Volontariato
Maurizio e tutti gli altri
Nuovo governo.Il who's who dei ministri e sottosegretari sociali.Con Sacconi lavoreranno quattro sottosegretari.Ma molte deleghe sociali sono sulle spalle di Giovanardi.
La scorsa legislatura non c?ero, ma qui tutti mi dicono che è cambiato tutto, a partire dal clima». Raffaello Vignali, ex presidente della CdO, uno degli esponenti dei mondi del sociale che eravamo abituati a incontrare in tutt?altri luoghi, sta fumando placidamente nel cortile di Montecitorio, quando viene avvicinato dal cronista di Vita. In effetti, a tornarci, nel Palazzo, mentre il Berlusconi quater sta per ottenere la fiducia, lo scorso martedì 13, è cambiato molto, se non tutto. A partire dal ?clima?. Il fumoir dove ciondolava la sinistra radicale, oggi fuori dal Parlamento, è stato occupato dai deputati della Lega. Sono una marea (verde), e ignota ai più. Non che l?opposizione sia messa meglio: Ermete Realacci, antica conoscenza del mondo del non profit, va di fretta, è molto occupato a confabulare con i suoi di equilibri interni al Pd. Enrico Letta, come capita da settimane, ci dice secco: «Ho molto da fare, al governo». Quello dimessosi o lo shadow cabinet di Veltroni? Mah. Di Welfare Letta, ora, se ne dovrà occupare, ma da ministro ombra.
Qui, invece, ci interessa capire come si muoverà il governo – quello vero – sui temi del sociale. I primi segnali sono del genere ?luci e ombre?. Il giudizio, equanime, ce lo offre Mimmo Lucà, ex presidente della commissione Affari sociali della Camera, ora nominato segretario d?aula: «Il riaccorpamento dei temi del sociale sotto il ministero del Welfare è un buon segnale, dopo l?illogico spacchettamento effettuato dal governo Prodi; la dispersione di alcune deleghe sotto la presidenza del Consiglio no.
La verità è che terzo settore e volontariato interessano poco, alla Pdl». Vignali, naturalmente, pensa l?opposto, e ritiene anche che «di cattolici in questo governo ce n?è, e tanti», ma in effetti qualche conto non torna.La verità è che se i primi segnali di alcuni ministri, in merito alla ?caccia al rom, al rumeno, etc? non fanno ben sperare (il ministro alla Difesa La Russa vorrebbe – sic – mandargli contro i thank), altre nomine sono state fatte in positivo. Sempre martedì 13, all?ora di pranzo, il ministro al Welfare, Maurizio Sacconi («che è socialista, certo, ma anche cattolicissimo, glielo assicuro», sottolinea sempre Vignali) si è insediato al ministero, con i suoi sottosegretari per un pranzo di lavoro. I magnifici quattro che gli faranno corona e che stanno per ricevere le relative deleghe ?di massima? (per quelle formali ci vorrà un decreto ad hoc, da approvare nel Consiglio dei ministri di venerdì 16) sono il medico (milanese e indipendente) Ferruccio Fazio che si occuperà di salute, come la deputata – alta, bionda e serissima – Francesca Martini, ex assessore leghista alla Sanità del Veneto, mentre la ex portavoce del Family Day (eletta nelle fila della Pdl) Eugenia Roccella lavorerà sui temi etici. Una ?delega? trasversale, dunque, quella della Roccella, che dovrebbe toccare non solo le questioni strettamente sanitarie ma anche quelle sociali. Pasquale Viespoli, di estrazione Destra sociale ma da tempo fedelissimo di Fini, nonché già sottosegretario al Lavoro nel Berlusconi ter, seguirà il lavoro. Ma il vero dominus della partita sarà, naturalmente, il neo ministro (ex sottosegretario) Sacconi: la cui nomina è stata fortemente osteggiata, e fino all?ultimo, – si dice – da ?ambienti confindustriali? (gruppo Fiat in testa), contro cui ha tuonato per anni. A suo favore, invece, si sono spesi sia il ministro all?Economia, Tremonti («Se non c?è lui, non ci sono io», avrebbe detto) che una serie di ambienti vicini ai mondi del sociale. A partire da un trittico che peserà molto, nel prossimo quinquennio berlusconiano, trittico composto dal segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, da Natale Forlani di Italia Lavoro e da Carlo Costalli dell?Mcl.
Resta da dire di Carlo Giovanardi – ex Udc – che è diventato sottosegretario sì, ma sotto la presidenza del Consiglio: avrà le deleghe su famiglia, droghe, servizio civile e volontariato (in parte). E di Alfredo Mantica (An), che seguirà un suo vecchio pallino, la cooperazione internazionale allo sviluppo, dalla postazione di sottosegretario agli Esteri. Infine, Alfredo Mantovano che, come Adolfo Urso, neo sottosegretario allo Sviluppo economico, ambiva alla poltrona di viceministro ma che dovrà accontentarsi di seguire il settore su cui è meglio ferrato, l?immigrazione, da semplice sottosegretario all?Interno. A dare le carte sarà Maroni. Solo che le prime carte, distribuite proprio dal neo ministro, tutto fanno tranne che ben sperare. Staremo a vedere.
ESORDIO
- Sacconi, subito a Civitas«Ho ritenuto doveroso subito dopo il giuramento come ministro fare visita a Civitas, il luogo più emblematico e rappresentativo di questa grande potenzialità, di questo fenomeno rilevante come è il settore del non profit». Parole del neo ministro del Welfare, Maurizio Sacconi a Padova, alla sua prima uscita pubblica. E poi ha aggiunto: «Sono orgoglioso di esser figlio di una terra come il Veneto a cosi alto ?tasso? di volontariato».
Parlando dei primi impegni di governo nei confronti del terzo settore, il ministro ha confermato la stabilizzazione del 5 per mille definendo la platea dei destinatari, «ripensando in termini di disciplina generale i beneficiari e concentrando la sua destinazione verso soggetti realmente portati verso il bene comune».
«Le ragioni della speranza devono essere fortemente incoraggiate», ha anche detto. «Possiamo farcela se mobilitiamo i tanti corpi intermedi a partire dalla famiglia, creando nuove condizioni di speranza attraverso reti solidali interpersonali che vedano al centro la persona».
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