Famiglia

McDonald’s: ingannevole la pubblicità sugli hamburger

Lo ha stabilito l'Autorità della concorrenza e del mercato, secondo cui non si può garantire dal rischio Bse

di Benedetta Verrini

E’ ingannevole la pubblicità con la quale McDonald’s garantisce la sicurezza dei suoi hamburger dal rischio dell’encefalopatia spongiforme bovina, il morbo della mucca pazza. Lo ha stabilito l’Autorità della concorrenza e del mercato, presieduta dal professor Giuseppe Tesauro, con un provvedimento pubblicato sul Bollettino ufficiale del 16 luglio 2001. Oggetto di valutazione dell’Authority è stato un messaggio pubblicitario molto dettagliato, pubblicato nei mesi scorsi a pagina intera su alcuni quotidiani e settimanali nazionali. Il testo sottolineava la cura posta nella scelta degli alimenti serviti nei ristoranti McDonald?s, di cui si affermava di conoscere ?l?origine, la lavorazione, la preparazione, le condizioni di trasporto … per poterne assicurare in ogni momento la tracciabilità?, e di ogni ingrediente, ?dalla carne alle salsine?, si affermava di conoscere ?vita, morte e miracoli?. Analoghi criteri di selezione venivano riferiti alla scelta dei fornitori, vincolati al rispetto di ?standard di qualità … rigorosi?, ?per offrire il massimo della sicurezza ai … clienti?. Al riguardo, si faceva riferimento ad un rigoroso sistema di approvvigionamento che prevede procedure di controllo pubbliche e private, ?per verificare che tutto sia aderente ai rigorosi standard McDonald?s?. Il testo concludeva affermando che ?in ognuno dei 280 ristoranti McDonald?s della penisola il livello di pulizia, di controllo, la freschezza del cibo e degli ingredienti sono assolutamente garantiti?, perché ?sulla sicurezza alimentare non c?è storia: il sistema qualità McDonald?s accetta ogni sfida?. E per chiudere in bellezza, in calce alla raffigurazione del tipico panino McDonald?s era riportata la dicitura ?Tranquilli. Garantisce McDonald?s?. Secondo l’Antitrust, chiamato a pronunciarsi su richiesta di alcuni consumatori, questa sicurezza non esisterebbe, al momento, per alcun tipo di carne: “Le conoscenze in materia di BSE sono ancora lungi dall?essere definitive – si legge nel testo della sentenza – e tanto meno lo erano al momento della diffusione dei messaggi, tanto da rendere impossibile per chiunque, compreso l?operatore pubblicitario, garantire una sicurezza assoluta delle carni”. Dunque, pur riconoscendo l’attenzione per le norme igieniche e l’alta qualità delle carni impiegate dal fast-food, l’Autorità ha vietato la diffusione dei messaggi pubblicitari già diffusi su alcuni giornali. A dare man forte all’Authority è stato l’Istituto superiore della Sanità, interpellato per fornire chiarimenti sulla vicenda. Secondo l’Istituto, esisterebbe un lungo periodo durante il quale la malattia del bovino non è individuabile da nessun test diagnostico. L’assenza di infettività, dunque, non può mai essere così certa. Neppure se “garantisce McDonald’s”. L’eventuale inottemperanza al divieto di diffusione dei messaggi pubblicitari sarà punita con l’arresto fino a tre mesi e con l’ammenda fino a cinque milioni di lire. Scarica il testo completo della sentenza:


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