Politica

Mario Monti, mani di forbice

Sfoltimento normativo, semplificazione fiscale, decreto milleproroghe ridotto all'osso

di Franco Bomprezzi

Tutto si può dire del governo Monti, tranne che non stia lavorando a ritmi del tutto inconsueti per la politica italiana e per il Parlamento. Oggi la fiducia sul “milleproroghe”, mentre stanno per arrivare nuove norme che regoleranno i rapporti del cittadino con il fisco. Prevista una semplificazione normativa, stanno per essere eliminate 430 mila norme. Ecco come i giornali seguono gli aspetti più operativi dell’attività di governo.

“Fisco più facile con un decreto” è il titolo a centro pagina sulla prima del CORRIERE DELLA SERA e questa è la sintesi delle notizie: “Il governo è pronto a varare la prossima settimana un nuovo pacchetto di misure per agevolare i cittadini nel rapporto con il Fisco. Il decreto per la semplificazione tributaria sarà a saldo zero. Previste norme «procedurali» che riguarderanno sia le dichiarazioni dei redditi sia la riscossione. Con la delega fiscale saranno sfoltite le detrazioni. Domani il provvedimento che cancellerà 430 mila norme. Pane fresco anche la domenica”. A pagina 10, titolo di apertura: “Milleproroghe, sì alla fiducia. Aumentano le sigarette”. “Quest’anno il decreto legge milleproroghe — il tradizionale provvedimento di fine anno in cui è possibile infilare di tutto — è stato contenuto nei limiti della sobrietà: 29 articoli, appena 60 emendamenti e uno strascico di 4 o 5 temi che i relatori (Bressa e Alfano) lasciano in eredità al Senato con un ordine del giorno – scrive Dino Martirano -. Ai senatori (che presto prenderanno in consegna il decreto in scadenza il 27 febbraio) viene segnalata in primo luogo la vicenda dei 4.000 docenti che non hanno maturato, con la riforma Monti di Natale, il diritto ad andare in pensione per il solo fatto che il loro anno solare coincide con il calendario scolastico (1° settembre-31 agosto). Rimangono in sospeso anche la questione della concessione per l’Autobrennero (nel senso che il governo dovrebbe poter scegliere la società cui affidare un’arteria di vitale importanza), i fondi per l’ippica (che verrebbero discussi a un tavolo tecnico del ministero dell’Agricoltura), le ex Ipab in Veneto e i termini per l’adeguamento degli impianti ai sensi delle direttive del Servizio antincendio. Questo e molto altro potrebbe entrare al Senato nel testo del mille proroghe”. Molto interessanti gli approfondimenti del CORRIERE alle pagine 8 e 9. “Un decreto per semplificare il fisco”, scrive Mario Sensini: “Nel bilancio 2012 bisogna tagliare 4 miliardi, più altri 16 dal 2013, quindi 20 miliardi strutturali da lì in poi, attraverso la riforma dell’assistenza e la riduzione degli sconti fiscali, altrimenti per far quadrare i conti bisognerà aumentare l’Iva. Per fare cassa bisognerà sfoltire la giungla delle detrazioni fiscali e questa sarà l’occasione di fare pulizia, tanto che l’amministrazione fiscale già ragiona su un nuovo Testo unico delle norme tributarie. Molti regimi di favore (sono 720, costano 250 miliardi l’anno e l’anno scorso li ha censiti, da esperto esterno, proprio l’attuale sottosegretario Ceriani), verranno eliminati. Il risparmio servirà a ridurre il deficit e, nella misura in cui Monti vorrà affondare la lama, alla riduzione delle aliquote di prelievo sui redditi. Meno sconti fiscali, più soldi in tasca. E dichiarazioni meno complicate da fare”. E a pagina 9: “Ecco i maxi tagli alle leggi. Cancellate 430 mila norme”. Scrive Maria Antonietta Calabrò: “Il superdecreto che è stato preparato dal ministro della Funzione pubblica Filippo Patroni Griffi contiene una miriade di disposizioni e innovazioni anche minute, che però incidono sulla vita di tutti i giorni. Quaranta pagine e 74 articoli che si occupano tra l’altro del rinnovo della patente, della carta di identità e del bollino blu. Ma anche dell’edilizia scolastica, della banca dati nazionale degli appalti, della certificazione unificata per le imprese. O reintroducono in via sperimentale la social card nelle grandi città, con un finanziamento di 50 milioni di euro. Il nuovo decreto disbosca anche una selva di ben 430 mila tra norme, disposizioni, regolamenti («È nei dettagli che il diavolo nasconde la sua coda», dice un vecchio proverbio inglese) e 330 leggi desuete e ormai, più che inutili, dannose. La legge più vecchia che verrà abrogata risale all’immediato dopoguerra (1947, e riguarda l’ente nazionale di previdenza e di assistenza per i lavoratori dello spettacolo) e in tutto circa 430.000 tra regolamenti, atti amministrativi, decreti ministeriali inutili perché obsoleti. Via anche la legge sulla caccia e il Dpr sui pescherecci del Mediterraneo del 1970, e norme su singole scuole e atenei”. 

