Famiglia
Martignano, comè vicina Porto Alegre
Qui Trentino. Il made in Italy della democrazia partecipata; Al principio furono i canopi, poi vennero Curcio e gli anni di piombo, adesso è lora degli immigrati
Anni 70. In città erano gli anni della contestazione, lotte operaie, conflitti e incomprensioni; una sinistra giovanile che scatenò ovunque estremismi. In via Verdi, Curcio, Rostagno, la Cagol occuparono l?università. Periodo non violento di entusiasmo e idealità. Poi la pazzia. Da scontro generazionale a fisico: violenza, lotta armata, vetrine e sogni in frantumi, dolori profondi. Caos e disordine pubblico.
In collina, ai piedi del monte Calisio o Argentario, alcuni giovani, all?ombra del loro campanile, costituirono un ?comitato? che, in città e provincia, è ancor?oggi conosciuto come il Comitato di Martignano. Rispose a loro modo a questi cambiamenti epocali, indirizzando le idealità globali dibattute negli atenei occupati e nelle piazze, in risposte locali. Il Comitato, apartitico ma non apolitico, contava agricoltori, alpini, casalinghe più che intellettuali.
La ?lotta armata? del Comitato? Promuovere incontri, dibattiti, feste al fine di conoscersi, parlarsi, inter-agire. Praticare la mescolanza in quanto, per dirla con Langer che stava al di là delle barricate «?più abbiamo a che fare gli uni con gli altri, meglio ci comprenderemo». Ed ancora metter mano all?oratorio, sostenere le associazioni locali, coinvolgere i giovani, recuperare le tradizioni e la storia locale come nel caso della Disfida dei canopi, che oggi è conosciuta a livello internazionale. Vedo una mano alzata. Chi erano i canopi? Trattasi di minatori tedeschi ?Bergknappen? che abitarono alcune zone del Trentino, tra cui l?Argentario, per almeno cinque secoli. Dalle ?buse canope? (miniere) su richiesta dell?allora principe vescovo Federico Vanga (1207-1218) estraevano l?argento ed erano del tutto estranei alla popolazione contadina locale. Vietata ogni contaminazione. Altrimenti, i locali, avrebbero potuto imparare le tecniche di estrazione.
Anni 80, seconda generazione. Il Comitato ha cercato di rispondere dopo gli anni di sociologia al boom economico e dell?edilizia che ha visto sovraccaricare la collina soffocando i nuclei storici. Anche qui: nessuna rivalsa contro un?amministrazione irresponsabile, ma una valanga d?iniziative, per favorire l?incontro, la conoscenza e quindi mescolanza con i nuovi residenti.
Anni 90. La terza generazione del Comitato che non esclude i ?ragazzi d?allora? si ritrovò ad affrontare una nuova ?invasione? in città: gli extracomunitari. Problema? No. Opportunità. Il metodo è lo stesso: permettere quella contaminazione che non è stata possibile ai tempi dei canopi. Per far ciò, nell?ultimo lustro, il Comitato ha ideato un evento titolato Le cene dell?Altro mondo. Sottotitolo: «per gustare la diversità».
No. Non si tratta solo del collaudato evento nazional-popolare in odor di sagra paesana, ma di un interessante laboratorio ove sono le comunità immigrate a menar le mani. Animare le serate, far da cena, suonare, ballare, raccontare di se stesse, allestir mostre fotografiche, parlar di progetti e di mondi altri in un turn over che, anno dopo anno, vede passare i diversi continenti: Africa, America Latina (2005), Asia ed Europa. Metà maggio. Nel parco dietro al paese. Diecimila presenze. Attorno alle cene è sorto un expò di quaranta associazioni di solidarietà internazionale, commercio equo, finanza solidale che da tutto il Trentino s?è unito a questo evento ormai definito la «festa di primavera della città di Trento». E non finisce qui: teatro, letture latinoamericane, libri, laboratori, seminari sulla cultura andina, formazione all?universo indio-afrobrasiliano, conferenza internazionale su L?altro G8 con otto donne in rappresentanza di altrettanti Paesi. Insomma, ancora oggi caos e disordine pubblico. L?amministrazione comunale costretta a raddoppiare i mezzi di trasporto, deviare il traffico, inviare le forze dell?ordine per contenere le proposte, ma non le proteste di Martignano.
No. Non finisce tutto all?italiana con tarallucci e vino. Sul modello di Porto Alegre, questo borgo di collina invita ogni anno il suo consiglio, la sua giunta e il suo sindaco lassù per ridisegnare assieme il territorio. Gli amministratori come uditori. La gente in cattedra.
Un po? come nella via Verdi d?allora.
Boom demografico
Un villaggio in continua crescita
Terra di rocce, morene, viti e querce, il villaggio di Martignano vive al cospetto della splendida cornice del monte Bondone in provincia di Trento. Il paese si compone di due nuclei ben distinte: il borgo vecchio e la parte nuova. Negli ultimi 50 anni la popolazione di Martignano è passata da 380 abitanti agli attuali 4.750. Un vero e proprio boom si è registrato nel decennio fra il 1971 e il 1981 quando i residenti crebbero da 660 a 2.995.
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