Volontariato

Martino: Dall’esercito alla polizia, il passo è breve

Il Ministro Martino propone una legge per la fine anticipata della leva e per creare un vincolo tra esercito e accesso nelle forze di sicurezza

di Barbara Fabiani

Il Ministro Antonio Martino ha annunciato oggi alla Commissione Difesa della Camera un disegno di legge per l?anticipo della fine della leva obbligatoria al 2004 e per vincolare l?accesso alle carriere nei carabinieri, in polizia, in finanza o nei vigili del fuoco ad un periodo trascorso con le forze armate.
?Sarebbe una scelta anticostituzionale e troppo costosa? , è la pronta reazione di Massimo Paolicelli, Presidente dell?Associazione Obiettori Nonviolenti. ?Perché viola il principio costituzionale di garantire parità di accesso nel pubblico per tutti i cittadini (articoli 1, 3, 4 e 51 della Costituzione). Non capiamo poi come una nazione che non riesce a garantire l?accesso al lavoro a fasce protette, come i disabili, si faccia carico di garantire il posto di lavoro a chi serve la Patria in armi?.

Resta poi il problema della formazione opposta che riceve chi è destinato a fare il servizio militare, rispetto a chi è preposto all?investigazione ed al controllo dell?ordine pubblico.
?Si creerebbe di fatto una pericolosissima militarizzazione della società ?, prosegue il presidente di Aon.
Per quanto riguarda i costi, il conto di tale operazione è stato già presentato dal Ministro Martino, con la richiesta contenuta nel DPEF di portare la spesa per la funzione difesa entro il 2006 all?1,5% del prodotto interno lordo. Questo vuol dire un aumento tra i 3 ed i 4,5 milioni di Euro in più rispetto agli attuali 13.524.900.000 Euro della Funzione Difesa, ma che sono quasi 19.000 milioni di Euro se si considera il bilancio complessivo della Difesa, ma che sono ancora molti di più se si considerano anche le spese fuori bilancio.

?Tutto questo mentre il servizio civile viene lasciato andare alla deriva, ricordandosi che anch?esso concorre alla difesa della Patria sono nella contrapposizione con le regioni che rivendicano la territorialità della materia. ? conclude Paolicelli.

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