Non profit
Massimo e Floriana giovani archistar grazie al social housing: «Per noi è il massimo»
I vincitori del premio In/ArchAnce 2011
di Redazione

Ciò che ci stimola di più nel social housing sono i vincoli». Massimo Basile spiega così una delle passioni dominanti dello studio di cui è cofondatore: MAB arquitectura. «Viene richiesta la massima qualità architettonica e allo stesso tempo un forte controllo dei costi», spiega l’architetto, «senza dimenticare che bisogna rivolgersi a fasce sociali eterogenee di possibili inquilini, persone con esigenze diverse da soddisfare».
Massimo, 34 anni, rappresenta metà dei soci fondatori dello studio. L’altra metà è Floriana Marotta, 33 anni. Due percorsi paralleli: entrambi partono da Palermo, da quel viale delle Scienze dove ha sede la facoltà di Architettura, per arrivare a Barcellona, a Plaça Reial, sede dello studio Mab. Nel mezzo hanno studiato e lavorato in tutta Europa, Francia soprattutto. Oggi sono marito e moglie e per ora non hanno nessuna intenzione di tornare in Italia. «Siamo arrivati a Barcellona nel 2001, abbiamo incominciato con degli stage finanziati dalla Comunità europea», ricorda Massimo, «quasi subito abbiamo deciso di stabilirci qui. Abbiamo trovato un terreno fertilissimo per il nostro lavoro».
Nella prima fase dell’esperienza spagnola si fanno le ossa in alcuni degli studi più prestigiosi della città, nel 2004 la decisione di mettersi in proprio. Alle spalle entrambi avevano gli studi fatti a Marsiglia, all’École di architecture di Luminy. Qui l’architetto Marotta ne approfitta per lavorare nell’istituzione per la progettazione urbanistica e strategica della città. «La nostra formazione ha influito molto sulla nostra attività attuale: oggi lavoriamo indifferentemente in Spagna, Italia e Francia», dice Basile. Il mix di nazionalità si riflette anche nella composizione della squadra: oltre ai due soci fondatori, nello studio lavorano altre sei persone, due spagnoli e quattro italiani.
«Tra noi non siamo diversi solo per provenienza, ma anche per competenze: abbiamo riunito professionisti di differenti discipline per sviluppare progetti d’architettura e paesaggio, sempre prestando un’attenzione speciale allo spazio pubblico e all’integrazione tra progetti e contesti urbani», fanno notare gli architetti. Lo studio infatti lavora sia in ambito pubblico sia privato, con interventi per edifici residenziali, scolastici, uffici e strutture ricettive. Tra i progetti più importanti – oltre all’intervento di social housing e parco pubblico in via Gallarate a Milano premiato da In/Arch-Ance – c’è anche l’ampliamento della Città universitaria di Ginevra e il concorso per l’area della nuova stazione di Bologna, mentre sono in fase di relizzazione i progetti per un intervento residenziale e commerciale a Timisoara e un edificio per uso misto centro culturale/alloggi per giovani lavoratori a Parigi. Ma è meglio lavorare in Italia o negli altri Paesi? Un dettaglio irrilevante per Marotta e Basile: «Non c’è molta differenza: certo, cambiano le normative di riferimento. Non influisce molto sul progetto finale, l’importante è sapere che le regole del gioco sono diverse».
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