Sostenibilità

Marketing telefonico selvaggio I paletti del garante della privacy

dati personali

di Redazione

Un emendamento contenuto nel decreto Milleproroghe, diventato legge a febbraio, permette alle società di telemarketing di usare fino al 31 dicembre 2009 le banche dati costituite sulla base di elenchi telefonici pubblici, purché formati prima del 1° agosto 2005. Si tratta di una pratica, quella del marketing selvaggio, ripetutamente sanzionata dal Garante della privacy che ha già vietato alle società specializzate nella creazione e vendita di banche dati di trattare in tal modo i dati personali di milioni di utenti, raccolti e usati senza informare i cittadini interessati e dunque senza il loro consenso. Ora proprio il Garante mette precisi paletti su questa deroga legislativa. Innanzitutto le società dovranno documentare in modo adeguato che la banca dati, costituita con i numeri telefonici e gli indirizzi degli abbonati, sia stata effettivamente creata prima del 1° agosto 2005. Le società dovranno usare questi dati direttamente e non potranno cederli a nessun titolo ad altre aziende. Gli operatori che telefoneranno agli abbonati dovranno ad ogni contatto specificare per quale società chiamano e ricordare agli interessati i loro diritti. Ma soprattutto dovranno registrare immediatamente l’eventuale contrarietà dell’abbonato ad essere nuovamente contattato. L’utente che non intende essere più disturbato avrà il diritto di conoscere l’identificativo dell’operatore al quale ha comunicato la sua volontà. I dati presenti nelle banche dati dovranno essere utilizzati solo a fini promozionali e non potranno in alcun modo essere usati per acquisire nuove informazioni o il consenso degli abbonati ad effettuare chiamate dopo la data del 31 dicembre 2009. Il mancato rispetto del provvedimento comporta una sanzione amministrativa che va da 30mila a 180mila euro e che, nei casi più gravi, può raggiungere anche i 300mila euro.
www.garanteprivacy.it


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