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Mariagrazia e Fabio, la scoperta dell’affido

Prosegue il nostro viaggio nell'affidamento familiare a più di 40 anni dalla legge che lo ha istituito. A raccontarsi è una coppia che pensava all'adozione e che poi si è imbattuta in questa modalità diversa di accogliere e amare. Dopo otto anni, il bilancio di una bella storia. L'importanza della formazione e del confronto con le altre famiglie affidatarie. Ascolta l'episodio n. 8

di Giampaolo Cerri

L’incontro, casuale, con l’affido. L’incontro, fermamente voluto, con una bambina, che dura ancora. La storia di Mariagrazia e Fabio, famiglia affidataria che vive nel Milanese, è al centro dell’episodio n. 8 di Genitori a tempo, genitori e basta, il podcast di VITA per capire l’affidamento familiare a 41 anni dalla legge che lo ha istituito, la 184/83.

Intervistata da chi scrive, genitore affidatario di lungo corso, questa coppia, oggi con quasi 25 anni di matrimonio alle spalle, ha raccontato la “scoperta” dell’affido, grazie all’associazione Amici dei Bambini – Aibi.

«Dopo aver a lungo cercato un figlio», raccontano, «abbiamo pensato all’adozione, cercando notizie in Rete e interpellando amici che ne avevano fatto esperienza». Poi, proprio in AiBi avevano parlato loro di quest’altra possibilità, diversa, di offrire la loro grande disponibilità ad accogliere. «Ci parlarono di questa modalità per noi nuova: non accogliere un solo bambino ma tanti, magari solo per un periodo, magari per sempre», dice Mariagrazia.

Dopo la formazione con la stessa AiBi e l’offerta della loro disponibilità, ecco prospettarsi l’accoglienza di una bambina molto piccola, con una famiglia difficile alle spalle.

La faticosa partenza

Mariagrazia e Fabio ripercorrono la storia della loro accoglienza: la difficoltosa partenza, con una famiglia di origine poco collaborativa, le numerose visite con vari parenti, non prive di contraccolpi psicologici per la bambina, ma anche il crescere di lei, sempre più integrata e forte. «Oggi è una 14enne, quasi 15enne, adolescente come tante, come lo siamo stati noi», sottolinea Fabio.

Nella mezz’ora di dialogo, si parla del rapporto coi servizi sociali, con la scuola, dell’importanza del mutuo aiuto con altri genitori affidatari e del supporto dell’associazione.

«L’affido mi ha cambiata, oggi sono una persona migliore», dice mamma Mariagrazia, ripercorrendo la storia di otto anni di accoglienza. 

Le storie che ci hanno accompagnato e ci accompagneranno

Negli episodi precedenti, gli ascoltatori di Genitori a tempo, genitori e basta, avevano conosciuto coppie affidatarie di lungo corso come Mariateresa e Riccardo di Torino soci della Associazione nazionale famiglie adottive e affidatarie – Anfaa, Elisabetta e Luciano, di Firenze, che fanno parte di Famiglie per l’accoglienza, Enrica e Luigi, di Piacenza, dell’Associazione “Dalla parte dei bambini” (che fa parte del Coordinamento Care), Marcella e Carlo di Cuneo, anche loro aderenti ad Anfaa. Con tutti loro abbiamo affrontato in lungo e in largo le problematiche che accompagnano questo tipo di accoglienza.

Nella seria anche Marta e Paolo, dell’Associazione Papa Giovanni XIII, che hanno aperto a tanti, grandi e piccoli, la loro casa di Misinto (Mb), soprattutto a bambini con disabilità, di cui si parla oggi come minori con “special needs”, bisogni speciali, e Silvia e Lorenzo, dell’Associazione Kayros di Granarolo (Bologna), che hanno accolto un ragazzino adolescente, dopo un percorso verso l’adozione internazionale non andato a buon fine.

Nei prossimi episodi, on air nelle prossime settimane, ci aspettano  Karin di M’ama Roma e Annalisa e Pasquale dell’Associazione Cometa di Como.

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Ascolta l’episodio n.8.

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