Volontariato

Marina Casini (Mpvi), «A Palermo da costruttori di speranza»

Al via venerdì 18 novembre il 42esimo convegno nazionale del Movimento per la Vita italiano che riunirà i volontari oltre che amici e simpatizzanti di tutta Italia. Dialogo con la presidente nazionale del Mpvi a partire dal titolo scelto per questa edizione: “Costruttori di speranza. Per un futuro di pace” alla vigilia dell’appuntamento annuale dei pro-life italiani

di Antonietta Nembri

Per gli oltre 60mila volontari del Movimento per la Vita italiano, impegnati in tutta Italia nei Centri di Aiuto alla Vita – Cav, nelle Case di accoglienza oltre che nel servizio Sos Vita il convegno annuale del Mpv in programma dal 18 al 20 novembre è uno degli appuntamenti da segnarsi sul calendario. Il 42esimo Convegno nazionale è infatti, momento di formazione e informazione, ma anche occasione di incontro e confronto e quest’anno si terrà all’Isola della Femmine a Palermo. Il programma prevede eventi di formazione, appuntamenti internazionali come il 6° Forum Europeo “One of Us”, ma anche la presenza di organizzazioni amiche tra cui la Comunità di Sant’Egidio, la Papa Giovanni XXIII e associazioni europee e internazionali come Save a Life International, One of us e Heartbeat International.

A Marina Casini (nella foto durante il convegno nazionale 2021), presidente del Mpvi abbiamo chiesto di raccontarci cosa aspettarci da questo appuntamento, a partire da titolo scelto per l’edizione 2022 “Costruttori di speranza. Per un futuro di pace, difendiamo la vita”. Un titolo che è un messaggio. «C’è un pensiero molto intenso che è nelle fibre del Movimento per la Vita e che ha spinto e sospinto ogni attività e iniziativa: “Per ritrovare speranza bisogna avere il coraggio di dire la verità: la vita di ogni uomo è sacra”. La verità sul valore di ogni essere umano, cioè di ogni persona, è dunque condizione della speranza» risponde la presidente Casini. «Questo pensiero viene dai Vescovi italiani, risale al 1979 ed è collegato alla legge che l’anno precedente introdusse l’aborto in Italia. Un pensiero quanto mai attuale che dischiude un orizzonte ampio e affascinante in cui il tema del diritto a nascere, collegato al “cuore a cuore” tra mamma e figlio durante la gravidanza, è visto come tema centrale fondativo di una cultura, di una società. Non si può progredire in nessun senso se non si muove da uno sguardo totale sull’uomo e lo sguardo può essere totale solo se accettiamo di misurarci fino in fondo con la più estrema delle povertà: quella degli uomini senza volto e senza nome che non sono ancora nati e che perciò possono essere facilmente travolti dallo scarto. Per questo Madre Teresa li chiamava “i più poveri dei poveri”. Una società che mette al centro questi figli, simbolo di ogni fragilità, di ogni “non contare”, e che si fa abbraccio per le donne che portano un figlio in grembo, è una società che porta la rivoluzione della speranza, che ha imboccato la strada di un vero progresso, di una nuova costruzione in tutti i settori: politica, economia, diritto. Qui è possibile trovare l’energia per costruire la speranza, ma anche la pace, altro tema del convegno».

Questo appuntamento annuale è anche occasione per fare dei bilanci. Che anno è stato il 2022 per il Mpvi?

Un anno ricco di iniziative e di fermenti. E a proposito di speranza in occasione del convegno sono stati pubblicati due volumi intitolati “Per ritrovare speranza. Le giornate per la vita: il concepito uno di noi”. Sono due volumi che raccolgono le riflessioni di Carlo Casini sui temi delle giornate per la vita. Una miniera cui attingere per approfondire la cultura della vita. Sì, certo, questo è sicuramente un tempo di bilanci, anche se lo definirei più un momento di “lanci”. Quest’anno, in particolare, saranno presentate al Convegno una serie di novità: e-learning, podcast, nuovi materiali comunicativi, un video con la voce della doppiatrice italiana di Julia Roberts, solo per anticiparne alcuni. Ci sarà un momento dedicato allo studio delle tendenze dell’aborto e di come le nostre realtà si comportano, per rispondere a una società in continua evoluzione. Insomma, porteremo a casa una valigia ancora più piena, di informazioni, consapevolezze, idee… che metteremo in piedi nei mesi successivi.

Il 2022 è stato anche un anno di polemiche accese su diritto all’aborto – soprattutto dopo la sentenza della Corte suprema statunitense – c’è la guerra in Ucraina e la conseguente crisi economica. Parlare di “difesa della vita” oggi ha più criticità o opportunità?

