Sostenibilità
Marmolada: una situazione di abbandono
La denuncia del vicepresidente di Mountain Wilderness Italia, Luigi Casanova
di Paolo Manzo
Il 16 agosto Mountain Wilderness ha compiuto una visita sul ghiacciaio della Marmolada, versante Serauta. Vi ha trovato una situazione di degrado e abbandono che suona solo a offesa della decenza e del buon gusto.
Un ghiacciaio invaso da carburanti (gasolio e olii), mezzi battipista abbandonati, reti e paletti trascinati dal movimento del ghiacciaio o inghiottiti dai seracchi. L’oscena galleria di alluminio, lunga oltre 100 metri che da Serauta porta sul ghiacciaio, impedisce agli escursionisti un agevole accesso, ed è addirittura stata tagliata in più punti.
In pratica la società funioviaria si è impadronita di questa enorme fetta di ghiacciaio. Cosa fanno i sindaci competenti e le province di Trento e Belluno per riportare un minimo di ordine su questo patrimonio pubblico? Lo ricordiamo: il ghiacciaio e l’intera montagna sono demanio pubblico e non possono essere lasciati in gestione a societrà private che su questo bene semplicemente speculano.
Quest’anno sono chiari i motivi che hanno spinto Mountain Wilderness a concludere il patto a Canazei: riportare ordine, regole e rispetto della montagna. Chiara è la risposta a chi ha speculato contro di noi, proponendo e sostenendo folli gallerie nella montagna e asservendosi, per interesse privato, a giochi politici di piccoli ed ininfluenti assessori trentini (verdi).
Le opere nascoste alla vista non sono ecologiche: ci troviamo davanti a un ecologismo mascherato, ancora infantile nelle sue espressioni e la situazione del dramma che il ghiacciaio sta vivendo penso risulti a tutti esplicita.
Ci sorprendono e preoccupano poi le dichiarazioni del sindaco di Rocca Pietore, ancora oggi possibiliste riguardo la pratica dello sci estivo sul ghiacciaio. Proprio nel momento di peggiore crisi della superficie si invoca ancora la possibilità di mantenere sciabile in estate questo fazzoletto di ghiaccio, questa riserva idrica bene di tutta la collettività internazionale.
La crisi del ghiacciaio è solo in parte dovuta alle condizioni climatiche, ma lo sappiamo bene, è stata accelerata dalla devastante azione meccanica messa in atto dall?uomo con la continua manomissione del ghiacciaio. Il danno non è dato dal passaggio di trenta o tremila sciatori, ma dall?azione di manutenzione delle piste e dall?inquinamento che questa azione porta sulla placca glaciale.
Lo si sappia da subito: la nostra associazione metterà in atto ogni azione necessaria e utile a fermare l?attività dello sci estivo, in particolare sul ghiacciaio della Marmolada, ma non solo, allargando l?azione di impegno a tutti i ghiacciai delle Alpi.
Auspichiamo che l?attuale pesante stagione climatica e le celebrazioni dell?Anno Internazionale dell?Acqua permettano agli amministratori locali e regionali riflessioni importanti sul valore di questo straordinario bene, l?acqua, che deve essere conservato a partire dal ghiacciaio quanto più a lungo possibile e rimanere gestito in tutto il suo flusso dagli enti pubblici.
Noi ne siamo convinti: questo è l?investimento forte che dobbiamo portare in Marmolada, fino a dare completezza ai progetti e alle idee sottoscritte nel patto di Canazei.
Ci auguriamo possano trovare attuazione, proprio attorno alla Marmolada, i messaggi di padre Alex Zanotelli del 2 agosto, le forti ed impegnative lettere inviateci dai vescovi delle diocesi di Belluno-Feltre e di Trento, parole che ci impegnano in percorsi aspri, oggi ancora non compresi dalla maggioranza delle persone.
La nostra associazione comprende le difficoltà incontrate dagli amministratori pubblici, ma saranno queste le scelte che ci permetteranno di offrire alla Marmolada la certificazione di qualità e di avviare percorsi di un turismo e della vivibilità in montagna più certi e solidi di quanto oggi non sia percepibile.
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