Cultura

Martino: no al colonialismo culturale nella coooperazione

Il cardinale Renato Martino interviene sull'importanza del rispetto delle culture locali nella cooperazione internazionale durante il convegno delle Misericordie

di Emanuela Citterio

“La cooperazione tra organismi intergovernativi e le organizzazioni non governative va vista con favore, a patto però che i gruppi della società civile internazionale si astengano da imporre visioni ideologiche o modelli di vita condivisi solo da segmenti piccoli e particolari della società, come accade spesso nel campo della difesa della vita e nella tutela della famiglia”.
Lo ha detto questa mattina il Cardinal Renato Martino, presidente del pontificio consiglio Giustizia e Pace durante il settimo congresso internazionale delle Misericordie, in corso a Firenze sul tema “Globalizzazione e territorialità nella solidarietà”.

Il cardinale ha parlato della tendenza a imporre nei Paesi poveri da parte di “ong e associazioni espressive di limitate frange dei Paesi ricchi” pratiche e stili di vita “proprie di alcuni settori radicali della società avanzate, soprattutto nel campo della cosiddetta salute riproduttiva”.
“La Santa Sede” ha ricordato Martino “ha sempre considerato ciò una forma di colonialismo culturale ed eugenetico inaccettabile”.

Il presidente di Giustizia e Pace è intervenuto anche sul tema dello sviluppo sostenibile parlando di “nuovi diritti dei popoli, accanto a quelli personali o famigliari” e di “diritti di nuova generazione, come ad esempio quelli legati alla biodiversità”. Il cardinale ha definito “illecito e moralmente controproducente economicamente scaricare i costi attuali sulle future generazioni” sottolineando che “questo criterio va applicato soprattutto, anche se non solo, nel campo delle risorse della terra e della salvaguardia del creato, un settore reso particolarmente delicato dalla globalizzazione”.

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