Aiuto umanitario
Marocco, in moto la solidarietà italiana. La guida Mouhib
È forse il primo aiuto del volontariato italiano al Marocco colpito dal sisma quello partito intorno alle 20 da Milano. È un furgone carico di beni di prima necessità per donne e bambini di Progetto Arca. Lo guida un operatore sociale marocchino: Mohuib, che lavora da 15 anni per la fondazione meneghina specializzata nell'aiuto ai nuovi poveri, impegno per il quale lui ha ricevuto la Civica benemerenza. Il presidente Sinigallia: «Come per l'Emilia, l'Ucraina, la Turchia, ci siamo mobilitati subito». Il cordoglio di Acli, AiBi, Anpas e Soleterre
Mouhib non poteva che partire subito. Immediatamente.
Mouhib è uno storico operatore di Fondazione Progetto Arca a Milano. Da 15 anni è con Alberto Sinigallia e i suoi, ogni giorno a occuparsi degli ultimi fra gli ultimi della grande città, i nuovi poveri, gli esclusi, a sfamarli, ad accudirli.
Ma le notizie dal Marocco le immagini del devastante sisma – si parla già di oltre mille morti – i i filmati delle videocamere a circuito chiuso, erano per lui uno struggimento.
Così, in poco tempo, quando è stato approntato il primo furgone di aiuti, era chiaro che dovesse scendere lui.
Progetto Arca si è mobilitata subito, come è sempre successo nelle ultime emergenze internazionali che hanno condotto le ormai famose cucine mobili in Ucraina, fra i profughi, in Turchia tra i primissimi fra i terremotati «e come facemmo per l’Emilia», ricorda a VITA, Sinigallia.
C’è anche lui, ovviamente, a stipare il furgone: «Beni pensati per bambini, donne e uomini, dalle brandine a kit igienico-sanitari a omogeneizzati e pannolini», dicono quelli di Progetto Arca.
Siamo in via Sammartini 110, i volontari lavorano con precisione, per sfruttare ogni spazio. Sul pianale c’è Sinigallia, con un muletto manuale: si infilano i pancali e si incastrano, in un piccolo mosaico solidale.
Mohuib, civico benemerito
C’è anche Mohuib, ovviamente. «Nel 2019», spiega il presidente, «ha ricevuto la Civica benemerenza per il suo impegno verso le persone in difficoltà in strada». E c’è anche Fabio, storico volontario: sarà lui col collega marocchino, a puntare i fari verso la tangenziale. «Alla notizia, oggi all’alba del devastante terremoto», racconta Sinigallia, «abbiamo subito mobilitato le nostre risorse per prepararci a questa nuova partenza».
Poco dopo le 20,00, il furgone sfila via: Mouhib saluta, sporgendosi leggermente: accenna un sorriso, sa che questi quintali di aiuti sono una goccia in un mare di bisogno ma ha chiaro il valore del gesto, di quel piccolo segno di speranza che portano anche a quelli che li vedranno arrivare, per quelli che soccorreranno.
Sulla fiancata del mezzo, accanto all’arca stilizzata, anche il logo di Fondazione Fiera Milano, storico partner di Progetto Arca: «Sì li voglio ringraziare», dice Sinigallia, «sono al nostro fianco anche in questa emergenza».
In moto la macchina della solidarietà
Intanto si succedono i messaggi di cordoglio delle associazioni italiane. La comunità marocchina è la terza più numerosa in Italia, sono oltre 430mila i sudditi di re Mohammed IV che vivono nel nostro Paese.
«Le Acli esprimono profondo dolore e cordoglio per le vittime», recita una nota, «i feriti e gli sfollati colpiti dal terremoto di questa notte in Marocco e assicurano le loro preghiere per tutti coloro che stanno vivendo questa tragedia».
In particolare, il Patronato Acli, presente con una propria sede nel Paese, garantisce tutto il sostegno possibile alla popolazione marocchina, «anche in virtù della stretta collaborazione che si è rafforzata in questi mesi con Consiglio della Comunità marocchina all’Estero – Come, per far pervenire aiuti concreti e per dare sostegno e assistenza a quanti si trovano in difficoltà».
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Apprensione anche per le realtà partner, come gli orfanotrofi con cui per esempio Aibi collabora: «La scossa è stata avvertita anche a Rabat», dicono dal quartiere generale dell’associazione, «qui si trovano che gli orfanotrofi con cui collaboriamo e che al momento, per fortuna, non registrano danni».
Il presidente delle Pubbliche assistenze, Niccolò Mancini, aveva espresso la sua solidarietà con un tweet e annunciato che i mezzi di protezione civile di Anpas sono pronti a partire.
Anche Soleterre ha espresso il proprio dolore per le numerose vittime e si sta mobilitando per portare soccorso ai più piccoli.
Nella foto di apertura, di Mosa ‘ab Elshamy per Associated Press/LaPresse, i soccorsi in un villaggio poco fuori Marrakesh.
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