Cultura

Marino: dal nuovo governo rispetto per la cooperazione

Così il presidente di Confcooperative all'assemlea annuale

di Redazione

“Berlusconi e la sua maggioranza hanno ricevuto un mandato limpido e inequivocabile a governare. All’on. Berlusconi rivolgiamo dunque i nostri auguri per l’opera difficile che lo attende. Al grande consenso deve
corrispondere grande responsabilità. Ci attendiamo una legislatura stabile, che guardi con realismo e coraggio alle necessità dell’Italia. Ci aspettiamo quel rispetto per la cooperazione, bene di tutto il Paese, che ci è stato assicurato nell’incontro pre-elettorale”. Il presidente di Confcooperative, Luigi Marino, in occasione dell’assemblea annuale, si rivolge così al nuovo premier.
“Il paesaggio della politica italiana è stato riplasmato profondamente. È un’Italia politica molto più bipolare di tante
altre democrazie europee. Con il loro voto gli italiani hanno posto le premesse per una legislatura priva di scossoni, di veti e del ‘vorrei ma non possò – continua Marino – I partiti presenti nel nuovo Parlamento dovranno sforzarsi di interpretare tutta la società e non solo i loro elettori. Occorre mettere mano alla riforma elettorale per non ridurre gli elettori a decidere solo quanti parlamentari debba avere un partito, senza poter scegliere le persone”.
“La politica esorta il Paese – le imprese in primo luogo – ad alzare la qualità, ad avere più coraggio per innovare e competere. È un richiamo fondato, ma nella sfida italiana la politica non può considerarsi un partecipante fuori concorso. Anche la politica deve misurarsi sulla qualità. Qualità della politica significa affrontare i problemi a viso aperto”. A cominciare dal costo dell’energia. “Va riconsiderato il nucleare in nuovi contesti di sicurezza. Coloro che
si preoccupano del suo impatto ambientale dovrebbero confrontarlo, con onestà intellettuale, con l’impatto ambientale del no”.
Il presidente di Confcooperative, poi, sottolinea il ruolo sociale della cooperazione. “Le cooperative sono generalmente sottocapitalizzate, perchè il loro obiettivo non è massimizzare il rendimento del capitale. Queste imprese sottocapitalizzate, nel succedersi delle generazioni, a volte accumulano un patrimonio significativo -continua Marino- È quel patrimonio indivisibile e indisponibile per i soci, anche in casi di scioglimento della cooperativa. Quel patrimonio è il salvadanaio dei famosi utili tassati solo parzialmente per le cooperative a mutualità
prevalente”. “Non sarebbe meglio dire che sono utili tassati con aliquota 100% per una destinazione sociale vincolata (dato che a quegli utili i soci rinunciano per sempre)? Rinnovo la nostra proposta: questo regime
fiscale – tassare parzialmente gli utili destinati a riserve indivisibili – sia applicato a qualunque impresa lo voglia utilizzare, alle stesse condizioni della cooperativa – aggiunge Marino – E voglio ricordare che per le altre tasse e imposte le cooperative non hanno differenze: pagano tutti i contributi previdenziali, tutta l’Irap, tutta l’Iva, tutta l’Ici. Il leggendario tesoro del regime fiscale cooperativo, di cui ho richiamato limiti e vincoli, e sul quale tanti vorrebbero mettere le mani, si aggira in realtà intorno ai 300 milioni di euro”.
“È un’altra la vera ricchezza delle cooperative: è il capitale che le cooperative accumulano nella fedeltà al
territorio-culla, alle comunità locale-madre. È il capitale di responsabilità, di valori e cultura imprenditoriale e insieme di solidarietà e di fiducia. La cooperazione dilata il mercato e ne intensifica la concorrenza. Lo fa perché introduce nel mercato attori nuovi, persone e gruppi sociali che non potrebbero altrimenti accedervi. Lo fa perché le cooperative entrano in competizione per uno scopo diverso: cioè quello mutualistico invece di quello
capitalistico”, conclude Marino.

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