Sostenibilità
Meccanici a domicilio per ciclisti milanesi
Prende piede il servizio Prontobici di Itacoop
Non ci sono più ciclofficine nella tua zona? Niente paura, a Milano basta una chiamata e subito arrivano gli operatori di Prontobici. Attiva da maggio del 2008, l’iniziativa è opera di una piccola cooperativa sociale, la Itacoop, e sta riscuotendo un successo inaspettato. Tanto che, oltre ai privati, da qualche mese anche le aziende bici-friendly stanno richiedendo i servizi di Prontobici per i loro dipendenti.
«È quasi tutto merito del passaparola. E se tutto va bene, in un futuro non lontano potremmo anche diventare i “meccanici” delle bici in dotazione a Poste italiane e Vigili urbani: siamo in trattativa, speriamo si concluda bene», rivela Francesco Baglioni, 34 anni, ideatore di Prontobici e presidente di Itacoop, cooperativa di tipo B nata nel 2007 dall’esperienza di Progetto Itaca onlus, attiva sul versante della tutela della salute mentale. Naturale quindi che l’obiettivo di Itacoop sia quello di dare adeguate opportunità lavorative a persone con alle spalle storie di disturbi psichici. Oggi occupa otto persone, «di cui tre impiegate per il servizio di riparazione bici: con gli altri operatori girano la città con un furgone pronto a ogni evenienza, spesso riparando il mezzo sul posto», precisa Baglioni.
Nei primi 12 mesi gli interventi portati a termine sono stati almeno 400. «Prontobici è attivo tutto l’anno, ma è soprattutto nelle belle stagioni che le attività salgono, arrivando anche a 3-4 interventi al giorno». Il prezzo è abbordabile, con una media tra i 20 e i 40 euro comprensivi dell’uscita del furgone. Il tempo di risposta è di quattro giorni a partire dalla telefonata del cliente.
Dopo l’anno di rodaggio, durante questa sua seconda estate il servizio si sta facendo conoscere anche porta a porta. «A Milano, con l’arrivo di Ecopass e BikeMi (il servizio di bike sharing del Comune, ndr) c’è una rinnovata attenzione alla mobilità sostenibile: è anche per questo che stiamo ricevendo sempre più richieste». Buona parte dei clienti sono i privati. Alcuni chiamano perché vivono in quartieri senza ciclofficine a portata di mano o non possono portarci direttamente il mezzo. Altri, invece, sono lontano da casa e hanno bisogno di un intervento d’emergenza. «Poi ci sono i cosiddetti “grandi clienti”: ovvero le varie aziende, di cui teniamo sotto controllo il loro parco biciclette. Per esempio abbiamo una convenzione con l’Idroscalo», riprende Baglioni, «e ci occupiamo anche di quelle della Provincia di Milano. Grazie alla quale, tramite i fondi del bando «Emergo», abbiamo potuto far partire il progetto».
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