Welfare

Mattarella alla Lega del Filo d’Oro: «La Repubblica vi è riconoscente»

Alla presenza del Capo dello Stato, è stato inaugurato oggi a Osimo il Centro Nazionale della Lega del Filo d'Oro. Il Centro permetterà di ridurre i tempi di attesa per le diagnosi e per impostare i percorsi educativo-riabilitativi personalizzati, oltre che di accogliere un numero maggiore di persone adulte sordocieche e pluriminorate psicosensoriali

di Sara De Carli

Le mamme e i papà si salutano, sorridono. La gioia è palpabile. «Quante speranze oggi sono diventate realtà», dice Nuccia Sangalli a Rosa Francioli. I loro figli, Alberto e Andrea, sono seguiti da anni dalla Lega del Filo d'Oro: vivono rispettivamente al Centro di Lesmo e di Molfetta. Rosa e Nuccia si abbracciano e nei loro occhi brilla fugace una lacrima. Daniele Orlandini, papà di Sara e presidenrte del Comitato dei Familiari, cammina su e giù con i rfogli del suo discsorso in mano, comprensibilmente emozionato. Alle ore 11.02 del 30 marzo 2023, Alberto, un uomo che ha iniziato il suo percorso alla Lega del Filo d’Oro 42 anni fa, taglia il nastro del nuovo Centro Nazionale della Lega del Filo d’Oro a Osimo. Con lui Aida. Asia e Salvatore reggono il nastro tricolore. La voce di Neri Marcoré, dal 2014 testimonial della Lega del Filo d’Oro e oggi cerimoniere d'eccezione, racconta con emozione questo momento: «È il coronamento del nostro sogno, dico nostro perché ci riguarda tutti». Accanto ad Alberto, Aida, Asia e Salvatore, ad inaugurare la Sede nazionale della Lega del Filo d'Oro, c’è il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Rossano Bartoli, presidente della Lega del Filo d’Oro, accompagna il Presidente in una breve visita privata nel nuovo Centro: iniziato nel 2013, terminato da pochissimo, è il più grande progetto che la Lega del Filo d’Oro abbia realizzato. «Io non saprei trovare parole migliori di quelle che ha usato il presidente del Comitato dei Familiari, per definire la Lega del Filo d’Oro: un compagno di strada. È la definizione migliore che si possa immaginare. Compagno di strada attivamente protagonista, vicino alle persone. Grazie ai volontari, al personale, ai terapisti, ai familiari e ai protagonisti. Grazie alla Lega del Filo d’Oro per quello che fa. Complimenti, la Repubblica vi è riconoscente», ha detto il Presidente Mattarella al termine dell'intensa e commossa cerimonia.

Ecco la cronaca di una giormata di festa e di orgoglio per un traguardo reso possibile solo dal prezioso aiuto di tanti sostenitori, aziende e donatori individuali. L'investimento necessario per realizzare il Centro, infatti, è stato di oltre 60 milioni di euro.

Dopo l’Inno nazionale, prendono parola il sindaco di Osimo Simone Pugnaloni, il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli e il presidente della Lega del Filo d’Oro, Rossano Bartoli. In sala c’è Piero Paladini, uno dei soci fondatori, insieme ai parenti di Sabina Santilli e don Dino Marabini: dalla loro intuizione il 20 dicembre 1964 nacque la Lega del Filo d’Oro, quel filo aureo della buona amicizia e quel legame con il mondo di cui chi non vede e non sente ha bisogno per uscire dall’isolamento in cui invece la sua disabilità lo chiuderebbe.

