Salute

Medici con l’Africa: 2,4 milioni di morti per Aids nel 2005

L'80% delle morti per Aids nel mondo avvengono nel continente africano.

di Chiara Brusini

Attivita’ di sensibilizzazione e informazione, test e controllo volontario, prevenzione della trasmissione verticale da madre a figlio, assistenza, cure domiciliari e trattamento delle malattie collegate, trattamento antiretrovirale nei casi di malattia conclamata, analisi e ricerca di laboratorio: sono i fronti dell’intervento di Medici con l’Africa Cuamm per la lotta all’Aids in Angola, Etiopia, Kenya, Mozambico, Rwanda, Tanzania, Uganda.

Con circa 30 progetti dedicati e una novantina di volontari impiegati, Medici con l’Africa Cuamm lavora per contrastare la malattia in uno sforzo costante di integrazione tra prevenzione e trattamenti, consapevole che i risultati migliori si raggiungono mettendo in atto misure di prevenzione e diffondendo il piu’ possibile le pratiche di cura.

Un’attenzione particolare e’ rivolta all’assistenza delle future mamme, per contrastare la trasmissione da madre a figlio e per donare una vita senza Aids ai bambini di domani. Le recenti stime Unaids danno conto dell’entita’ della tragedia che si sta consumando in Africa a causa dell’Aids: 2 milioni e 400 mila decessi solo nel 2005 (l’80% delle morti per Aids nel mondo) e il 64% di nuove infezioni, pari a oltre 3 milioni di persone.

L’Aids si sta mangiando giorno dopo giorno un pezzo d’Africa. In occasione della giornata mondiale di lotta alla malattia, Medici con l’Africa Cuamm invita a non dimenticare il dramma di un continente e richiama l’attenzione sulla necessita’ di progetti a lungo termine e strategie mirate.

Le testimonianze di chi lavora sul campo raccontano di questa difficile situazione e del lavoro per contrastarla: ”L’epidemia di Hiv/Aids e’ diventata anche per il Mozambico un’emergenza, essendo la causa del 23% di tutti i decessi del paese”, dichiara un operatore di Medici con l’Africa Cuamm in Mozambico, ”alla luce degli attuali tassi di sieropositivita’, e se le proiezione relative all’espandersi all’epidemia non dovessero subire alcuna variazione di tendenza, nel 2010 la vita media si attestera’ intorno ai 36 anni, cosi’ da annullare tutti i progressi faticosamente guadagnati nell’ultimo secolo. Come in tutti i paesi africani, il gruppo maggiormente colpito e’ quello delle donne in eta’ fertile, dei bambini e in genere dei giovani in eta’ sessualmente ed economicamente attiva”.

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