Solo a pagina 25 (e dopo moltissimi articoli di scenario e sulla crisi economica) LA REPUBBLICA riferisce del “Milleproroghe, modifiche alle pensioni coperte con le sigarette”. Il decreto verrà votato stamane in Aula per poi passare al Senato. Nel frattempo viaggia verso l’approvazione del Consiglio dei ministri il decreto sulle semplificazioni che prevede il ritorno della social card (con una dote di 50 milioni), e la proroga fino al 2013 del bonus per le assunzioni al Sud. Il Milleproroghe non scioglie un nodo importante, quello dei lavoratori che stavano andando in pensione al momento della riforma. Sono salvi solo quelli andati ritiratisi dal lavoro entro il 31 dicembre 2011. Per quelli che avevano concordato l’uscita (che però è scattata dopo) non è chiaro che succederà: potrebbero rimanere anche 6 anni senza né pensione né stipendio. Per pagare il costo delle loro pensioni, si aumentano le sigarette. Nel decreto Semplificazione anche l’abolizione di 333 leggi obsolete e l’istituzione di un commissario cui i cittadini potranno rivolgersi in caso di lungaggini dell’amministrazione, si accorciano i tempi per il cambio di residenza e la data di scadenza dei propri documenti sarà il proprio compleanno.

IL GIORNALE si concentra sullo studio di Banca di Italia che certifica grandi disuguaglianze nel nostro paese. Niente Milleproroghe. Francesco Forte firma l’editoriale dal titolo “Chi vuole far scomparire il ceto medio”. «Negli ultimi tre anni, ci informa uno studio della Banca di Italia, la concentrazione della ricchezza è aumentata di parecchio, dando luogo a nuovi squilibri sociali. Nel 2008 il 10 per cento delle famiglie italiane più abbienti possedeva il 40 per cento della ricchezza: attualmente la sua quota è aumentata al 45%. Poiché in questi anni la ricchezza italiana non è aumentata, ma è un po’ diminuita, a causa della crisi, l’aumento percentuale della quota dei ricchi implica che la ricchezza delle famiglie delle restanti classi economico sociali è diminuita di più di quel che si sia ridotto, in media, il benessere nazionale”. Secondo il giornalista il principale indiziato per l’estinzione del ceto medio è l’Imu. All’interno scrive Laura Verlicchi che firma “Tra ricchi e indigenti la forbice si allarga. Unica salvezza: la casa”. «Nella fotografia del Paese scattata, anno dopo anno, da Bankitalia, il ceto medio è un’immagine sempre più sfuocata. I ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sono in aumento: la forbice dei redditi allarga le lame e lascia in mezzo un vuoto crescente. È l’esito inevitabile della crisi, che erode i bilanci familiari, e non da oggi: nel 2010 il reddito medio annuo, al netto delle imposte sul reddito e dei contributi sociali, è risultato pari a 32.714 euro, 2.726 euro al mese. Ma se guardiamo al reddito equivalente, che tiene conto cioè delle dimensioni del nucleo familiare, troviamo solo 18.914 mila euro per individuo, un valore inferiore, in termini reali, dello 0,6% a quello osservato con l’indagine sul 2008. E soprattutto, in termini reali, il reddito medio nel 2010 è inferiore addirittura del 2,4% rispetto a quello riscontrato nel 1991. Come se i vent’anni che hanno cambiato il mondo e l’economia, per i nostri redditi non fossero neppure passati. Ma per le spese sì: nel 2010 solo il 10,5% delle famiglie considera le proprie entrate «più che sufficienti» a coprire le spese, mentre quasi il 30% le considera insufficienti. Soprattutto perché gli italiani sono e restano il popolo dei mutui: così, l’acquisto e la ristrutturazione della casa sono la ragione principale per cui il 27,7% delle famiglie è indebitato, per un ammontare medio di quasi 44mila euro. A controprova, quasi sette nuclei familiari su dieci vivono in una casa propria: un trend che aumenta senza interruzioni da trent’anni. Il mattone ha un valore decisivo nella ricchezza media delle famiglie, pari a 163.875 euro. Un patrimonio sempre più accentrato: il 10% delle famiglie più ricche possiede il 45,9% della ricchezza netta totale contro il 44,3% nel 2008». 

