Cultura

Mcl, contro la globalizzazione meno tute bianche e più tute blu

I duecentomila del Movimento cristiano lavoratori si dissociano dal popolo di Seattle

di Barbara Fabiani

Alle manifestazioni di contestazione del G8 a Genova, il Movimento Cristiano lavoratori ha deciso di non esserci. Mentre una parte della società civile si avvicina al popolo di Seattle, l?Mcl ne prende le distanze e solleva una riflessione critica. «Queste provocazioni lasciano fuori i problemi di fondo», racconta Carlo Costalli presidente del consiglio generale del movimento nato nel 1972 a seguito di una scissione dalle Acli, «non vogliamo essere coinvolti nei metodi violenti dei manifestanti; non è così che si convincono i potenti del G8 a considerare le ragioni della società civile». Non che l?Mcl non si trovi in linea con i temi fondamentali della critica alla globalizzazione, dal debito estero alla tutela dell?ambiente, ma non arriva a vedere nel fenomeno un ?idra? da abbattere. «La globalizzazione è un fatto storico con cui dobbiamo fare i conti. Esistono anche dei suoi lati positivi per gli effetti scatenanti dei processi di sviluppo», continua Costalli, «la globalizzazione non va combattuta, ma va governata. Soprattutto vanno riportate al centro le ragioni dell? uomo al posto degli interessi economici. Siamo per una globalizzazione ?umana e umanizzante?, per dirla con il cardinale Tettamanzi». Se non con le contestazioni di piazza, come farsi ascoltare dai potenti ? «Il G8 è un organo consultivo che ha tutto il diritto di riunirsi e di discutere. La sollecitazione che gli rivolgiamo è che trovi degli strumenti per conciliare sviluppo economico con il bisogno di riscatto delle popolazioni più povere. Va evitato che diventi un vero e proprio organo di governo internazionale. E questo può essere fatto rafforzando altri organismi internazionali, in modo particolare le organizzazioni per la tutela dei lavoratori come la Conferenza Europea dei Sindacati e la Confederazione Internazionale dei Sindacati Liberi», sostiene Costalli esponendo una delle tesi in discussione proprio in questi giorni al IX congresso nazionale del Movimento, incontro dedicato ai temi della globalizzazione e dello sviluppo. Niente cortei a Genova per nessuno dei 200mila iscritti Mcl, quindi, ma l?organizzazione non si chiama fuori da altre attività del ?controvertice?; parteciperà infatti all?incontro del 7 luglio tra le associazioni cattoliche. Pronti per sollevare un?altra discussione critica, quella sull?identità dell?associazionismo cattolico all?interno dei movimento di protesta e negli interventi sociali in genere. «Non si riflette abbastanza sulla specificità delle associazioni cattoliche e dei valori di cui sono portatrici», conclude Costalli, «non possiamo rimandare oltre un confronto tra cattolici impegnati nella società, per ribadire quali sono i principi di fondo che compongono la specificità dell?associazionismo cattolico. Vorremmo solo che si inaugurasse un dibattito, mantenendo un dialogo con tutti gli altri soggetti».


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