Mondo
Maremoto: Msf dice stop alle donazioni
I fondi raccolti sono sufficienti per i nostri progetti. Date le vostre offerte ad altre associazioni o ai nostri progetti dimenticati
Onesti fino in fondo. I vertici di Medici senza frontiere, con un annuncio a sorpresa che ha suscitato già molte polemiche, hanno chiesto ieri di non inviare più soldi per l’emergenza tsunami.
Le sezioni di Msf hanno ricevuto in poche ore 40milioni di euro, di cui 4 milioni solo in Italia: abbastanza per finanziare i progetti di intervento sanitario programmati da ll’associazione. “I fondi ricevuti ad oggi ci permettono di far fronte a questa terribile emergenza”, asserisce Stefano Savi, direttore MSF Italia. “Domandarne altri per questi contesti non sarebbe responsabile, non possiamo garantire di poter utilizzare un quantitativo di denaro senza limiti, perché c’è un limite alla nostra capacità di agire e questo limite noi lo conosciamo”.
Ma la richiesta di Msf non potrebbe generare un blocco più generico delle donazioni? Non si rischia di danneggiare le associazioni che invece ritengono i fondi raccolti ancora insufficienti dinanzi allo spropositato bisogno delle popolazioni del sud est asiatico? “Conosciamo il bisogno di avere il sostegno dei donatori italiani per i tanti progetti molto meno conosciuti. Noi stessi chiediamo di destinare le donazioni anzichè a questa emergenza, ai progetti di MSF nel mondo, per esempio in Darfur “.
Msf sottolinea di essere una ong medica: “Noi non possiamo improvvisarci specialisti della ricostruzione”, spiega Pierre Salignon, direttore generale di Msf. “Non ne abbiamo nè le competenze nè le capacità”.
Un passaggio di testimone coerente e trasparente, un esempio di solidarietà e correttezza tra le ong.
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