Martiri del fanatismo islamico o vittime di una strage di Stato? Al Festival del cinema di Cannes – dal 12 al 23 maggio – un film in concorso proverà a raccontare la vera storia dei sette monaci francesi trucidati in Algeria nel 1996. C’è grande attesa per la pellicola del regista Xavier Beauvois, Des hommes et des Dieu, perché 14 anni dopo una verità inquietante si sta facendo strada sul massacro nel monastero cistercense di Tibhrine.
La versione ufficiale parla di un sequestro operato dal Gia (Gruppo islamico armato) e concluso con la decapitazione degli ostaggi. Uno dei tanti eccidi compiuti dalla guerriglia integralista, dunque, nel mezzo della guerra civile algerina. I religiosi francesi furono presentati e venerati come i nuovi martiri dell’islam. Ma i dubbi iniziarono presto a circolare. Solo le insistenze del procuratore generale dell’ordine cistercense Armand Veilleux permisero di scoprire che dentro le bare c’erano solo le loro teste. Poi l’anno scorso la rivelazione-bomba.
Un generale francese in pensione, François Buchwalter, addetto militare in Algeria all’epoca della strage, raccontò ai giudici un’altra verità. I monaci erano stati falciati dai colpi di mitragliatore sparati da un elicottero dell’esercito algerino. Dall’alto erano stati scambiati per jihadisti. Resisi conto dell’errore, i militari allestirono una macabra messa in scena. Decapitarono i religiosi e fecero sparire i loro corpi, crivellati di proiettili in dotazione dell’esercito. Quindi attribuirono la responsabilità del massacro al Gia. Nella sua sofferta deposizione il generale Buchwalter confessava di disubbidire all’ordine del silenzio che i suoi superiori gli avevano imposto.
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