Politica

Massimo Cacciari

È il coraggio che ci manca

di Redazione

In diverse occasioni ha parlato di una Milano divisa in due: da una parte chi ha i soldi e consuma la città, dall’altra quelli che la subiscono. In mezzo non c’è proprio nulla?
In mezzo c’è una rete straordinaria di volontariato, da don Colmegna in giù, in su, sopra, sotto, a destra e a sinistra. Ma anche qui è un volontariato in gran parte sconnesso rispetto alle politiche pubbliche. Mancano le sinergie. Come mancano anche a livello universitario. Io con don Verzè al San Raffaele ho trovato condizioni di assoluto favore che mi hanno permesso di fondare una facoltà chiamando tutti quelli che volevo, una cosa inimmaginabile in qualsiasi ateneo pubblico. L’unico settore in cui oggi riesco a scorgere una città intera che si raccoglie intorno a una sua eccellenza sono le grandi occasioni fieristiche, dalla moda al mobile. E invece dovrebbe essere così 365 giorni l’anno.
Questa è anche la città delle grandi fondazioni, a partire dalla Cariplo: non potrebbero essere loro il motore del rilancio?
Le fondazioni ormai sono potenze economiche, Stato dentro gli Stati, e lo saranno sempre di più nella misura in cui i Comuni diventano sempre più poveri. Per questo un loro contributo alle opere pubbliche sarebbe fondamentale. Il problema è che ragionano e decidono da sole. E il sindaco o se le intrallazza o rimane spettatore impotente. Non la penso come la Lega che vorrebbe accaparrarsele, ma certo è un meccanismo che non funziona. Per questo a maggior ragione ci vorrebbe un primo cittadino con una fortissima autorevolezza.


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