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Mauritania: Fox News alla ricerca disperata di terroristi

Le Monde l’ha definita “un’utopia vivente” dell’umanesimo musulmano. Ma Maata Moulana, villaggio fondato in Mauritania negli anni ’50, è finito sotto i riflettori del primo canale televisivo americano, che denuncia la presenza di un campo di addestramento di Al Qaeda. Un'accusa che crea sconcerto tra i mauritani. Un intellettuale locale pronto a trascinare Fox News in tribunale

di Ian Mansour de Grange

Un grassa risata! Ecco come mia figlia maggiore di 14 anni, Hanna, ha accolto l’annuncio di uno “scoop” della televisione americana Fox News il 25 marzo scorso. “Dai è una scherzo Papà!”. Dalla sua nascita, e per circa dieci mesi all’anno, Hanna vive a Maata Moulana [un villaggio situato nel sud-est della Mauritania che significa “il dono di Dio”]. Approdata in Terza media, Hanna è un’alunna eccellente che quest’anno passerà un esame importante per ottenere il diploma di hafidh Al Quran [l’esame prevede la recitazione a memoria del Libro Santo] e proseguire i suoi studi in scienze islamiche. Anche se nel profondo del suo cuore, mia figlia vorrebbe diventare medico.

Tornando al famoso scoop di Fox News, di che cosa si tratta? Secondo il celebre media – o meglio una tale Veryan Khan*, autoproclamatasi esperta in terrorismo – “Maata Moulana [accoglierebbe] uno dei principali campi di addestramento terroristico di Al Qaeda”! “Almeno ottanta persone sarebbero state reclutate negli Stati Uniti, Canada e in Europa, tra cui in Francia, per seguirvi “una formazione”. Per corroborare la sua teoria, la cosiddetta “esperta” fornisce una prova “che non lascia spazio ad equivoci”, e cioè una foto ritraente… la celebrazione di Ismu’ Mohammadi. Per chi non ne fosse a conoscenza, ogni anno a Maata Moulana si celebra il settimo giorno dopo l’anniversario della nascita del Profeta, il Maouloud. Una festa religiosa di villaggio come se ne vedono tante anche in Occidente, con la differenza che gli abitanti, bambini compresi, cantano le lodi del Profeta e lo sforzo di ogni credente per fare il bene e avere un comportamento migliore nel rispetto dell’umanesimo musulmano.

Capisco l’ilarità di Hanna, ma questa vicenda non mi fa ridere per niente. “Osserva bene la tua carta di identità francese figlia mia, e dimmi l’indirizzo che viene riportato. Maata Moulana, vero? Esattamente come sul tuo passaporto… E tu credi che con un tale pedigree così diffamato da Fox News riuscirai a recarti senza problemi in Francia o negli Stati Uniti per proseguire i tuoi studi in medicina? Presupponiamo che ti lasciano entrare in uno di questi paesi – tra cui il tuo paese di origine visto che ti chiami Grange…, ebbene rischi di essere soggetta a interrogatori alquanto muscolosi …”.

Ora Hanna ride di meno, molto meno. Così come migliaia di stranieri che hanno soggiornato a Maata Moulana sin dalla nascita di questo celebre luogo negli anni ’50. In seguito alla diffusione di questo scoop infame, l’indignazione fa a gara con l’inquietudine di destare il sospetto ovunque si vada, di vedere le proprie libertà, tra cui quella di spostarsi, restringersi. In tanti si stanno mobilitando per chiedere alle rappresentanze diplomatiche in Mauritania di difenderci, e siamo addirittura pronti ad andare in tribunale.

Tempesta di indignazione

E se il sentimento di ingiustizia sta dilagando tra gli abitanti di Maata Moulana, che rimangono fiduciosi nei confronti di Dio, il clima è diventato molto più effervescente a Nouakchott, la capitale. Basta ascoltare Veryan Khan per capirne le ragioni. La Mauritania “non è una destinazione turistica o di affari”, sostiene l’esperta, “l’unica motivo che spingerebbe un occidentale ad andarci è diventare un terrorista”! Con la stessa logica, il paese degli “uomini blu” – nel loro insieme e come nazione – avrebbe dei legami “con Boko Haram evidenti per la formazione e l’approvvigionamento di armi e soldi attraverso Al Qaeda”…

E tanto per amalgare tutto e il contrario di tutto, la signora Khan evoca la scarcerazione avvenuta il 23 febbraio scorso di alcuni membri di Al Qaeda i Maghreb (AQMI) giunti al termine della loro detenzione legale, ma che le autorità mauritane avrebbero voluto mantenere in carcere. Segue l’annuncio di una lista di una decina di terroristi tristemente celebri che “sarebbero stati formati” a Maata Moulana. E dove se no? Trattasi di Mohamed Saïd, Taleb ould Ahmedna, Teyib ould Saleck, Khadim ould Seman, Sidi ould Sidina, Kristos Katsiroubas, Ali Medlej, Aaron Yoon, Younis al Mauritani, Maxime Hauchard e Safieddine al-Mauritani. Problema: nessuno di loro ha mai messo i piedi nella nostra città! Né, per alcuni di loro, in Mauritania.

Com’è possibile che un qualsiasi terrorista o presunto tale possa sbarcare nella nostro villaggio così aperto ai viaggiatori, senza distinzione di colore, razza, religione e opinione? Invitiamo la signora Khan a Maata Moulana per farsi un’idea della nostra realtà, anziché accontentarsi di raccogliere foto e mappe su Google** nel vano tentativo di corroborare la sua cosiddetta expertise. Sfido chiunque possa denunciare la presenza di un “maestro in terrorismo” nella nostra onorata città.

In attesa di accogliere coloro che desiderano buttarsi in una tale impasse, lancio un appello a tutti i musulmani e non che hanno soggiornato o vorrebbero soggiornare a Maata Moulana per formare un collettivo di indignati contro le ingiurie e le insinuazioni professate da Fox News e la signora Veryan Khan!

Di Ian Mansour de Grange – Le Calame

Traduzione di Joshua Massarenti

Clicca qui per leggere la versione integrale originale. Le Calame è un settimanale della Mauritania e media partner di Afronline.org, il sito d'informazione di Vita dedicato all'Africa.

* Veryan Khan è direttrice editoriale del sito d'informazione del Terrorism Research & Analysis Consortium (TRAC), un think tank specializzato sul terrorismo internazionale.

** Nel rapporto che TRAC dedica a Maata Moulana, la dimora di El Haj ould Mechri, guida spirituale e capo di Maata Moulana, sarebbe addirittuta un covo dei terroristi islamici.


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