«L’idea di nuovo Centro Nazionale risale alla fine degli anni ’80. Dopo varie vicissitudini abbiamo deciso la progettazione di una sede nuova, con ambienti appositamente progettati per chi non vede e non sente, l’apertura del cantiere è avvenuta nel 2013 e il primo lotto è funzionante da aprile 2018», ha ricordato Rossano Bartoli. Il nuovo Centro Nazionale è un polo di alta specializzazione, punto di riferimento a livello nazionale per la diagnosi e l’avvio dei trattamenti educativo-riabilitativi. «A regime avremo 80 posti letto a tempo pieno e 20 posti a degenza diurna, oltre ai servizi territoriali», spiega Bartoli: questo permetterà di accogliere più persone per le valutazioni, i trattamenti precoci destinati ai bambini sotto i 4 anni e quelli intensivi, accorciando i tempi delle liste di attesa. La struttura, realizzata in due lotti, è costituita da 9 edifici con 37 tra ambulatori medici e laboratori per l’attività occupazionale, 40 aule didattiche, foresterie per i familiari, 4 palestre per la fisioterapia e 2 piscine per l’idroterapia. Una risposta concreta nata dalla mappatura dei bisogni specifici di chi non vede e non sente. «L'intera struttura nasce con l’obiettivo di assicurare agli ospiti la più completa vivibilità di ogni spazio, un ambiente sicuro e stimolante dove sviluppare le proprie abilità per raggiungere la maggiore autonomia possibile; fornire servizi con il più alto standard qualitativo; garantire un luogo dove accogliere le persone quando viene meno la possibilità di permanenza in famiglia o mancano strutture adeguate sul territorio», spiega Bartoli. Perché le persone con disabilità sensoriali e plurime alla vista e all’udito e contemporaneamente con limitazioni di tipo motorio sono tante, oltre 360mila secondo l'Istat, e rischiano ancora oggi di essere una fascia di popolazione invisibile, che senza sostegni adeguati troppo spesso è di fatto confinata nella condizione di isolamento imposta dal tipo di disabilità.

Bartoli ha concluso il suo intervento ringraziando il Presidente Mattarella: «La sua presenza ci onora, ci gratifica e ci è di stimolo a un impegno ancora maggiore, per continuare a crescere portando la nostra esperienza in altre regioni. Il nostro è un impegno convinto, che accompagna la professionalità a passione e coinvolgimento. Auspichiamo che nascano ulteriori servizi che possano rispondere ai bisogni specifici delle persone con sordocecità e pluriminorazione psicosensoriale, che richiedono standard superiori a quelli previsti dalle normative regionali, basti pensare che per ogni ospite qui ci sono almeno due operatori dedicati, senza contare tutto gli operatori che garantiscono servizi generali e amministrativi».

Ascolta qui le parole di Rossano Bartoli sull'importanza del nuovo Centro Nazionale.

Un compagno di strada

Daniele Orlandini, presidente del Coimitato dei Familiari, ha ricordato il momento in cui, 25 anni fa, dopo la nascita di sua figlia Sara, dissero a lui e a sua moglie: “Provate a sentire la Lega del Filo d’Oro”. «Mai avremmo immaginato il percorso che avremmo fatto. La Lega del Filo d’Oro da allora è diventata il nostro compagno di viaggio. Non solo per aiutare Sara a scoprire le sue potenzialità e a sviluppare le sue autonomie, ma anche per noi genitori. È un sentimento di attaccamento che tutte le famiglie come la mia hanno per la Lega del Filo d’Oro, perché qui troviamo un interlocutore che sa ascoltare i nostri bisogni, ma soprattutto è in grado di dare risposte. Noi sappiamo che ci sono centinaia di migliaia di cittadini che sostengono questo percorso: tutte le risorse impegnate hanno la loro ragion d’essere quando danno risposta a un bisogno e la Lega del Filo d’Oro lo fa. Il viaggio che la mia famiglia ha intrapreso è arrivato in questi mesi ad una scelta di residenzialità, affrontando oggi – nel durante noi – il dopo di noi. La Lega del Filo d’Oro, qui come in ogni altra Sede, per i nostri figli è casa. Qui è casa, qui è la loro vita, qui è il loro futuro». Il modello residenziale che la Lega del Filo d’Oro ha messo a punto per rispondere al “dopo di noi” è centrato sulla personalizzazione degli ambienti e sulla dignità della persona: il Centro infatti è pensato come un luogo in cui poter vivere bene, aperto al territorio, con l’obiettivo di agevolare l’inclusione delle persone che non vedono e non sentono.

La Lega del Filo d’Oro è diventata il nostro compagno di viaggio. Non solo per aiutare Sara a scoprire le sue potenzialità e a sviluppare le sue autonomie, ma anche per noi genitori. È un sentimento di attaccamento che tutte le famiglie come la mia hanno per la Lega del Filo d’Oro, perché qui troviamo un interlocutore che sa ascoltare i nostri bisogni, ma soprattutto è in grado di dare risposte.

