Welfare
Marroni: i suicidi sono un emergenza sociale
Lo ha spiegato il Garante dei diritti dei detenuti del Lazio dopo il tentato suicidio di un carcato a Frosinone
Il detenuto che ha tentato il suicidio a Frosinone, provando a impiccarsi con lacci e lenzuola, è un romeno di trent’anni. D.V., soccorso da compagni di cella e dagli agenti di polizia penitenziaria è stato ricoverato, in gravi condizioni, all’ospedale del capoluogo ciociaro. A spiegare i particolari dell’episodio, avvenuto ieri pomeriggio, è il Garante dei diritti dei detenuti del Lazio, Angiolo Marroni, per il quale «è necessario riflettere su un sistema che sta diventando sempre più un’emergenza sociale».
A quanto appreso dai collaboratori del Garante, l’uomo era un “nuovo giunto”, essendo arrivato in carcere a Frosinone sabato scorso. Ieri, sembra dopo aver sostenuto l’interrogatorio di garanzia davanti al magistrato, è tornato nella sua cella e, approfittando di un momento in cui era da solo, si è impiccato alle sbarre della cella. Ad accorgersi di quanto accaduto il compagno di cella che ha subito dato l’allarme.
Gli agenti di polizia penitenziaria accorsi hanno immediatamente praticato il massaggio cardiaco prima che un’ambulanza del 118 lo trasferisse in ospedale. L’uomo, che non ha ancora ripreso conoscenza, è ricoverato in gravi condizioni nel reparto rianimazione dell’ospedale del capoluogo ciociaro. Nel carcere di Frosinone, i detenuti sono 516 a fronte di una capienza regolamentare di 325 posti. «Al di là dei motivi personali che hanno spinto quest’uomo a compiere un gesto così tragico», spiega Marroni, «l’episodio conferma il clima di precarietà e di tensione che si respira nelle carceri della regione, sovraffollate oltre ogni il limite. Al sovraffollamento, alla fatiscenza della strutture, alle carenze di risorse economiche ed umane si aggiungono anche le difficoltà tipiche del periodo estivo, con il caldo e la riduzione delle attività di socializzazione e supporto».
«Non mi stancherò mai di denunciare», conclude il Garante dei detenuti del Lazio, «che, dopo episodi come questo che ormai si susseguono in ogni parte d’Italia, e i continui allarmi lanciati da chi vive ogni giorno il carcere, è necessario riflettere su un sistema che sta diventando sempre più un’emergenza sociale».
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