Formazione

Medici di famiglia sentinelle contro il doping

La considerazione e l'auspicio sono quelli di Livia Turco, ministro della Salute

di Redazione

Un ruolo piu’ forte dei medici di famiglia nella lotta al doping. Ad auspicarlo e’ il ministro della Salute Livia Turco, che, durante il IV convegno nazionale sul tema in corso a Roma all’Istituto superiore di sanita’, ricorda che l’Italia della lotta all’uso di sostanze proibite nello sport ha fatto tanto, “ma la sanita’ puo’ e deve fare di piu'”. Tra gli obiettivi indicati dal ministro Turco c’e’ “anche la formazione e sensibilizzazione dei medici di famiglia che possono diventare le vere ‘sentinelle’ del fenomeno sul territorio, inserendo la prevenzione e il monitoraggio del doping tra le loro abituali attivita’ assistenziali”.

Anche alle Regioni, oltre ai medici di famiglia, spetta poi un ruolo piu’ attivo nella lotta al doping. “Occorre ampliare – sottolinea infatti il ministro Turco – il coinvolgimento delle Regioni nell’attivita’ di controllo e prevenzione, sviluppando la collaborazione gia’ in atto in alcune realta’”. Regioni in prima linea, dunque, “con l’obiettivo di fare della lotta al doping una costante e radicata attivita’ di prevenzione sanitaria, sviluppando anche appositi programmi di formazione per gli operatori”.

Ecco dunque che diventa “necessario prepararsi a un coinvolgimento sempre maggiore, non solo della rete della medicina sportiva, bensi’ di tutto il sistema salute nel suo complesso e in special modo del Servizio sanitario nazionale”, puntualizza il ministro. Intanto, all’insegna di questo impegno, quattro laboratori regionali antidoping vedranno la luce entro luglio. “Nasceranno in Piemonte, Veneto, Emilia Romagna e Toscana – assicura Giovanni Zotta, presidente della Commissione di vigilanza sul doping – ed entro settembre-ottobre dovrebbero esserne pronti altri 4 o 5, compreso uno in Campania, con il Sud che mostra segni di attenzione verso il problema”. L’obiettivo, a differenza di quanto pensano in molti, non e’ quello di un centro in ogni Regione. “Vorremmo attivarne 11-12 – conferma infatti Zotta – puntando sulla collaborazione tra Regioni limitrofe che ci consentirebbe, in questo modo, la copertura dell’intero territorio nazionale.


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