Welfare

Marelli su Africa e campagna No dumping

Un'intervista esclusiva a Sergio Marelli, direttore generale di Volontari nel mondo - Focsiv e presidente del Comitato per l'organizzazione del Forum per la sovranità alimentare

di Paolo Manzo

Come fare per aiutare l?Africa? In primis la politica agricola comune deve essere profondamente riformata. Anche per questo, assieme alla campagna No dumping, c?è tutta una serie di realtà e molte delle ong stanno operando in Commissione europea e nei parlamenti nazionali, perché alcune norme della Pac, in particolare quelle sul dumping, siano eliminate. Non dimentichiamo che è uno dei motivi per cui il round dell?Omc oggi è in scacco. Sappiamo che, in vista della conferenza di Cancoon del prossimo settembre 2003, l?abolizione dei sussidi all?export è uno dei problemi più difficili da risolvere. E sappiamo che le conferenze di Monterrey e Johannesburg su questo tema sono intervenute con proposte per l?abolizione dei sussidi all?export come precondizione per ammettere i Pvs nel mercato mondiale. Una conditio sine qua non per rendere coerente la tanto declamata teoria del libero mercato. Tra Usa e Ue chi si oppone di più all?abolizione delle politiche di dumping? Difficile fare una graduatoria, anche se abbiamo assistito a un raddoppio dei sussidi all?agricoltura degli Usa negli ultimi mesi. D?altra parte la Ue ha abbattuto le tariffe doganali dal 40 al 4% per la stragrande maggioranza dei prodotti provenienti dall?Africa, ma non l?ha fatto per due settori fondamentali per quei Paesi in via di sviluppo, come il tessile e l?agricolo. È una bella lotta tra due che fanno a gara per dimostrare chi è più incoerente e chi è più protezionista rispetto all?altro. Che fare per sensibilizzare la Ue alla nostra campagna? Richiamare tutti a un concetto molto semplice: la coerenza. Coerenza impone è che, se libero mercato si vuole e libero deve essere, non si possa indicare l?apertura dei mercati come la soluzione dei problemi di povertà e cattivo sviluppo in Africa, ma dall?altra continuare a definire scelte politiche antitetiche alla liberalizzazione di questi mercati. Penso che Prodi firmerebbe la nostra campagna, perché mi auguro e spero che il presidente della Commissione riconosca nella coerenza uno dei motivi fondamentali del fare politica. Globalizzazione, alla new global, è anche abolire le politiche di dumpling? Certo. Siccome pensiamo che ci siano anche aspetti positivi nella mondializzazione dei mercati, togliere le politiche di dumping, i sussidi all?export e i dazi per i prodotti che arrivano dall?Africa, vuol dire andare verso una globalizzazione. Che è quella delle pari opportunità e dei diritti di tutti. E non una globalizzazione promossa per la salvaguardia degli interessi di pochi. Se passa la nostra campagna, che futuro per l?Africa? Un passo ulteriore verso il recupero di un continente alla deriva. Certo non basterà. Non è una sola misura che può risolvere i problemi della povertà del Continente nero. È chiaro che, anche si abolisse il dumping ma contemporaneamente non si cancellasse il debito estero, non si combattesse la corruzione, non ci fosse un aumento deciso e sensibile per le politiche di cooperazione e lo sviluppo, non si risolverebbero i problemi dell?Africa. Ma è certo che il dumping è un grosso ostacolo, perché la maggior parte di quei paesi fonda sull?agricoltura la propria sussistenza.


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