Mondo
Maria Eitel, la guru del non profit nata alla Nike
Corporation for national and community service
di Redazione
«Maria porta una miscela unica di abilità e di esperienza manageriale che l’aiuterà ad ampliare con successo la gestione e lo sviluppo dei programmi di servizio nazionale». Parola di presidente. Il nuovo guru della solidarietà a stelle e strisce, la paladina del non profit americano e dell’applaudita legge firmata il 21 aprile da Barack Obama, il Serve America Act, è una spigliatissima top manager in gonnella: Maria Eitel, appunto. Alla Casa Bianca dirigerà un ufficio dedicato ai programmi del servizio nazionale, moltiplicati dalla recente normativa. Quarantacinque anni e un curriculum da veterana sulle spalle, la neonominata direttrice generale del Corporation for national and community service non ha perso lo slancio ideale della prima volta: «È un momento storico per ridefinire la cittadinanza in questo Paese», ha dichiarato. «Non vedo l’ora di far diventare la visione di Obama una realtà per tutti».
Un’impazienza condivisa da una buona fetta d’America. Al suo arco la Eitel, già presidente della Nike Foundation e vicepresidente di Nike Inc., ha un campionario di frecce che ne giustificano ampiamente la nomina. Nata a Everett, Washington, ha iniziato la sua carriera come reporter e produttrice nel circuito della televisione pubblica, dopo una laurea in materie artistiche all’università di McGill, Canada, e un master in Scienze all’ateneo di Georgetown. Alla Casa Bianca non è una novellina: dall’89 al 92 è stata vicedirettrice per le relazioni con i media e assistente speciale del presidente dell’ufficio Media affairs. Ha poi lavorato per Microsoft Corporation a Parigi e ricoperto varie posizioni presso la Corporation for Public broadcasting e la Mci Communications corporation.
Fra i suoi gol professionali, la riabilitazione di Nike, dopo la cattiva nomea guadagnata col battage sullo sfruttamento della forza lavoro. Prima vicepresidente per la Corporate responsability dell’azienda, la Eitel ha giocato la carta del cosiddetto “effetto della ragazza”: puntando sul valore della formazione come motore di sviluppo, si è impegnata per fare del sostegno all’istruzione delle adolescenti nel terzo mondo un asset prioritario della fondazione. Senza mai abbandonare il suo background mediatico: come regular blogger dell’Huffington Post, la Eitel approfondisce temi come la parità di genere, la lotta alla povertà e lo sviluppo sostenibile.
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