Famiglia

Maternità, c’era una volta il parto naturale

Boom delle nascite chirurgiche. Così le cliniche private guadagnano, i medici corrono meno rischi, le mamme indaffarate programmano l’evento. E la Sanità paga

di Redazione

Cherie Blair, moglie del primo ministro inglese e neomamma del piccolo Leo, ce l?ha fatta: a 45 anni ha avuto il suo bambino senza ricorrere, come peraltro era stato programmato, al taglio cesareo. Nel sottolineare questo fatto, i giornali inglesi non mancano di spezzare un lancia a favore del parto naturale e contro l?abuso del ricorso alla chirurgia nei reparti maternità.Anche l?Inghilterra infatti, come gli Stati Uniti e gli altri Paesi europei ha visto crescere, a partire dagli anni ?80, il numero dei parti cesarei. Ma mentre gli Stati Uniti sono passati, grazie a una massiccia propaganda a tutti i livelli, dal 25% del 1990 al 20,5% del 1999, in Italia siamo ancora di fronte ad un costante aumento. I più recenti dati Istat indicano una percentuale del 26% sul totale dei parti, con un legame molto stretto all?aumentare dell?età della donna, fino ad arrivare al 50% dei cesarei nelle mamme attorno ai 45 anni. Ma quello che stupisce è l?estrema variabilità delle percentuali a seconda degli ospedali e dei reparti: ad esempio, nel triennio 1996-1998 alla Mangiagalli di Milano si sono praticati quasi 4mila cesarei, pari al 26,9% del totale dei parti; stessa percentuale, più o meno, all?ospedale Niguarda e al san Raffaele. Ma in altri ospedali lombardi le cose sono diverse: a Mantova la percentuale sale al 38%, mentre il minimo tocca all?ospedale di Lecco con il 12,3%. Molto più alte le percentuali delle cliniche private: alla Madonnina di Milano, i cesarei sono stati il 58,8%, alla casa di cura La Quiete di Varese il 50%. Infine i costi: un cesareo costa molto di più: 3milioni e 600 mila, esattamente il doppio di un parto naturale. È giustificato dunque anche da motivi economici il richiamo della Sanità pubblica a limitare il numero dei parti cesarei, specialmente quando vi si ricorre da parte dei medici per limitare i rischi, e da parte delle donne solo per poter programmare il parto nella data desiderata, e non avvertire i dolori del travaglio.


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