Daniele Orlandini

A nome delle persone sordocieche è quindi intervenuto Francesco Mercurio, presidente del Comitato delle persone sordocieche: «Dal 13 al 16 aprile a Tivoli ci sarà la IX conferenza nazionale delle persone sordocieche», ha raccontato al Presidente Mattarella, «parleremo di come abbiamo affrontato la pandemia, di come ci siamo scoperti fragili e doppiamente isolati al tempo del distanziamento sociale e di come abbiamo trovato forza. Le persone sordocieche, Presidente, rifuggono il compatimento come pure l’esaltazione esasperata: la nostra fondatrice ci ha insegnato il lavoro, l’impegno per realizzare i diritti propri e altrui. Altro non chiediamo se non di essere messi nelle condizioni di fare le stesse cose che fanno tutti gli altri: studiare, lavorare, praticare un hobby, partecipare da cittadini alla vita della comunità. Sono ancora molti però gli ostacoli: manca ancora un riconoscimento reale della sordocecità, esiste sì una legge, la 107/2010, ma la norma è incompleta nella sua formulazione ed è inapplicata. Occorrerebbe un intervento dello Stato in tutte le sue articolazioni per rimuover gli ostacoli che impediscono alle persone sordocieche di partecipare alla vita del Paese: ce lo chiede la convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, ce lo chiede la nostra Costituzione. La sua presenza qui è un segnale importante, significa che le istituzioni si faranno carico delle nostre istanze».

Le persone sordocieche, Presidente, rifuggono il compatimento come pure l’esaltazione esasperata: la nostra fondatrice ci ha insegnato il lavoro, l’impegno per realizzare i diritti propri e altrui. Altro non chiediamo se non di essere messi nelle condizioni di fare le stesse cose che fanno tutti gli altri: studiare, lavorare, praticare un hobby, partecipare da cittadini alla vita della comunità.

Francesco Mercurio

Il primo dono

Francesca Graziosi, a nome dei terapisti e del personale della Lega del Filo d’Oro ha tratteggiato al Presidente Mattarella la bellezza di lavorare accanto a chi no vede e non sente, con professionalità ma anche «provando a mettere in campo un fattore in più, quello del cuore e della passione»: il compito degli operatori – ha detto – è trovare il canale per far sì che chi non vede e non sente sia riesca a comunicare con il mondo circostanze, ma accanto a ciò è importante far sentire loro che o sono soli, che hanno talenti da sviluppare, che “fuori” c’è un mondo che li vuole». Mentre Dyana Galassi, storica volontaria della Lega del Filo d’Oro ha restituito in poche parole quanto è prezioso quel dono gratuito di tempo, spendersi ognuno a suo modo, ognuno con le sue capacità. «Conoscere i sistemi di comunicazione è fondamentale, ma alla base di tutto ci deve essere la volontà di aprirsi agli altri, che per noi significa essere occhi e orecchie. Noi non abbiamo compiti di natura educativa, proviamo a regalare momenti di svago e leggerezza, momenti di cui ogni uomo e donna ha bisogno. Potremo a volte anche sbagliare un tocco sulla mano, poco importa, perché questo è quello che capita quando si comunica». Dyana ha citato Paul Ricoeur e mentre lei parlava il Presidente Mattarella annuiva sorridendo: «Chi risponde ad un dono, non è “secondo”. Magari lo è dal punto di vista temporale, ma dal punto di vista qualitativo. Ricoeur dice che è un secondo "primo dono". È proprio così, dopo tanti anni da volontaria, quando una persona sordocieca mi dice “Io mi fido di te”, per me è un dono grandissimo».

Il Presidente Sergio Mattarella, nel suo intervento conclusivo, ha raccolto tutte le sfumature e le sollecitazioni portate in questi brevi interventi. «Questo è un luogo in cui il disagio viene trasformato in opportunità e la sofferenza in solidarietà. Sono lietissimo di essere qui oggi, a rendere testimonianza della vicinanza della Presidenza della Repubblica». Quella di Sabina Santilli e degli altri fondatori, ha detto Mattarella, «è stata una straordinaria intuizione, con una visione del futuro e del possibile che allora sfuggiva a tanti». E ha aggiunto: «So bene che vi sono problemi, ho registrato insieme al ministro e ai parlamentari presenti le difficoltà che avete segnalato e che sono esortazioni a prendere iniziativa e a provvedere». Il Presidente ha concluso così: «Io non saprei trovare parole migliori di quelle che ha usato il signor Orlandini, presidente del Comitato dei Familiari, per definire la Lega del Filo d’Oro: abbiamo trovato un compagno di strada. È la definizione migliore che si possa immaginare. Compagno di strada attivamente protagonista, vicino alle persone. Grazie ai volontari, al personale, ai terapisti, ai familiari e ai protagonisti. Grazie alla Lega del Filo d’Oro per quello che fa. Complimenti, la Repubblica vi è riconoscente».

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