Formazione

Maremoto: turisti, venite a Phuket. Un religioso controcorrente

«Dall'Italia si invita a non farlo, ma e' una vigliaccheria»

di Gabriella Meroni

La preghiera, questa volta, e’ indirizzata ai turisti italiani: ”Venite, tornate in Thailandia, perche’ questa e’ gente povera ed ha bisogno di voi”. Carlo Ramondetta parla da tour operator e’ invece un frate dei Padri Servi di Maria. In pratica, il cappellano cattolico di Phuket, uno dei centri turistici della Thailandia devasto dallo tsunami. Quel giorno padre Carlo – 75 anni, di Siracusa – era in chiesa e diceva la messa. E’ stato salvato, insieme agli altri fedeli, da un suo collaboratore locale, per il quale chiede ora il passaporto italiano. Da allora il suo telefono non ha smesso di squillare: ”dall’Italia sono molti quelli che vogliono fare qualcosa ed io suggerisco di adottare un bambino a distanza”. Una iniziativa gia’ sperimentata da qualche tempo, prima del maremoto e finora gli adottati sono un centinaio, ”98 per l’esattezza”. Ma secondo il religioso – che invita a non criminalizzare il turismo che guarda a questi luoghi, etichettato come ”sessuale” – l’aiuto maggiore puo’ essere dato, ora, proprio riprendendo i viaggi. ”Venite in Thailandia, a Phuket, venite ora”, dice ai connazionali. ”Dall’Italia si invita a non farlo, ma questa e’ una vigliaccheria, perche’ non si corre alcuni rischio, ne’ di epidemie ne’ di altro tipo. E non si puo’ lasciare questa gente bisognosa da sola”.


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