Il milleproroghe e i lavori parlamentari su di esso non hanno un titolo sul MANIFESTO che sembra guardare oltre la cronaca parlamentare puntando invece all’indagine di Bankitalia sulle diseguaglianze nel nostro Paese cui è dedicata l’apertura con il titolo “Viva il ricco” e una foto del teschio tempestato di diamanti di Damien Hirst. Mentre il secondo tema in prima piano sono gli scontri di Roma con i pescatori e le proteste dei camionisti per il caro petrolio. Le prima due pagine, infatti, sono dedicate alle proteste che montano in Italia dai Forconi in Sicilia, ai “Camionisti on the road” di pagina 3. Sulla crisi, invece le pagine 4 e 5 “Cresce solo la povertà” con l’intervento della segretaria dello Spi Carla Cantone «Il tavolo delle pensioni resta aperto Monti apra il tavolo che ci aveva dato Prodi», è la frase scelta come titolo, mentre a pagina 5 di spalla all’articolo che illustra l’analisi del centro studi di Confindustria “La recessione c’è e ci resta”, si trova la posizione di Marcegaglia contro le proposte della ministro Fornero «No reddito minimo e non si cambi la cig» queste in sintesi le posizioni della presidente di Confindustria in vista della riforma del mercato del lavoro. Ai lavori parlamentari è dedicata l’apertura di pagina 6 ma è per parlare di “Mozioni bipartisan sul ruolo dell’Italia nella crisi, poi il blitz Laga-Pdl sulle radici culturali. Pd isolato” con il titolo che esplicita “L’Europa unisce, la cristianità divide”. 
 
“Regole semplici, meno evasioni” è il titolo di un pezzo del SOLE 24 ORE a pagina 5 nell’ambito delle pagine dedicate a Telefisco, l’annuale happening del quotidiano di Confindustria sulle tematiche fiscali: «La lotta all’evasione passa anche per la semplificazione del sistema fiscale. E se la dichiarazione dei redditi «di due paginette» è ancora lontana da poter realizzare, la semplificazione è certamente una strada da imboccare. (…) Un pacchetto di interventi su questo punto è stato presentato dall’agenzia delle Entrate per una traduzione legislativa, recependo proprio le indicazioni venute dai commercialisti. Nelle pieghe di un sistema fiscale complesso, ricorda Befera, si annidano innumerevoli possibilità di evasione. “Il nostro è un sistema fiscale – spiega Befera – che ha più di quaranta anni e che nel corso del tempo si è andato incrostando di una serie di complicazioni spesso dovute a motivi di gettito o a pressioni di lobby”. Una decisa sforbiciata a questo sistema, se non porterà alla famosa dichiarazione da due paginette, sicuramente dovrebbe rendere più agevole la vita ai contribuenti e all’amministrazione. E all’osservazione di Befera sul fatto che la semplificazione magari non sarebbe stata gradita ai commercialisti, Siciliotti ha replicato che questi ultimi non sono mai stati contrari a ipotesi di riduzione della complessità del sistema fiscale».

Due piccoli pezzi asciutti su AVVENIRE sul Milleproroghe e sul decreto semplificazioni. Oggi la Camera vota la fiducia sul Milleproroghe, con le limature messe a punto per trovare la quadra politica tra Pd e Pdl. Quindi stop al condono per i manifesti politici abusivi e sigarette più care per fare entrare in cassa 15 milioni di euro nel 2013 e 140 milioni annui dal 2014, per i tabaccai «un regalo alla criminalità». L’aumento però “salva” gli autonomi: non saranno più loro a coprire le pensioni per lavoratori precoci ed “esodati”.

