Politica

Maria Cecilia Guerra: povertà e nuovo Isee, le mie priorità

La senatrice del Pd ed ex sottosegretario nominata viceministro alle Politiche Sociali: «Il vincolo di bilancio resta, ma mi sembra che intorno alle spese per il welfare il clima sia cambiato rispetto al Governo Monti»

di Redazione

Da sottosegretario a Viceministro. Sempre alle Politiche sociali e sempre nel quadro dell’organigramma del ministero del Lavoro. Per Maria Cecilia Guerra, oggi senatrice democrat,  il passaggio di testimone da Monti a Letta è coinciso con una conferma che di fatto è una promozione («sono contenta perché avrò modo di dare continuità al lavoro fatto finora»).

Se lo aspettava?
Devo dire che a differenza della volta scorsa, questa volta la nomina non mi ha colto del tutto di sorpresa. In questi ultimi giorni con il ministro Giovannini i contatti si erano intensificati. Diciamo che ero preparata.

Da quanto conosceva Giovannini?
L’ho conosciuto in questi mesi da sottosegretario. Come può immaginare i rapporti fra il nostro ministero e l’Istat sono frequenti. Poi spesso mi capitava di incrociarlo nei convegni.

Quali differenze fra lui e il suo precedessore Elsa Fornero?
Ognuno ha il suo carattere e la sua storia. Io col precedente ministro mi sono sempre trovata bene. Con Giovannini dovremo costruire un programma di lavoro condiviso, ma non credo ci saranno problemi: le prossime saranno settimana intense.

La Fornero nella sua prima intervista da ministro rilasciata proprio a Vita disse che le politiche sociale venivano dopo le emergenze di bilancio. Condivide questa affermazione?
Il governo Monti nacque sull’onda dell’emergenza in cui i vincoli economici ebbero il sopravvento. Oggi mi sembra che il clima sia mutato, non solo nel Palazzo, ma anche nel Paese e in Europa dove il dibattito su questi temi è sempre più vivo. Mi sembra che si stia comprendo come il sociale non sia una spesa, ma un elemento necessario per lo sviluppo e la coesione di una comunità. Ciò detto rimane la massima allerta sui conti. Non siamo ancora fuori dall’emergenza.

Intanto i dati-Paese sulla disoccupazione sono sempre più disastrosi. Secondo la Ue nel 2014 toccheremo la quota record del 12,2%. Quali sono le sue priorità?
Io mi occuperò di Politiche sociali. In questo ambito indico tre temi: il nuovo Isee che dopo il via libera del Consiglio di Stato e lo stop della conferenza Stato-Regioni avrà bisogno di qualche modifica dopo di che partirà l’iter parlamentare; la messa a punto del sistema informativo sulle politiche sociali e l’introduzione di una qualche forma di contrasto alle povertà.

Si riferisce al reddito minimo?
Non mi piace chiamarlo così, ma qualcosa va fatto. Oggi con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale parte ufficialmente la sperimentazione della nuova social card. Vediamo come funziona e con quali esisti. Può essere una base su cui sviluppare il ragionamento. Poi c’è il capitolo integrazione a partire della questione dei minori stranieri non accompagnati.
 


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