Non profit
MayDay: così il piacione Blair s’infuriò
Insulti di Blair ai 500 attivisti che hanno invaso la City
di Redazione
«Anarchici, idioti, ignoranti». Per meritarsi degli insulti così da Tony Blair, il premier più ?politically correct? e da quando aspetta il quarto figlio anche più pro pannolini ecologisti, latte materno e diritti dei neonati del momento, i 500 attivisti che una settimana fa hanno invaso la City devono averla fatta davvero grossa. Più grossa che distruggere il MacDonald?s di Trafalgar Square, lanciare bottiglie di birra contro Downing Street o attaccare una cresta d?erba sull?imponente statua di Winston Churcill.
Più grossa che rovinare MayDay, il tradizionale primo maggio londinese, con slogan che contro il capitalismo e la Banca Mondiale urlavano proprio ?MayDay?: la più classica e universalmente intesa richiesta d?aiuto. Che però Blair non ha colto!
Arrabbiato o occupato com?era a cercare di dare un volto al popolo di Seattle. Un vero, grossissimo, problema per i governi. Perché l?esercito anti globalizzazione, sempre più numeroso e indecifrabile, ha facce, motivazioni, protagonisti e storie diverse.
Come quelle di Juliette Beck e Lori Wallach, due donne laureatesi nelle più prestigiose università americane che per molti dalla globalizzazione hanno più da guadagnare che da temere. Ma non per loro: attiviste che più diverse da «anarchici, idioti e ignoranti», di così non si può.
E forse proprio per questocosì pericolose per le oligarchie del mondo.
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