Formazione

Maturità: fà la tesina giusta

Cari maturandi, perché non vi cimentate con la globalizzazione? Le domande più frequenti, le tracce, indirizzi internet e una vasta bibliografia sull'argomento

di Carlotta Jesi

Cos’è la globalizzazione Chiariamo subito una cosa: una definizione universalmente riconosciuta di globalizzazione, non esiste. In generale, possiamo dire che è il fenomeno per cui, in seguito all’espansione del capitalismo dopo il crollo del muro di Berlino e alla rivoluzione tecnologica, le economie, i mercati e le culture nazionali diventano sempre più interdipendenti fino a diventare parte di un unico sistema mondiale. Questi i suoi motori principali: – la liberalizzazione dei mercati e dei movimenti di capitali – la spinta alla privatizzazione da parte di chi vede nel mercato la migliore espressione democratica anche dei bisogni sociali – la rivoluzione tecnologica che annulla le distanze geografiche e stimola gli scambi internazionali – la deregolamentazione che tende a rendere gli scambi economici indipendenti dalle scelte e dalle giurisdizioni degli Stati. Perché viene criticata: La società civile internazionale non critica la globalizzazione in sé, ma il fatto che sia subita, invece che partecipata, dai Paesi in via di sviluppo. Accentuando così la funzione di predominio di un modello economico standard, il capitalismo occidentale, e imponendo in tutto il mondo la cultura e i consumi che esso propone. Perché viene difesa: Molti economisti e industriali vedono invece nella globalizzazione uno strumento di lotta alla povertà. Perché la liberalizzazione dei mercati, favorendo la crescita economica dei Paesi, ha un impatto positivo sulla democrazia, il rispetto dei diritti umani e la spesa sociale delle nazioni in via di sviluppo. E perché la rivoluzione tecnologica, uno dei motori della globalizzazione, consente anche agli abitanti dei Paesi poveri di avere accesso a un patrimonio scientifico e di informazioni che prima era un’esclusiva dell’Occidente. input: Per un’analisi approfondita dei pro e dei contro della globalizzazione, potete consultare il sito Internet www.globalisationguide.org: mette a confronto voci diverse sul suo impatto ambientale, sui danni e sui benefici che porta ai Paesi poveri e sul rischio di omologazione culturale. Le sigle del governo globale:

1. La Banca mondiale Istituita nel 1944 a Bretton Woods per sostenere finanziariamente la ricostruzione dell’Europa, la Banca mondiale oggi si occupa soprattutto di combattere la povertà concedendo crediti d’investimento a lungo termine ai Paesi poveri. È formata da due agenzie distinte: la Ibrd-Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo e l’Ida- Agenzia internazionale per lo sviluppo. La prima raccoglie fondi sul mercato internazionale e li presta a condizioni di mercato, la seconda viene finanziata con donazioni dei Paesi ricchi che vengono utilizzati per finanziamenti a tassi agevolati e per tempi lunghi (35 – 40 anni). La Banca mondiale ha 183 Paesi membri e ha sede a Washington. Il suo presidente è James D. Wolfenshon.

Per ulteriori informazioni, www.worldbank.org

Cosa le viene contestato:  Mancanza di trasparenza e di partecipazione dei Paesi poveri: all’interno della Banca, le decisioni vengono prese dagli 8 Paesi (America, Giappone, Germania, Francia, Gran Bretagna, Russia, Cina e Arabia Saudita) che hanno un seggio permanente nel Consiglio. Il potere di voto è fissato in base alle partecipazioni finanziarie degli Stati.

Inefficienza: nel maggio del 1999, la stessa Banca mondiale ha ammesso che su un campione di 23 Paesi in cui è intervenuta, in 8 la povertà è aumentata e in 11 è diminuita di appena il 2%.

Per ulteriori informazioni, www.crbm.org, sito della Campagna per la riforma della Banca mondiale.

2. Fondo monetario internazionale Come la Banca mondiale, è stato creato nel 1944 con la firma degli accordi di Bretton Woods. In origine il suo obiettivo era garantire il rispetto dell’ordine monetario internazionale fondato sui cambi fissi. Con gli accordi di Giamaica del 1976, che hanno svincolato le monete dal rapporto base con l’oro e dai cambi fissi, la sua missione è diventata garantire che siano saldati i debiti contratti dagli Stati. I suoi obiettivi sono l’eliminazione delle restrizioni sul commercio estero e la promozione della cooperazione monetaria internazionale. È composto da 183 Paesi, il cui peso decisionale è stabilito dal principio “un dollaro, una voce”. Il presidente del Fondo monetario internazionale è Horst Koehler. Per ulteriori informazioni, consultate il sito www.imf.org

Cosa gli viene contestato: Mancanza di trasparenza: non è lecito sapere che posizioni assumono i vari Paesi nelle votazioni interne al Fondo. Mancanza di partecipazione del Sud del mondo: i Paesi dell’Africa detengono meno dell’1% dei voti, gli Stati Uniti più del 20%.  Per approfondire: lo speciale sulla necessità di riformare il Fmi realizzato da Unimondo, portale sullo sviluppo umano e sostenibile, lo trovate su www.unimondo.org/ guide/fmi/ Il sito di Mani Tese, ong che si batte per la riforma del Fondo è www.manitese.it

3. Il Wto L’Organizzazione mondiale del commercio (Wto-World trade organisation), operativa dal primo gennaio 1995, è nata nel 1994 dopo otto anni di negoziati in Uruguay (il cosiddetto Uruguay Round) ed è, di fatto, l’erede del Gatt, l’Accordo generale sulle tariffe e il commercio che dal 1948 regolava i commerci internazionali. L’organizzazione, di cui fanno parte 144 Paesi membri, ha sede a Ginevra e si occupa di controllare le regole del commercio mondiale: da quelle sulla proprietà intellettuale (Trips), a quelle sull’agricoltura. Si occupa, inoltre, di derimere le dispute commerciali fra le nazioni. Presidente è il neozelandese Mike Moore. Per maggiori informazioni: www.wto.org

Cosa gli viene contestato: Scarsa democraticità: ufficialmente le decisioni del Wto avvengono secondo il principio “un Paese una voce” e non secondo quello “un dollaro una voce” come avviene per il Fmi. In realtà, però, i Paesi maggiormente industrializzati, in primo luogo Usa, Canada, Giappone e Unione Europea, hanno ripetutamente stretto accordi molto importanti in seno a riunioni ristrette, di fatto escludendo dal processo decisionale gli altri membri. Potere coercitivo: il Wto consente ai Paesi e alle multinazionali di citare, di fronte a una corte, gli Stati membri che violano le sue leggi. Ma le sentenze sono emesse da un panel di tre burocrati, non sono previste regole che sollevino problemi di conflitti di interesse e chi giudica non è vincolato a principi di tutela dei lavoratori, dell’ambiente o dei diritti umani. Per approfondire: www.attac.org/italia/index.htm, associazione per la tassazione delle transazioni finanziarie e per l’aiuto ai cittadini che, con l’editrice Feltrinelli, ha appena portato in libreria il volume di Susan George Fermiamo il Wto. Segnati questi numeri. – Il 16% della popolazione mondiale (circa 800 milioni di persone che vivono nei Paesi ricchi), si spartisce l’86% dei consumi privati l’83% del reddito mondiale, il 90% dei risparmi. – Il patrimonio dei 3 uomini più ricchi del mondo supera il Pil dei 48 Paesi più poveri messi insieme. Le fortune dei 15 uomini più ricchi è pari al Pil di tutta l’Africa subshariana. – Il fatturato della General Motors è di 164 mld di dollari contro i 129 del Sudafrica, i 36 della Polonia, i 154 della Thailandia. – Il 77% dei 407 milioni di internauti contati nel 2000 vive concentrato in 15 Paesi ricchi mentre l’Asia del Sud, patria di oltre il 20% della popolazione mondiale, ne conta meno dell’1%. – 1,2 miliardi di persone, un quinto della popolazione mondiale, oggi vivono con meno di un dollaro al giorno. 2,3 miliardi di persone, invece, con meno di due dollari al giorno. – Tra il 1960 e il 2000, il divario fra i 20 Paesi più ricchi e i 20 più poveri, in termini di reddito pro capite a parità di potere d’acquisto, è aumentato da 18 a 40 volte. – Nei Paesi poveri, il 50% dei bambini sotto i 5 anni è malnutrito, mentre nei Paesi ricchi, sono meno del 5%.

Sai cos’è il G8? Gruppo informale costituito da Usa, Giappone, Germania, Francia, Gran Bretagna, Italia, Russia e Canada. Sorto dopo la crisi petrolifera del 1973, il G8 non è un organismo decisionale ma solo di concertazione. Quest’anno il G8 si tiene in Canada, il suo sito è www.g8.gc.ca/

Sai cos’è il G77? È il gruppo dei Paesi più poveri del mondo. Creato nel 1964 da 77 nazioni in via di sviluppo, oggi ne conta 133. Si batte per la cancellazione del debito estero e l?accesso alla globalizzazione Sito:www.g77.org

E ora 4 tracce

1) L’impero romano a confronto con quello americano: analisi della differenza fra la globalizzazione del primo e del ventunesimo secolo Materie: storia, geografia, latino, inglese

Per latino: Tacito, negli Annales, ricostruisce l’espansione dell’impero romano dall’avvento di Augusto all’inizio del II secolo e il suo modello di globalizzazione. Passi consigliati: Annales I,2 e I,9

Per storia: ricostruzione dei fattori economico/politico/sociali che spingono la globalizzazione, nel primo secolo e oggi

Per geografia: su una cartina si può ricostruire la differenza di estensione dell’impero romano e di quello americano

Per inglese: come cinema e letteratura americana hanno guardato all?impero romano (interessante il confronto tra i due Gladiatori)

2) Globalizzazione = americanizzazione? L’influenza della lingua, dell’arte e del pensiero americano sulla scena culturale internazionale Materie: storia dell’arte, inglese, filosofia, italiano

Per storia dell’arte: la Pop art tra apologia e critica della società del consumismo

Per inglese: da Henry James a Hemingway, da Fitzgerald ad Henry Miller: come gli scrittori americani hanno guardato all’Europa

Per storia: le istituzioni internazionali che consolidano l’egemonia americana (Fmi, Wto, Banca mondiale)

Per letteratura italiana: Pasolini e Fortini interpreti critici della colonizzazione culturale americana

Per filosofia: Minima moralia di Adorno (e in genere i libri dei francofortesi: Marcuse, Horkheimer, Anders). Poi Habermas. Gli studi di Bauman e Beck e George Ritzer sulla globalizzazione

3) Nord-Sud: il nuovo muro Materie: storia, geografia, italiano, filosofia

Per storia: analisi della colonizzazione e delle sue eredità

Per geografia: acqua, agricoltura, materie prime: al Sud mancano davvero i beni? Per italiano: il caso italiano. Il rapporto Nord-Sud nella letteratura del dopoguerra. Un modo di stabilire un rapporto

Per filosofia: l’idea del diverso: la figura dello “straniero” nei dialoghi platonici (soprattutto Il Teeteto e il Sofista) e un po’ tutta l’opera di Foucault (vd. Communitas n. 34. Il pensiero della differenza: da Levinas (Totalità e infinito, Tra noi Nomi propri), a Baudrillard (L’altro visto da sé) e, soprattutto, Derrida (Politiche dell’amicizia, Sull’ospitalità, ecc.). E poi tutta la grande antropologia culturale del Novecento (Levi Strauss, Boas, Geertz, Clifford, ecc.).

4) Islam e Occidente: passato contro futuro? Materie: storia, geografia, italiano, filosofia,

Per storia: l’espansione islamica negli ultimi vent’anni; i conflitti con il mondo occidentale dalla crisi del Golfo all’Afghanistan.

Per geografia: l’area di influsso islamico oggi nel mondo. Espansione, caratteri socio culturali.

Per italiano: qualche autore italiano moderno che ha incontrato l’islam. Oppure il caso Dante e l’Islam.

Per filosofia: un dialogo possibile. L’insegnamento della Chiesa cattolica ha come radice san Tommaso d’Aquino. Lui considerava estremamente vicino a sé Avicenna, uno dei maggiori filosofi dell’Islam. San Tommaso e Avicenna pensano razionalmente la rivelazione di Gesù e Maometto. Alla radice di entrambi c’è la filosofia greca e quella di Aristotele. Il possibile dialogo tra Occidente e Islam può ripartire di là L’Islam visto dal Nobel per la letteratura 2001, V.S. Naipaul

Bibliografia sulla globalizzazione (libri e online) Libri: Global di Paolo Del Debbio Mondadori, 16 euro; Il mistero del Capitale di Hernando de Soto Garzanti, 18,8 euro; In un mondo imperfetto, mercato e democrazia nell’era della globalizzazione di Joseph E. Stiglitz Donzelli , 8,26 Euro; Lo sviluppo è libertà di Amartya Sen Mondadori, 18 euro

Siti internet: http://globalize.kub.nl/ Per un punto di vista più accademico, quello della prestigiosa università di Harvard, collegatevi a questo sito di Ruud Lubbers, uno dei pochi professori al mondo specializzato in globalizzazione. Online pubblica tutto il materiale dei suoi corsi. Compresa una mappa interattiva della globalizzazione che ripercorre le sue tappe storiche fondamentali e sottolinea l’impatto che essa ha avuto nelle varie parti del mondo: www.iie.com/papers/hufbauer1000.htm Su questo sito dell’Institute for International Economics trovate un elenco di dati a sostegno della tesi che la globalizzazione fa bene ai Paesi poveri  www.cid.harvard.edu/cidtrade Un altro sito creato ad Harvard, completamente dedicato alle potenzialità del commercio globale che riporta anche analisi di economisti e lavoratori dei Paesi in via di sviluppo  www.unimondo.org/guide/globalizzazione/ Su questo sito di Unimondo trovate una guida per comprendere i problemi generati dalla globalizzazione non partecipata: dal debito estero dei Paesi poveri allo sfruttamento del lavoro minorile e della forza lavoro nei Paesi in via di sviluppo  www.retelilliput.org Sul sito della Rete di Lilliput, una delle organizzazioni non profit italiane in prima linea nella lotta a una globalizzazione imposta dal Nord al Sud del mondo, trovate una bibliografia completa sul tema: www.clarence.com/contents/societa/speciali/globalizzazione La globalizzazione dalla a alla z: su questa pagina del portale Clarence trovate un glossario completo di tutti le sigle e i temi legati alla mondializzazione: www.vita.it Tutte le notizie, i numeri e i nomi che cercavi e non osavi chiedere


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