Cultura

Massacri in Algeria, tutti i retroscena

Esce in Francia un libro che testimonia la violenza delle forze dell'ordine, autrici degli orrori attribuiti ai terroristi. Scritto da un ex soldato, ora rifugiato politico

di Redazione

Ieri incarcerato per aver parlato troppo, oggi scrittore per raccontare una storia della quale a noi sono arrivati solo sussurri o immagini distorte: quella dei massacri in Algeria. È appena uscito in Francia il libro ?La sale guerre?, cioè ?La sporca guerra?, dell?algerino Habib Souaidia, ex ufficiale delle forze speciali del Paese islamico che un giorno si è ritrovato fra le urla e gli orrori degli assassinii, del terrorismo, delle torture. E oggi è diventato fonte di prima mano per confermare quelle che sono sempre state solo voci tanto terribili da credere: le violenze sulla popolazione algerina non erano perpetrate solo dai terroristi, ma in grossa misura dalle stesse forze dell?ordine. Souaidia, entrato come volontario nell?esercito, nel ?92 fu arruolato nelle forze ?antisovversive?. Ma presto si accorse che la vita militare era ben lontana da ciò che aveva sognato. Come quella notte, nel marzo del ?93, quando gli diedero l?ordine di scortare un camion di soldati nel villaggio di Douar Ez-Zaatria. Qualcuno scese, mentre Souaidia e i suoi uomini aspettavano il loro ritorno. Quando arrivarono, un?ora dopo, uno di loro avvicinò un pugnale insanguinato alla gola di Souaidia in segno di sfida. La mattina dopo i giornali annunciavano che un attacco terroristico aveva provocato dodici morti nel villaggio. Secondo il settimanale Time, ?La sporca guerra ? è ben più di un resoconto di mille brutalità. È un libro che spiega tanti misteri, per esempio le gravi perdite di vite umane nell?esercito algerino: pare infatti che fosse prassi comune lasciare allo sbaraglio, in zone pericolose, anche i giovani soldati sena esperienza. E il volume racconta anche che i terroristi erano infiltrati nei servizi segreti algerini, e manipolati da questi, dando così man forte all?alto comando militare che per anni è riuscito a dipingersi come l?ultimo baluardo contro la sete di sangue esplosa nel Paese. Una tesi suggestiva, che ha convinto per primo l?avvocato di fama Ferdinando Imposimato tanto da fargli scrivere una prefazione al volume. Ora Souaidia, rifugiato politico in Francia, si dice pronto a tornare in Algeria per testimoniare su tutti i crimini cui ha assistito.


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