Ogni occasione è una opportunità. Non bisogna mai stancarsi di parlare dell’importanza di custodire la vita umana dal concepimento alla morte, di tutelare la maternità, di sottolineare la bellezza dell’abbraccio chiamato gravidanza. Tante volte ci siamo detti: “non rassegniamoci!”: non rassegniamoci alla cultura dello scarto e non permettiamo l’assuefazione delle coscienze. Oggi diciamo anche: “non perdiamoci!”: non perdiamoci nella tentazione del pessimismo, nelle spire della stanchezza, nel vortice delle polemiche, nella delusione delle aspettative, nell’angustia delle ideologie, nella fatica di un lungo cammino. Manteniamoci saldi nelle cose che contano davvero, purifichiamo il nostro cuore, coltiviamo l’unità, abbattiamo gli steccati e i pregiudizi, prendiamo in mano tutti insieme la bussola della vita. In fondo, la pandemia e l’ombra incombente della guerra, così diverse e distanti per problematiche e dinamiche, gridano all’unisono la necessità di trovare una via di uscita per la salvezza dell’umanità. È questa la strada che dobbiamo percorrere insieme e anche qui, insieme, possiamo sperimentare la forza della speranza che scaturisce dal riconoscerci fratelli, fratelli tutti. Fratelli sempre, fratelli dall’inizio. Ancora una volta torna prepotentemente il tema “uno di noi”: come possiamo garantire una fratellanza solida, profonda, disinteressata, quando una società si organizza per recidere il legame alla sorgente, quando l’altro viene in essere nel concepimento? “La difesa della vita ha il suo fulcro nell’accoglienza di chi è stato generato ed è ancora custodito nel grembo materno, avvolto nel seno della madre come in un amoroso abbraccio che li unisce” ha detto papa Francesco: se è questa la sorgente più intima della fratellanza che si chiama maternità, è da qui che dobbiamo ripartire per portare luce e speranza. Mi pare che in questa prospettiva ci sia poco spazio per le “battaglie ideologiche”.

Quest’anno sono presenti anche Comunità di Sant’Egidio e l’associazione Papa Giovanni XXIII, quali sono le attività che avete insieme?

Sono molto lieta della loro presenza. Lavoriamo tutti per la causa dell’uomo e vogliamo una società centrata su chi ora è scartato, rifiutato, emarginato, affinché tutti siano accolti a partire dall’attenzione ai bambini non ancora nati e alle loro mamme. Con la comunità di Sant’Egidio abbiamo avuto in passato alcuni bei momenti di incontro anche con riferimento alla formazione dei giovani nei seminari Quarenghi; con l’Associazione Papa Giovanni XXIII c’è sempre stato un forte legame anche per l’amicizia tra Don Oreste Benzi e Carlo Casini. Insieme alla Papa Giovanni e a tante altre associazioni stiamo portando avanti l’annuale festival della vita nascente che tra i suoi obiettivi ha anche quello di arrivare alla istituzione per legge della giornata annuale per la vita nascente, nella scorsa legislatura e in quella appena iniziata sono già stati presentati dei progetti di legge. È auspicabile che dal convegno di Palermo la collaborazione prosegua sia con la Comunità di Sant’Egidio che con l’Associazione Papa Giovanni XXIII e si concretizzi in nuove comuni iniziative.

I Centri di Aiuto alla Vita sono una delle espressioni del Mvp più capillari sul territorio…

I 312 Cav, che fanno parte della Federazione nazionale del Movimento per la Vita Italiano, da oltre 40 anni operano sul territorio offrendo accoglienza e aiuto a donne che vivono una gravidanza difficile da accogliere o da vivere. L’ultimo bilancio sociale, recante i dati del 2020 ha messo in evidenza come – peraltro nel corso della pandemia – sono state aiutate oltre 25mila donne, di cui quasi 11mila gestanti e sono nati 7386 bambini. Dal 1975 oltre 258mila bambini sono nati grazie al coraggio ritrovato dalle loro madri, mediante il sostegno offerto dai Cav, e oltre 830mila donne sono state assistite. I dati preliminari relativi all’anno 2021 confermano l’opera di solidarietà enorme svolta dai nostri Centri. Ma c’è di più: il Cav non è solo accoglienza e aiuto concreto. È sfida ad una mentalità di morte, ad una cultura egoistica, “dello scarto” come ci ricorda Papa Francesco. Il Cav è espressione concreta di una società accogliente, capace di spalancare il cuore e le braccia per andare incontro alle difficoltà di quella donna e verso quel bambino che è abbracciato a lei nella meraviglia della gravidanza. Accoglienza ed aiuto concreto permettono alla donna di ritrovare la gioia della maternità. Inoltre, i Cav operano nella rete dell’accoglienza, in rete con Sos Vita, servizio di accoglienza e ascolto telefonico (8008.13.000) e in chat (www.sosvita.it). E la rete dell’accoglienza oggi si trova ad accogliere sfide nuove.

Quali per esempio?

Da una parte infatti c’è la sfida della comunicazione, cioè essere presenti non soltanto nelle nostre strade e vie, ma anche in quelle “strade virtuali” dove possiamo incontrare la richiesta di aiuto. D’altro canto, la diffusione delle varie “pillole dei giorni dopo” porta alla nostra rete una richiesta nuova: quella della gravidanza “in forse”, del “possibile concepimento”. Si tratta di una sfida nuova, che siamo chiamati ad accogliere, con lo stesso stile di sempre: accogliere per aiutare ad accogliere la vita. Lo facciamo accompagnando queste donne, anche attraverso percorsi che passino attraverso una riscoperta della dimensione profonda della propria fertilità, attraverso l’aiuto concreto che si fa percorso condiviso. Naturalmente affrontare sfide nuove presuppone formazione e come Mpv Italiano chiediamo ai nostri volontari uno “stile di formazione continua”. Il Mpv accompagna e sostiene i volontari Cav con strumenti pensati per loro, anche nella formazione: manuali, corsi di alta formazione, i convegni. Nel corso del prossimo convegno nazionale poi presenteremo una grande novità: una piattaforma di e-learning, alla quale abbiamo lavorato a lungo, per offrire ai nostri volontari uno strumento agile di formazione e aggiornamento, per essere pronti e capaci di rispondere alle sfide di un mondo che cambia.

Nell’immagine in apertura i partecipanti al convegno nazionale dello scorso anno – foto da ufficio stampa

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