originale: The Illusion of Balance


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA