Economia
Mattoni solidali
La sorprendente iniziativa di una cooperativa dell'Emilia Romagna
Sohail Hasan, pakistano, è in Italia dal 1987. Nel ?90 ha ottenuto il permesso di soggiorno. Si è integrato, ha trovato un lavoro, ha messo su famiglia, oggi è padre di tre figlie. Il suo problema più grande è stato quello di trovare una casa. Ora vive in una confortevole casa di 70 mq in un quartiere immerso nel verde e paga 310 mila lire di affitto mensile. Troppo bello per essere vero? Niente affatto.
In Emilia Romagna, a Correggio, c?è una cooperativa edificatrice (acquista le aree, progetta le case e ne dà in appalto la costruzione) con vocazione sociale, che compie piccoli grandi miracoli. Si chiama Andria e da alcuni anni, oltreché lavorare per i suoi 2.600 soci, lavora ed edifica per favorire l?integrazione sociale di fasce svantaggiate di popolazione, altrimenti tagliate fuori dai patti in deroga e dal salato mercato del mattone.
L?Andria, che nel ?90 è stata ribattezzata ?Cooperativa d?abitanti?, con il progetto “Cas?o-Mai” (Case o mai) ha già dato alloggio a venti famiglie di extracomunitari nel comune di Rio Saliceto (dove gli immigrati sono circa il 4% dei residenti, e quasi tutti lavorano nelle fabbriche locali e nelle officine del circo Togni), e altre spera di accontentare in futuro. Integrazione con gli abitanti del luogo e rispetto delle etnie: sono queste le parole d?ordine degli operatori della cooperativa aderente alla Legacoop di Ivano Barberini.
Le ribadisce Luciano Pantaleoni, direttore di Andria: «Fondamentale è una corretta gestione degli spazi personali, per rispettare l?eterogeneità delle culture presenti in Emilia abbiamo scelto di non concentrare molte famiglie in un unico condomino. Così cerchiamo di evitare problemi di gestione condominiale di spazi comuni. Ogni fabbricato ospita al massimo dieci appartamenti».
Poi c?è il progetto Gio.co., destinato a giovani coppie (18 case ultimate, 46 in costruzione e 14 in progetto). Se Maurizio e Maddalena non hanno un lavoro fisso e solo qualche risparmio da parte, possono comunque avere una casa adatta al loro portafoglio (e con loro altre cento coppie). Come? Pensando ad abitazioni unifamiliari parzialmente autocostruibili e ampliabili nel tempo. Le case per Gio.co. sono ?camaleontiche?, cambiano cioè forma e dimensioni secondo le esigenze.
Con una caratteristica comune: sono sempre confortevoli. Così si parte da una struttura base (immaginate un fienile) già abitabile, molto spesso in legno, con ingresso, soggiorno, cucina, bagno e soppalco adibito a camera da letto per poi evolvere, con il crescere del reddito (con possibilità di mutui e finanziamenti a fondo perduto) e dei componenti della famiglia, verso forme residenziali più complesse (tre camere, due bagni, giardino privato, ecc.), personali e rifinite.
L?idea di Andria è stata anche presentata con successo al Laboratorio tipologico del ministero dei Lavori Pubblici.
La ditta
Comune di Correggio: superficie iniziale: 67 mq; superficie finale: 91 mq; costo: 100 milioni; mutuo: 80 milioni (l. 457/78). Dieci abitazioni ultimate
Comune di Fabbrico: superficie iniziale: 61 mq; superficie finale: 84 mq; costo: 100 milioni; senza finanziamenti agevolati. Dodici abitazioni in costruzione
Comune di Novellara: superficie iniziale: 67 mq; superficie finale: 91 mq; costo: da definire. Quattordici abitazioni in progetto
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