LA STAMPA sotto al titolo “La grande coalizione fra sospetti e ipocrisie”, analizza lo scenario politico alla vigilia del voto sul Milleproroghe. Amedeo La Mattina scrive: «è una coalizione d’emergenza un po’ ipocrita perché Bersani e Alfano continuano a rifiutarsi di definirla  una maggioranza politica. Ancora è presto per dire se questa maggioranza si evolverà in qualcosa di diverso come chiede Casini per il quale è« ingenuo pensare che i problemi dell’Italia si risolvano nei prossimi sedici mesi: avremo bisogno di vaste alleanze anche nella prossima legislatura». E infine: «Pd e Terzo polo stanno facendo di tutto per evitare la rottura con il Pdl e la caduta dell’Esecutivo». 

E inoltre sui giornali di oggi:

CRISI
LA REPUBBLICA – “Lavoro ai giovani e credibilità così l’Europa resterà unita ma sui debiti niente sconti”. Il quotidiano diretto da Ezio Mauro pubblica l’intervento di Davos in cui Angela Merkel ribadisce il proprio sostegno all’Europa ma fissa dei paletti. «Noi siamo pronti a essere più europei, non solo sulla disciplina di bilancio, ma anche per una crescita sostenibile per l’Ue e per il mondo. Noi apparteniamo gli uni agli altri, è questo che il mondo al di fuori si aspetta dall’Europa». Secondo la Cancelliera tedesca, bisogna «far funzionare l’euro» e per questo è necessario «dare più competenze all’Europa». Il messaggio del ‘fiscal compact’ è «che tutti dobbiamo introdurre un limite al debito» e introdurre principi sui conti pubblici.

EUROPA
LA STAMPA – Edizione speciale de LA STAMPA «Oggi 10milioni di europei potranno leggere interviste, inchieste, reportage, pensati in modo europeo. Ciò conferma che l’Europa è qualcosa di vivo, che va oltre gli spread, bisogna preservarne le radici e difederle dai populismi. Un supplemento comune (a più testate) per andare alla scoperta di cosa ci unisce», scrive Mario Calabresi presentando l’inserto.

F35
IL MANIFESTO – In prima pagina di spalla un articolo di Giulio Marcon “No agli F35, la nostra campagna” che chiude ricordando quanto si potrebbe fare con i 15 miliardi di euro degli F35: nuovi asili nido comunali, messa in sicurezza delle scuole, creare posti di lavoro ecc. «Ci pensi anche il sindacato prima di cadere nelle trappole e nelle finte promesse degli armieri. E ci ripensi anche il governo Monti. Mettere fine alla vicenda degli F35 è sicuramente una scelta impegnativa, ma sicuramente – per le nostre tasche e per i posti di lavoro – assai più concreta ed efficace di quelle misure del decreto liberalizzazioni come i tagliandi delle assicurazioni elettronici e delle Srl a 1 euro per i giovani, di cui tra qualche mese nessuno si ricorderà».

CROCE ROSSA
ITALIA OGGI – Il pezzo a pag 4 “Croce rossa ai raggi X. C’è poca trasparenza” fa il punto sull’indagine conoscitiva sulla Croce Rossa italiana da parte dalla commissione sanità del Senato. «Mancata approvazione nei tempi dovuti nei rendiconti, opacità dei flussi finanziari, mancanza di criteri trasparenti e obiettivi sul reclutamenti, assenza di pianta organica, attribuzione ai dipendenti di emolumenti non dovuti, eccesso di consulenti esterni. E poi: mancanza di controlli interni, carenza di una esatta rendicontazione di beni mobili» sono i rilievi sollevati dalla commissione.

RIFUGIATI
AVVENIRE – Editoriale di Cecilia Malmstrom, Commissaria europea per gli affari interni, sul fatto che il 2012 è l’anno che vedrà nascere una politica di asilo per i rifugiati comune a tutta l’Ue. Non si parte bene, se è vero che a dicembre 2011, alla Conferenza mondiale sui rifugiati, l’Ue si è presentata senza una proposta comune e condivisa: «non è un caso – scrive la Malmstrom – che ci sono più rifugiati nel solo Kenya che in tutti i 27 Stati membri». Eppure quest’anno è l’anno decisivo: «l’Europa dovrà allargare la sua prospettiva e fare in modo che il sistema comune di asilo prenda finalmente vita».


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